30 April 2009

Lampedusa: bloccati i lavori alla base Loran. Il nuovo Cie è abusivo

Prefabbricati diretti alla base Loran. Clicca per vedere il video Carceri di PlasticaLUCCA, 30 aprile 2009 - Non ci sarà l'ampliamento del Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, nella vecchia base Nato Loran. Lo ha deciso ieri la Conferenza dei servizi, che ha riunito alla Prefettura di Palermo rappresentanti del Comune di Lampedusa, della soprintendenza di Agrigento, degli assessorati regionali al territorio e ai beni culturali, della guardia forestale e del ministero dell'Interno. E oggi il Dipartimento libertà civili del Viminale ha disposto la chiusura del cantiere. Il Cie, che provvisoriamente funziona come centro di prima accoglienza - sarà comunque utilizzato nei preesistenti fabbricati in muratura della Loran. Il parere negativo della Conferenza dei servizi infatti riguarda soltanto la messa in opera dei prefabbricati che dovevano essere fissati su piattaforme di cemento preesistenti, realizzati a suo tempo in funzione di campi da tennis ed eliporto.

Pattuglie, Rabit e voli charter. I piani di Frontex per il 2009

La corvetta italiana MinervaLUCCA, 30 aprile 2009 - Un sistema permanente di pattugliamenti congiunti delle frontiere esterne dell'Unione europea. Marittime, aeroportuali e terrestri. Con mezzi militari e sistemi elettronici di sorveglianza. E voli charter per i rimpatri che facciano scalo nei vari Stati membri. È questo il disegno dell’agenzia comunitaria Frontex, secondo quanto esposto dal suo stesso direttore Ilkka Laitinen in un’audizione alla Commissione Libe del Parlamento europeo lo scorso 27 aprile. Proprio nella settimana in cui – subito dopo la risoluzione del caso Pinar - è partita l’operazione Nautilus IV nel Canale di Sicilia. Laitinen ha tracciato un bilancio delle attività di Frontex nel 2008 e presentato le priorità per il 2009. Ovviamente senza nessun riferimento ai casi dei gommoni di emigranti affondati nel mar Egeo dalla Guardia costiera greca, né alla proposta delle autorità tedesche di togliere viveri e carburanti alle imbarcazioni per far loro invertire la rotta, e tantomeno alle gravi condizioni di detenzione dei migranti intercettati in Libia, imprescindibile collaboratore per i futuri pattugliamenti nel Mediterraneo centrale.

29 April 2009

Patras, la Cour européenne a déclaré recevables 35 recours

PISTOIA, 29 avril 2009 - La Cour européenne des Droits de l'Homme a déclaré recevables les plaintes des réfugiés de Patras. Le gouvernement italien va être jugé pour avoir violé les droits fondamentaux de 35 demandeurs d'asile afghans et Soudanais, dont de nombreux mineurs, rejetés sans aucune formalité des ports italiens de l'Adriatique et privés de la possibilité de demander l'asile politique dans les deux pays. Les appels ont été présentés par les avocats Alessandra Ballerini et Luca Mandro, en collaboration avec Fulvio Vassallo Paleologo, qui ont été en mesure de recueillir les procurations, après une visite à Patras, en Grèce, avec une délégation du comité Tuttiidirittiumanipertutti, un réseau d'associations créées à Venise sur la question du renvoi en Grèce des réfugiés potentiels. Une fois renvoyés, les réfugiés ont été arbitrairement détenus pendant plusieurs jours dans un conteneur près du poste de police dans le port grec de Patras. Ils sont souvent remis en liberté et de retour dans les bidonvilles où vivent un millier de réfugiés, à la périphérie de la ville, tentant chaque soir de monter en secret sur les camions prêt à embarquer pour l'Italie. En plus de l'Italie, la Cour européenne a décidé d’inpliquer le gouvernement grec en vue de déterminer d'éventuelles violations des droits fondamentaux des requérants, bien que les avocats n'ont fait aucune demande.

Patrasso: la Corte europea dichiara ammissibili 35 ricorsi

PISTOIA, 29 aprile 2009 – La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato ammissibili i ricorsi dei profughi di Patrasso. Il governo italiano sarà processato per aver violato i diritti fondamentali di 35 richiedenti asilo afghani e sudanesi, tra cui molti minorenni, respinti senza nessuna formalità dai porti italiani dell’Adriatico e privati della possibilità di chiedere asilo politico nei due paesi. I ricorsi sono stati presentati dagli avvocati Alessandra Ballerini e Luca Mandro, con la collaborazione di Fulvio Vassallo Paleologo, che hanno potuto raccogliere le deleghe dopo una visita a Patrasso, in Grecia, con una delegazione del comitato Tuttiidirittiumanipertutti, una rete di associazioni nata a Venezia proprio sulla questione dei respingimenti in Grecia di potenziali rifugiati.

Το Ευρωπαϊκό Δικαστήριο κρίνει δεκτές τις προσφυγές 35 αφγανών που επαναπροωθήθηκαν από την Ιταλία στην Ελλάδα

ROME, 29/04/09 -Το Ευρωπαϊκό Δικαστήριο Ανθρωπίνων Δικαιωμάτων έκρινε δεκτές τις καταγγελίες των προσφύγων της Πάτρας. Η ιταλική κυβέρνηση θα δικαστεί για παραβίαση των στοιχειωδών δικαιωμάτων 35 αφγανών και σουδανών αιτούντων άσυλο, μεταξύ των οποίων και ορισμένοι ανήλικοι, οι οποίοι συνελήφθησαν και εκδιώχτηκαν (επιστράφηκαν στην Ελλάδα) χωρίς καμία τυπική διαδικασία στα ιταλικά λιμάνια της Αδριατικής και χωρίς να τους δοθεί η δυνατότητα να ζητήσουν άσυλο σε καμία από τις δύο χώρες. Τις καταγγελίες εισηγήθηκαν οι δικηγόροι Alessandra Ballerini και Luca Mandro με τη συνεργασία του Fulvio Vassallo Paleologo. Τις συγκέντρωσαν κατά την επίσκεψή τους στην Πάτρα με αποστολή της του δικτύου Tuttidirittiumanipertutti (Όλα τα ανθρώπινα δικαιώματα για όλους) που συγκροτήθηκε στη Βενετία για το ζήτημα των επαναπροωθήσεων προσφύγων από την Ιταλία στην Ελλάδα. Από τη στιγμή που απορρίπτονται, οι πρόσφυγες συλλαμβάνονται για μερικές μέρες σε κοντέινερ κοντά στο γραφείο των λιμενικών στην Πάτρα. Όταν απελευθερώνονται επιστρέφουν στον καταυλισμό στην άκρη της πόλης, όπου ζουν χιλιάδες πρόσφυγες και προσπαθούν κάθε νύχτα να κρυφτούν σε φορτηγά που φεύγουν για την Ιταλία. Εκτός από την ιταλική κυβέρνηση, το Ευρωπαϊκό Δικαστήριο αποφάσισε να εξετάσει και τις παραβιάσεις στοιχειωδών δικαιωμάτων από την πλευρά της ελληνικής κυβέρνησης παρά το ότι οι δικηγόροι δεν είχαν υποβάλει συγκεκριμένα αντίστοιχο αίτημα.

Patras: ECHR declared admissible the case of 35 refugees deported from Italy

ROME, 29 April 2009 – The European Court of Human Rights accepted the complaints made by the refugees of Patras. The Italian government will be brought to court for violating the fundamental rights of 35 Afghan and Sudanese asylum seekers, including many minors, who were repulsed without any formal procedure at the Adriatic ports and were deprived of the opportunity to apply for political asylum in the two countries. The appeals were submitted by lawyers Luca Mandro and Alessandra Ballerini, in collaboration with Fulvio Vassallo Paleologo, who collected the proxies after a visit to Patras in Greece with a delegation of the Committee Tuttiidirittiumanipertutti, a network of associations established in Venice about the issue of refusals of potential refugees in Greece. Once rejected, the refugees are being arbitrarily detained for several days in a container at the police station in the port of Patras. They are often released and returned to the slums where thousands of refugees live on the outskirts of the city, trying every night to climb in secret on the trucks about to embark for Italy. In addition to Italy, the European Court has decided to charge the Greek government in order to ascertain possible violations of fundamental rights of the applicants, although the lawyers had made no such request.

28 April 2009

Sbarchi: +75%. In dieci mesi 1.994 minori non accompagnati

PISTOIA, 28 aprile 2009 – Aumenta il numero di migranti intercettati nelle acque del Canale di Sicilia. Nei primi quattro mesi dell’anno sono stati 6.300, il 75% dello stesso periodo dello scorso anno, quando furono 3.600. Tale aumento si potrebbe spiegare da un lato con la diminuzione dei flussi verso la Spagna, a causa del giro di vite applicato dall’Algeria alle sue frontiere sud, che potrebbe aver dirottato un maggior numero di persone verso la rotta libico-italiana. Dall’altro come conseguenza dei ripetuti annunci di Maroni sull’avvio dei pattugliamenti congiunti e dei respingimenti in Libia a partire dal 15 maggio, che avrebbero potuto anticipare le partenze prima di tale termine, che sarà probabilmente rispettato, visto che proprio in questi giorni, ufficiali della marina libica sono a Gaeta per delle esercitazioni sulle tre motovedette che saranno presto inviate nel porto di Zuwarah.


Lampedusa: interrogazione parlamentare sui pestaggi nel Cie

ROMA, 28 aprile 2009 - Il Parlamento italiano chiede spiegazioni sui pestaggi al centro di identificazione e espulsione (Cie) di Lampedusa. L’interrogazione a risposta scritta è stata presentata ieri, 27 aprile 2009, dalla deputata Rita Bernardini - che già si era occupata dal caso Cassibile - e dai co-firmatari Beltrandi, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco e Zamparutti, (tutti radicali eletti nelle liste del Pd). Il riferimento è alle violenze praticate da uomini delle forze dell’ordine contro i migranti detenuti nel Cie lo scorso 18 febbraio 2009, il giorno in cui venne appiccato il fuoco in un padiglione del centro. La notizia dei pestaggi venne diffusa il 15 aprile scorso da una nostra inchiesta pubblicata da "Redattore Sociale" e "l'Unità" e consultabile sul nostro sito.

24 April 2009

Torturati in Tunisia, l'Italia nega l'asilo agli esuli di Redeyef


MONFALCONE, 24 aprile 2009 – Hanno chiesto asilo politico ma l'Italia ha detto di no. E adesso rischiano di essere rimpatriati e arrestati per reati politici. Sono una trentina di esuli tunisini originari della città di Redeyef, centro nevralgico del ricco bacino minerario di fosfati del sud ovest del paese, balzato alla cronaca per le dure proteste sindacali esplose nel corso del 2008 e per la violenta repressione disposta dal presidente Ben Ali. Una repressione culminata lo scorso 4 febbraio 2009 con la condanna in secondo grado di 33 imputati - tra sindacalisti, giornalisti e singoli manifestanti – a pene che vanno dai due agli otto anni di carcere, per reati che vanno dalla “associazione a delinquere” alla “diffusione di documenti suscettibili di turbare l'ordine pubblico”. Quei “documenti” sono le immagini video girate dal fotografo Mahmoud Raddadi, condannato a due anni, e distribuite sul canale satellitare Al Hiwar (tramite la piattaforma italiana Arcoiris) da Fahem Boukaddous, condannato in contumacia a sei anni di carcere. Sono le immagini dei comizi del sindacalista Adnan Hajji, delle gremite manifestazioni di piazza e delle violenze della polizia. Si possono scaricare da Youtube e Dailymotion. A patto di non essere in Tunisia. Già, perché lì il Governo ha censurato l'accesso ai due siti. Nessuno deve sapere dei tre manifestanti uccisi dalla polizia e degli altri 27 finiti in ospedale con ferite da arma da fuoco, e neppure dei sindacalisti e dei giornalisti arrestati e torturati.

22 April 2009

Ancora polemiche tra Italia e Malta. In ballo 211 milioni

MILANO, 22 aprile 2009 – Continua la polemica tra Italia e Malta sulle responsabilità del soccorso in mare degli immigrati. La Commissione Europea ha discusso ieri il caso del cargo turco Pinar, ma per ora non ha preso decisioni in materia. Dal primo gennaio 2007, l’Italia ha compiuto 670 operazioni di salvataggio nelle acque Sar (search and rescue) internazionali di competenza maltese. L’obiettivo di Maroni sembra a questo punto non tanto scaricare su Malta l’accoglienza di migliaia di persone in piu’, quanto piuttosto ridistribuire i fondi europei per il controllo delle frontiere esterne. Nel 2009 l’Ue metterà a disposizione per l’Italia 17,7 milioni di euro, di cui 12,6 utilizzabili per il controllo delle frontiere marittime. Per Malta, invece, l'Ue ha stanziato 7,3 milioni; di questi la quasi totalità, 7,1 milioni sono per il controllo delle frontiere. Dall’inizio del 2007 l’Italia ha tratto in salvo 42.600 persone: solo la prima assistenza di queste persone (vitto e alloggio nei centri) è costata quasi 78 milioni. Piu’ i 3 milioni spesi per il soccorso in mare e i circa 4,5 milioni per il noleggio degli aerei con cui gli immigrati vengono trasferiti nei vari Centri di accoglienza o di identificazione ed espulsione sparsi sul territorio. Il programma pluriennale 2007-2013 prevede un contributo di 211 milioni per l’Italia. Soldi destinati all'informatizzazione e all'integrazione di un sistema unico europeo per il controllo delle frontiere, allo sviluppo di una rete europea permanente di pattuglie marittime, e alla lotta contro l'immigrazione nelle ambasciate all'estero. Soldi che sembrano troppo pochi rispetto ai 112 milioni assegnati per lo stesso periodo a Malta, uno Stato di 400.000 abitanti che riceve tra i duemila e i tremila immigrati ogni anno. Chissà che Maroni non voglia proprio rinegoziare l'assegnazione di altri fondi europei.

Cap Anamur: chiesti 4 anni di carcere per Bierdel e Schmidt

AGRIGENTO, 22 aprile 2009 – La solidarietà in mare è un reato. Ne sono convinti i due pubblici ministeri del tribunale di Agrigento, Santo Fornasier e Gemma Miliani, che oggi hanno chiesto la condanna a 4 anni di carcere e 400 mila euro di multa per Elias Bierdel e Stefan Schmidt, rispettivamente presidente dell'associazione umanitaria Cap Anamur e comandante dell’omonima nave. Sono passati quattro lunghissimi anni da quel 12 luglio del 2004, quando l’equipaggio tedesco approdò a Porto Empedocle con i 37 migranti e rifugiati salvati nelle acque del Canale di Sicilia. Coincidenza degna di nota, la richiesta di condanna arriva nelle stesse ore in cui il ministro degli Esteri Franco Frattini elogia l’Italia per aver accolto i 140 naufraghi soccorsi venerdì scorso dal mercantile turco Pinar perché “ha prevalso giustamente la solidarietà sul rispetto formale delle regole di salvataggio in mare”.

Lampedusa. Isola senza diritti

Lampedusa rischia di essere convertita in un'isola penitenziaria. Una zona di sospensione dei diritti e della legalità sia per gli isolani residenti che per i migranti che approdano, disperati, sulla costa più a sud d'Europa. KOM-PA.net e Border Line Sicilia si sono recati sull'isola nel mese di marzo 2009 per cercare di capire cosa stia accadendo davvero. Un video di Enrico Montalbano, Emanuele Guida e Dario Riccobono



On line si può scaricare il report della visita a Lampedusa, che sarà presentato a Palermo giovedì 9 aprile alle 19:00 al centro sociale Laboratorio Zeta

(7 aprile 2009)

Cap Anamur: Staatsanwaltschaft fordert 4 Jahre Haft


AGRIGENTO, 22/04/09 - In ihrem Plädoyer am 22.4.2009 hat die Staatsanwaltschaft in Agrigento in einem dreistündigen Plädoyer 4 Jahre Haft und eine Strafe von jeweils 400.000 Euro für die Angeklagten Bierdel und Schmidt gefordert. Auch das Schiff, inzwischen mit 2 Millionen US-$ auslgelöst, soll konfisiziert werden. Elias Bierdel war der Leiter des Komitees Cap Anamur und damit Verantwortlicher für die Aktionen des Schiffes, Stefan Schmidt war seinerzeit Kapitän der Cap Anamur. Der Erste Offizier des Schiffes, der ebenfalls der Beihilfe zur illegalen Einreise angeklagt wurde, soll laut Staatsanwaltschaft nicht schuldig sein, da er „mit dem Fall nicht als Verantwortlicher zu tun habe.“

21 April 2009

In porto la Pinar. Ripartono i processi contro il salvataggio in mare

ROMA, 21 aprile 2009 – Dopo tre giorni in mare, con 140 naufraghi a bordo, e il cadavere di una ragazza nigeriana di 18 anni, il mercantile turco Pinar è stato autorizzato a entrare nelle acque italiane, e gli emigrati sono stati sbarcati a Porto Empedocle. Non si è però spenta la polemica tra Italia e Malta sugli obblighi dell'isola Stato nelle acque di sua competenza. Maroni ha inviato alla Commissione europea un dossier in cui documenta il salvataggio da parte delle autorità italiane di 40.000 persone intercettate in acque internazionali di competenza maltese, dal 2007 ad oggi. Mentre i due governi si rimpallano le responsabilità, quali ordini sono stati dati alla nostra Marina militare? Chi interverrà nel prossimo naufragio al largo di Lampedusa? E i marittimi civili saranno pronti a rischiare la fine del Pinar per un salvataggio?

19 April 2009

Un adolescent afghan renvoyé trois fois en Grèce

ROME, 19 avril 2009 - Sur le quai des ferries Minoan à Venise, à huit heures du matin un jour d'août 2008. Juma K. ne se rappelle pas la date. C'était sa première fois. Après des mois de tentatives infructueuses. À l'intérieur de la remorque il s’est caché trois jours avant, la nuit. Le camion était stationné dans le port de Patras. Il suffit d'ouvrir la porte, et de monter rapidement avant la ronde de la police. Dans le container ils étaient 15, dont dix d'entre eux étaient mineurs. Les stocks d'eau et de biscuits se sont terminés après 24 heures. Le soleil rend tout plus difficile. Le troisième jour, enfin, le moteur est allumé et le camion a démarré. Dès son arrivée en Italie, la remorque a été déchargée du navire et on ne s’est pas aperçu de leur présence. Ce n'est que dans la soirée, autour de 19h00, dans le parking port, que certains agents des forces de sécurité ont ouvert les portes et fait une inspection.

Malta: Msf denuncia le terribili condizoni dei centri di detenzione

ROMA, 19 aprile 2009 - Medici senza frontiere pubblica il rapporto "Not Criminals" per denunciare le condizioni di vita inaccettabili e disumane nei centri di detenzione di Malta e rinnova la richiesta di miglioramento immediato delle condizioni di vita nei centri. La politica di detenzione sistematica nel paese - sostiene Msf - mira a dissuadere le persone dall’entrare irregolarmente nel territorio. All’arrivo a Malta gli immigrati irregolari e i richiedenti asilo politico sono costretti a restare in centri di detenzione sovraffollati per 18 mesi. Nonostante le nuove strategie messe in atto per ridurre gli arrivi e nonostante i controlli più assidui lungo il confine meridionale europeo, nel 2008 il numero di persone sbarcate è aumentato, con 2.704 nuovi arrivi e dall’inizio del 2009 si sta confermando la stessa tendenza. La maggioranza delle persone si dirige verso Malta per fuggire da guerre civili, persecuzioni, problemi economici o catastrofi ambientali – motivazioni più incisive dell’effetto deterrente dei centri di detenzione.

قصة الصيادون الشجعان في قناة صقلية

يلتقي صيادو قناة صقلية بقوارب المهاجرين القادمين إلى لامبيدوزا كل يوم تقريباً. هؤلاء الصيادون يقومون في معظم الأحيان بعمليات الإنقاذ بدلاً من مراقبي الساحل و البحرية. سجلت أخر عملية إنقاذ يوم 28 نوفيمبير 2008، كان البحر حينها هائجا والأمواج وصلت لارتفاع 8 أمتار ومع ذلك تم إنقاذ 650 شخصاً. توجب علي أن اذهب شخصياً إلى ذلك الميناء لملاقاة هؤلاء الشجعان، فاكتشفت أنهم يقومون بتلك العمليات دائما وليس لأول مرة. رجال تم إنقاذهم من مصارعة الأمواج والتشبث بقارب غارق، قصص عجيبة. موت أشخاص غرقاً على بعد مترين فقط من حافة النجاة، قصص حزينة. أما القصص البطولية سمعتها من أشخاص يقفزون في البحر ليلا وفي أي وقت لإنقاذ امرأة سقطت في الماء. هناك أيضاً قصص قاسية كأشخاص ماتوا مأكولين من الحيتان. كلها قصص إنسانية عميقة. أبطال مجهولون لم يترددوا أبدا لمساعدة أي شخص، فعند رؤية طفل، مثلا، ذو ثلاثة أشهر يصارع الموج، لا تفكر لحظتها في مال ولا في وقت ضائع بل بكيف تنقذ حياته. كان أول من صعد القارب في ذلك اليوم، 28 تشرين الثاني (نوفمبر) طفلة لا يزيد عمرها عن بضعة أشهر. كانت ملفوفة بغطاء، فتحته عنها وبدأت ألاعبها حتى ضحكت. ضلت على متن قارب خشبي طوله 10 أمتار مع أمها ومع 350 شخصاً اخرا في البحر لمدة 3 أيام وكان هائجاً جداً وعلى بعد 10 أميال من جنوب شرق الجزيرة. القبطان “بيترو روسو” لن ينسى أبداً وجه تلك الطفلة. قائد رقابة الميناء كان قد طلب من القبطان التدخل حيث أن قوات رقابة الساحل لم تتمكن من الخروج بسبب العواصف بالإضافة إلى عدم وجود أي سفينة تابعة للبحرية. فقرر القبطان مساعدة الجميع دون أي تراجع ولهذا في اليوم التالي قام القائد “سلفاتوري كنشيمي” المعروف باسم سكلاشي، بالخروج لمساعدة القارب الاخر والذي كان على متنه 300 شخص على الرغم من أن قوة دفع الماء كانت 7 درجات.

Io, minorenne afgano respinto in Grecia tre volte

ROMA, 19 aprile 2009 – Il traghetto della Minoan attraccò a Venezia alle otto del mattino di un giorno d’agosto del 2008. Jumaa K. non ricorda la data. Era la sua prima volta. Dopo mesi di falliti tentativi. Dentro il rimorchio erano saliti tre giorni prima, di notte. Il camion era parcheggiato nel porto di Patrasso. Era bastato aprire lo sportello e fare in fretta prima che tornassero le volanti della polizia. Quando si contarono erano in 15, dieci dei quali ancora minorenni. Le scorte di acqua e biscotti finirono dopo 24 ore. Il sole d’estate rendeva tutto più difficile. Il terzo giorno, finalmente, il motore si accese e il camion si imbarcò. All’arrivo in Italia, il rimorchio venne scaricato dalla nave senza che nessuno si accorgesse della loro presenza. Fu soltanto la sera, intorno alle 19:00, nel piazzale del porto, che alcuni agenti delle forze dell’ordine aprirono i portelloni per un controllo.

Εγώ, ένας ανήλικος αφγανός που επιστράφηκε τρεις φορές από την Ιταλία στην Ελλάδα

ΡΩΜΗ, 19 Απριλίου 2009 - Το φερυμπότ των Μινωικών γραμμών φτάνει στις οκτώ το πρωί στη Βενετία μια αυγουστιάτικη μέρα του 2008, ο Τζουμάα Κ. δεν θυμάται την ακριβή ημερομηνία. Ήταν η πρώτη του φορά μετά από μήνες αποτυχημένων προσπαθειών. Είχε σκαρφαλώσει στην καρότσα τρεις μέρες πριν, μέσα στη νύχτα. Το φορτηγό ήταν σταθμευμένο στο λιμάνι της Πάτρας. Υπήρχε αρκετός χρόνος να ανοίξουν οι πύλες και να βιαστούν να μπουν μέχρι να’ρθει η αστυνομία. Όταν μετρήθηκαν ήταν ήδη 15, εκ των οποίων οι δέκα ανήλικοι. Οι προμήθειες νερού και μπισκότων τελείωσαν σε 24 ώρες. Ο ήλιος δυσκόλευε κι άλλο τα πράγματα. Τελικά, την τρίτη μέρα η μηχανή πήρε μπρος και το φορτηγό επιβιβάστηκε. Όταν η καρότσα του φορτηγού ξεφορτώθηκε στην Ιταλία, κανείς δεν τους αντιλήφθηκε. Το απόγευμα όμως, γύρω στις 7, στη μεγάλη πλατεία του λιμανιού, αστυνομικές δυνάμεις άνοιξαν τις πόρτες για να κάνουν έλεγχο.

18 April 2009

Mercantile bloccato a sud di Lampedusa: il governo intervenga

ROMA, 18 aprile 2009 - Assistiamo indignati alla decisione assunta dal governo italiano di rifiutare da giorni l’accesso alle acque territoriali italiane del mercantile turco “Pinar” che ha salvato dal naufragio 154 immigrati, e rifugiati, e che è ancora bloccato a venti miglia a sud di Lampedusa, con a bordo decine di feriti e il cadavere di una donna morta durante la traversata. Il comandante continua a lanciare richieste di aiuto sempre più pressanti ma le autorità italiane, al pari di quelle maltesi, rifiutano l’ingresso nelle acque territoriali. Esattamente come nel caso della nave tedesca Cap Anamur, nel 2004, i cui responsabili sono ancora oggi sotto processo ad Agrigento. Decisioni del governo italiano, come quelle assunte nel 2004, che continueranno a dissuadere in futuro le navi mercantili da interventi di salvataggio e saranno oggettivamente causa di altri morti e di altri dispersi. L'Italia deve dare accoglienza ai migranti salvati dal mercantile “Pinar”. Se, infatti, il mercantile dovesse essere fatto proseguire per la Tunisia, sua destinazione, con i migranti ancora a bordo, si realizzerebbe un respingimento collettivo, vietato da tutte le convenzioni internazionali.

16 April 2009

Minori non accompagnati in Europa. Un rapporto di Picum

ROMA, 16 aprile 2009 - Minori stranieri non accompagnati. Spesso vittime invisibili delle leggi restrittive sull'immigrazione. Di loro si sa pochissimo. Finalmente un rapporto analizza la situazione europea. Lo ha realizzato Picum (Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants) e si può scaricare da internet in inglese, francese e spagnolo. Non esistono statistiche attendibili sul fenomeno. Si stima che nell'Unione europea vivano tra i 5 e gli 8 milioni di immigrati senza permesso di soggiorno, ma non si sa quanti di essi siano minori non accompagnati. Spesso sono invisibili. Le stesse famiglie temono la loro identificazione e il conseguente rischio di essere detenuti e rimpatriati. Per saperne di più vi consigliamo di scaricare il rapporto di Picum. Sulla situazione italiana invece, rimandiamo al lavoro di Save the Children


Rapporto Hammarberg. Il Consiglio d'Europa richiama l'Italia

ROMA, 16 aprile 2009 - Serie preoccupazioni per le politiche italiane sull'immigrazione, il non rispetto delle sentenze della Corte europea dei diritti umani e la situazione dei rom. È quanto scrive il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg nel rapporto pubblicato oggi, e che fa seguito alla visita dello scorso gennaio. «Le autorità - si legge nel documento - dovrebbero condannare con più fermezza tutte le manifestazioni di razzismo o di intolleranza, ed assicureare un'efficace attuazione della legislazione anti-discriminazione». Preoccupazione è espressa anzitutto per i rom. E quindi per i richiedenti asilo, e per le condizioni del centro di Lampedusa, da noi denunciate nella nostra ultima inchiesta sulle violenze della polizia nel Cie. Tante le critiche sul pacchetto sicurezza.

"La criminalizzazione dell'immigrazione irregolare è una misura sproporzionata che va oltre gli interessi legittimi di uno stato a tenere sotto controllo i propri confini, una misura che erode gli standard legali internazionali". Fino a violare sentenze della Corte europea dei diritti umani. E' successo più volte nel caso di cittadini tunisini rimpatriati nonostante il parere contrario della Cedu. Il Commissario si dice "decisamente contrario ai rimpatri forzati verso paesi con precedenti di tortura provati e di lunga durata, anche se le espulsioni avvengono sulla base di rassicurazioni diplomatiche".

Qua potete scaricare il rapporto Hammarberg, in inglese

Qua invece un commento del giurista Fulvio Vassallo Paleologo con tutti i riferimenti alle sentenze della Corte europea violate dall'Italia e qui invece il nostro reportage Tunisia: la dittatura a sud di Lampedusa per capire cosa sia la dittatura in Tunisia oggi

Intanto su Lampedusa è uscito anche il rapporto di Euromed Migrasyl REMDH: Mission d'enquête à Lampedusa

"Basta caccia agli immigrati". Manifestazione a Castel Volturno

ROMA, 16 aprile 2009 - A sette mesi dalla strage di Camorra che uccise sei africani a Castel Volturno (Caserta), i movimenti antirazzisti di Caserta organizzano una manifestazione per dire no al pacchetto sicurezza e alla “caccia agli immigrati senza permesso di soggiorno”. L’aumento della presenza delle forze dell’ordine sul territorio casertano, che dovevano servire da contrasto alla criminalità organizzata, si sta infatti concretizzando in una serie di retate e trattenimenti di immigrati irregolari, secondo quanto denunciano le associazioni della rete antirazzista di Caserta, Ex-Canapificio e Arci Caserta. Seguiamo queste vicende da vicino, perché a Castel Volturno si concentrano migliaia degli emigrati ghanesi sbarcati negli ultimi anni lungo le coste siciliane e condannati dalle leggi italiane alla clandestinità. Non possono essere espulsi, ma non possono nemmeno avere un permesso di soggiorno, nemmeno se trovano un contratto di lavoro.


Lampedusa: von der Polizei misshandelt

L'incendio del Cie di Lampedusa del 18 febbraio 2009RAGUSA, 16/04/09 - Von der Polizei geprügelt, "ohne Gnade". Am Kopf verletzt, Handgelenkbrüche, Verletzungen an den Beinen. Das erste Mal sprechen die im Identifikations- und Abschiebungsgefängnis Lampedusa festgehaltenen Migranten. Mehr als 600 Tunesier und um die 100 Marokkaner sind dort seit Monaten unter unmenschlichen Bedingungen eingesperrt. Wir kennen sie, aber sie haben uns gebeten, ihre Namen nicht zu nennen, aus Sicherheitsgründen. Sie klagen die Misshandlungen am Tag der Revolte und des Brandes am 18. Februar 2009 im Lager Lampedusa an.

15 April 2009

Picchiati dalla polizia. Parlano i detenuti del Cie di Lampedusa

L'incendio del Cie di Lampedusa del 18 febbraio 2009RAGUSA, 15 aprile 2009 – Manganellati dalla polizia, “senza pietà”. Ferite alla testa, fratture alla mano e contusioni alle gambe. Per la prima volta, parlano i detenuti del Centro di identificazione e espulsione (Cie) di Lampedusa. Sono più di 600 tunisini e un centinaio di marocchini. Rinchiusi da oltre tre mesi in condizioni inumane. Siamo riusciti a raccogliere le testimonianze di alcuni di loro. Siamo certi della loro identità, ma ci hanno chiesto di parlare sotto anonimato per evidenti ragioni di sicurezza. Denunciano pestaggi delle forze dell’ordine per sedare la rivolta il giorno dell’incendio, lo scorso 18 febbraio. Ma anche le indegne condizioni di sovraffollamento, la diffusa somministrazione di psicofarmaci per sedare gli animi e la convalida differita di provvedimenti di trattenimento che non hanno tenuto conto delle settimane pregresse di detenzione. Un ritratto a tinte fosche che fa luce sul lato oscuro delle politiche del Governo sull’immigrazione a pochi giorni da un’importante scadenza. Il 26 aprile infatti scade il decreto 11/2009 che aveva prolungato da due a sei mesi il limite della detenzione nei Cie. Senza un nuovo provvedimento, i 700 detenuti sull’isola torneranno in libertà. E potranno raggiungere – seppure clandestinamente - i familiari che li aspettano da mesi, in Italia e nel resto d’Europa. Se invece, come probabile, il Governo tornerà a prolungare i termini di detenzione, torneremo a sentire storie come queste.

09 April 2009

Governo battuto alla Camera. Presto liberi i detenuti di Lampedusa

PALERMO, 9 aprile 2009 – Dal 26 aprile 2008 i 1.038 detenuti del Centro di identificazione e espulsione (Cie) di Lampedusa saranno liberi. Contro i piani del governo infatti, ieri mattina la Camera dei Deputati ha bocciato il prolungamento a sei mesi del termine di detenzione nei Cie. La norma era contenuta all’interno dell’articolo 5 della legge di conversione del decreto legge 11/09 del 23 febbraio 2009, meglio conosciuto come decreto antistupri. Un emendamento dell’opposizione ha stralciato quell’articolo con 232 voti a favore (tra cui 17 del Pdl), 225 contrari e 12 astenuti (10 dei quali dell'Idv). Già nei giorni passati quella norma aveva suscitato forti riserve del Consiglio Superiore della Magistratura. E già il Senato aveva bocciato la norma che portava a 18 mesi il limite della detenzione per gli stranieri in attesa di espulsione, durante la discussione del ddl 733, noto come pacchetto sicurezza (la cui discussione alla Camera inizierà il 27 aprile).

08 April 2009

Autolesionismo al Cie di Torino. Ecco il video clandestino

TORINO, 8 aprile 2009 - I fatti risalgono a venti giorni fa. Ma la gravità è tale da doverci ritornare. Siamo a Torino. Centro di identificazione e espulsione di corso Brunelleschi. Il 14 marzo tre detenuti tunisini si tagliano le vene per essere ricoverati in ospedale ed evitare l'espulsione. Uno di loro filma clandestinamente la scena con un telefono cellulare. Il video arriva a Radio Black Out, una radio indipendente torinese. Che lo carica su Youtube. In tre giorni più di 1.200 persone scaricano le immagini. Ma il 18 marzo il video viene oscurato e rimosso dai server del sito. Noi ci riproviamo. E lo carichiamo su Fortress Europe.


Pestaggi al Cie di Milano. Il racconto in diretta di un detenuto

MILANO, 8 aprile 2009 - Alle 22,30 di domenica 5 aprile, i detenuti del centro di identificazione e espulsione di via Corelli a Milano si sono ribellati salendo in massa sui tetti dei gabbiotti nei quali sono rinchiusi. Protestavano contro il prolungamento dei termini di detenzione, da 60 giorni a 6 mesi, e per le difficili condizioni in cui sono detenuti. La polizia ha caricato e manganellato i reclusi. In diretta, uno dei presenti racconta quanto sta accadendo. La testimonianza è stata raccolta dalla milanese Radio Cane. La questura ha smentito ogni violenza. Due giorni dopo i detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame.

07 April 2009

Il viaggio senza ritorno. A Roma una commemorazione dei naufragi

ROMA, 7 aprile 2009 - Una commemorazione civile per ricordare gli oltre 300 dispersi negli ultimi naufragi nel Canale di Sicilia. A organizzarla, a Roma, sono gli studenti di una scuola di italiano. Richiedenti asilo e rifugiati sopravvissuti a quello stesso viaggio. L'appuntamento è per giovedì 16 aprile alle ore 18:00 presso la sede della scuola di italiano in via Ostiense 152/b presso la Comunità cristiana di base San Paolo. Nel corso della commemorazione si alterneranno momenti di preghiera, ricordi, narrazioni, testimonianze e storie di viaggi verso l'Italia.


Lampedusa. Così lo Stato calpesta i diritti di migranti e cittadini

ImageMODICA, 7 aprile 2009 - Che cosa succede a Lampedusa? Un rapporto recentemente pubblicato da kom-pa.net, borderline europe e borderline sicilia (con la collaborazione dei lampedusani comitato "NO CIE" e associazione Askavusa) aiuta a ricostruire gli eventi degli ultimi quattro mesi. A partire dagli sbarchi di dicembre, il blocco dei trasferimenti e il successivo decreto ministeriale che trasforma il centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola in un centro di identificazione e espulsione. Una forzatura che causa le proteste dei detenuti, sfociate in atti di autolesionismo, tentati suicidi e poi la rivolta che mette a fuoco un'intera area del centro. Parallelamente anche i lampedusani scendono in piazza per dire no alla costruzione del nuovo centro nella vecchia base Nato, guidati dal sindaco De Rubeis, e spaventati dall'idea di un'isola carcere, come già fu ai tempi del fascismo e prima dei Borboni. Il rapporto mette in luce anche le criticità della nuova gestione degli arrivi. Gli emigrati vengono divisi in mare in base al colore della pelle. Bianchi verso il Cie di Lampedusa. Neri verso i centri per richiedenti asilo in Sicilia e nel resto d'Italia. Il tutto senza identificazione, senza accertamenti medici, e senza la possibilità di individuare da subito minori e categorie vulnerabili. Intanto nell'ultima settimana, il Viminale rende noto di aver rimpatriato 69 dei detenuti a Lampedusa.

Ecco il testo del rapporto, scaricabile in pdf dal sito di Kom-pa.net. Da vedere anche il video

06 April 2009

Die 21 Überlebenden des Schiffbruchs vom 30.3.3009 sind im Gefängnis

Die 21 Überlebenden des Schiffbruchs vom 30.3.3009, der mindestens 230 Todesopfer gefordert hat, sind im Gefängnis. Einige werden repatriiert, einige erwartet monatelange Haft. Das bestätigte IOM Tripolis, die die Genehmigung hatten, die Überlebenden zu sehen. Sie befinden sich im Zentrum von Tuaisha, in der Nähe von Tripolis. "Wir haben sie gestern zu ersten Mal besucht", erzählt uns Michele Bambassei (IOM) am Telefon, " und heute gehen wird mit einem Arzt rein, da einige von ihnen aufgrund des Salzwassers, das sie getrunken haben, Magen- und Nierenprobleme haben." Bevor sie gerettet wurden, hatten sich die 21 acht Stunden lang bis nachmittags um 16 Uhr an die Holzreste des Bootes des halbgesunkenen Fischerbootes geklammert. Unter den Überlebenden ist auch eine Frau, die jeodch aufgrund des schlechten Gesundheitszustandes ins Krankenhaus gebracht wurde. Bei den meisten von ihnen wurden schon die Identifizierungsmaßnahmen begonnen, um sie dann abschieben zu können.

Egitto: 1.030 dispersi nel Mediterraneo nel 2008

Gommone a Lampedusa, foto di Paola OttavianoCAIRO, 6 aprile 2009 – “Che differenza c’è tra una lenta morte qui e una rapida morte in mare?”. Se lo chiede un giovane egiziano candidato all’emigrazione verso l’Italia, via mare. Affrontare la morte è divenuta l’unica speranza per una vita decente. Complici l’impoverimento delle campagne egiziane e la diminuita richiesta di manodopera nei paesi arabi del golfo. Ma la rotta che attraversa il Mediterraneo, da Alessandria d’Egitto, come da Tripoli e Zuwarah, in direzione di Lampedusa, è divenuta un fiume di sangue. Centinaia di ragazzi ogni anno perdono la vita tentando di raggiungere l’Europa. Dall’Italia se ne vede soltanto una parte. Molti naufragi avvengono nella prima metà del viaggio, lontano dallo sguardo delle nostre agenzie stampa. Sulla riva sud del Mediterraneo però ci si inizia a interrogare su quanto avviene. E si inizia a documentare. Lo ha fatto in modo egregio una ong egiziana. Si chiama Land Center for Human Rights.

03 April 2009

Detenidos en Libia los supervivientes del naufragio de Janzur

Traducido para Rebelión por Gorka Larrabeiti

Los 21 supervivientes del naufragio que el pasado lunes provocó 230 víctimas a pocas millas de la costa libia están en la cárcel. A algunos los repatriarán enseguida; a otros les esperan meses, acaso años de detención. Lo confirma la Organización Internacional de Migraciones, cuya misión en Trípoli fue autorizada para visitar a los migrantes en el centro de detención de Tuaisha, en Trípoli, donde comprobaron las condiciones degradantes en que viven. “Los visitamos ayer por primera vez -nos dijo al teléfono Michele Bombassei (OIM)- y hoy vamos a volver con un medico ya que algunos de ellos tienen problemas de estómago y de riñón debido a que bebieron agua salada”. Antes que llegaran los equipos de rescate, los 21 estuvieron agarrados durante ocho horas a la madera de la popa de la chalupa semihundida. Entre los supervivientes también hay una mujer, a la que liberaron para que ingresara en el hospital, dado lo precario de su estado de salud. Para muchos de ellos ya se han puesto en marcha los procedimientos de identificación que permitirán su repatriación forzosa.

Ancona: le menzogne di Maroni e della Questura

ANCONA, 3 aprile 2009 – Siamo ormai alla politica delle menzogne. E di quelle peggiori, quelle cioè che negano l’evidenza dei fatti. Il 31 marzo 2009 il Corriere della Sera pubblica un articolo di Gian Antonio Stella sul respingimento dal porto di Ancona verso la Grecia di un bambino afgano di 12 anni, Alidad, che viaggiava nascosto in un camion imbarcato su un traghetto di linea. Lo stesso giorno arriva la smentita. Prima del Questore di Ancona, poi del ministro dell’Interno Roberto Maroni. La notizia viene addirittura definita “destituita di ogni fondamento” e il giornalista accusato di non aver fatto “le necessarie verifiche”.

02 April 2009

ΘΑΡΡΑΛΕΟΙ ΚΑΠΕΤΑΝΙΟΙ

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Il salvataggio del GhibliMAZARA OF VALLO - "Βρισκόμαστε στο πέρασμα. Αυτή είναι η περιοχή που ψαρεύουμε και η ζώνη διέλευσής τους.” Κάθε μέρα σχεδόν οι ψαράδες διασταυρώνονται με τις βάρκες των μεταναστών στο κανάλι της Σικελίας στη θάλασσα της Λαμπεντούσα. Όλο και συχνότερα μάλιστα αντικαθιστούν το λιμενικό στις δύσκολες επιχειρήσεις διάσωσης. Η τελευταία έλαβε χώρα στις 28 του περασμένου Νοεμβρίου. Με θύελλα και κύμα οκτώ μέτρα, πέντε σικελικά πληρώματα προσέτρεξαν με θάρρος και βοήθησαν 650 άτομα. Για να συναντήσω τους πρωταγωνιστές της διάσωσης κίνησα για τη Mazara del Vallo, την πρώτη αλιευτική περιοχή της Ιταλίας. Έμαθα πως δεν ήταν η πρώτη φορά. Τα τελευταία χρόνια, εκατοντάδες άντρες και γυναίκες από τη Μazara έχουν σώσει τη ζωή εκατοντάδων ανδρών και γυναικών. Έχουν ιστορίες απίστευτες, για ανθρώπους που ψαρεύτηκαν αφού βολόδερναν επί ώρες στην ανοιχτή θάλασσα με καταιγίδα, αγκαλιάζοντας κάποιο κομμάτι από τη ναυαγισμένη τους βάρκα…Ιστορίες δραματικές για βάρκες που ανατρέπονται την ώρα της επιχείρησης διάσωσης και για ανθρώπους που πνίγονται δυο μέτρα πριν τη σωτηρία. Ιστορίες ηρωικές ανθρώπων που πήδηξαν στη θάλασσα μέσα στη νύχτα για να σώσουν μια γυναίκα που έπεσε στο νερό. Ιστορίες φρικτές κι ανείπωτες για πτώματα μισοφαγωμένα από τα ψάρια που πιάνονταν στα δίχτυα. Ιστορίες βαθιά ανθρώπινες για ανώνυμους ήρωες που δεν κοίταξαν αλλού. “Γιατί όταν βλέπεις ένα μωρό τριών μηνών να έχει πέσει στο νερό, δεν σκέφτεσαι τον χρόνο ή το χρήμα, σκέφτεσαι μόνο να του σώσεις τη ζωή."

Μάρτης 2009

Τον Μάρτιο που μας πέρασε, τα θύματα της μετανάστευσης κατά μήκος των συνόρων της Ευρώπης είναι τουλάχιστον 316. Τα στοιχεία είναι από τον επίσημο Τύπο και δεν είναι ακριβή, αφού τα νέα από τις τελευταίες ταραχές στη Λιβύη είναι αντιφατικά. Ενώ το Reuters, που αναφέρεται σε λιβυκές πηγές, μιλά για 100 πτώματα που βρέθηκαν και 245 ανθρώπους που χάθηκαν στη θάλασσα, η αποστολή στην Τρίπολη του Διεθνούς Οργανισμού για τη Μετανάστευση μιλά για 20 νεκρούς και 210 αγνοούμενους αντίστοιχα. Ανεξάρτητα από το ποια είναι τα ακριβή στοιχεία, πρόκειται για τη σοβαρότερη τραγωδία στους δρόμους της μετανάστευσης, που μπορεί να συγκριθεί μόνο με το ναυάγιο του Πορτοπάλο στις 25 Δεκεμβρίου 1996 που στοίχισε τη ζωή 283 ανθρώπων. Σύμφωνα με τα στοιχεία της Fortress Europe, από το 1994 τουλάχιστον 3.163 μετανάστες και πρόσφυγες έχουν χάσει τη ζωή τους στο δρόμο για τη Λαμπεντούσα και τις σικελικές ακτές.

Capitaines courageux. La parole aux pêcheurs siciliens

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Il salvataggio del GhibliMAZARA DE VALLO - «Nous sommes au milieu. C’est notre zone de pêche, et leur zone de transit". Presque chaque jour, les pêcheurs siciliens croisent les embarcations des emigrants au large de Lampedusa. Et de plus en plus remplacent les Garde Côtes et la Marine Militaire dans des difficiles sauvetages. Le dernier fut le 28 novembre 2008. La mer en tempête, cinq équipage siciliens sauvèrent courageusement 650 personnes. Pour les rencontrer je suis allé à Mazara del Vallo, premier district de pêche en Sicile. Et là j’ai découvert que ce n'était pas la première fois. Ces dernières années, les pêcheurs de Mazara ont sauvé de centaines d'hommes et de femmes. Leurs histoires sont incroyables. Des histoires héroïques de marins qui se jettent dans la mer, en plein nuit, pour sauver des gens. Mais aussi cruels, indicible, de cadavres trouvés dans les filet, mangés par les poissons. En tout cas ces sont des histoires d'une profonde humanité. Des héros anonymes qui ne se sont pas tournés de l'autre coté. Car "quand tu vois un enfant âgé de trois mois en mer, tu ne pense plus à l'argent et au temps perdus. Tu pense seulement à lui sauver la vie."

Mars 2009

ROMA - Au moins 316 victimes de la migration le long des frontières de l'Europe en Mars. Un chiffre basé sur les nouvelles reportées par la presse, et encore incertain, car les infos sur la dernière tragedie au large de Janzur, une banlieu de Tripoli, en Libye, sont encore contradictoires. Reuters parlent de 100 morts et 245 disparus, alors que la mission de l'OIM à Tripoli soutien que les corps récuperés soient 20 et le disparus 210. En tout cas il s'agit d'une des plus graves tragédies de tous les temps dans la Mediterranéen, après le naufrage de Portopalo, que le 25 Décembre 1996 avait coûté la vie à 283 personnes à 14 milles de Siracusa. Une semaine avant le naufrage du Janzur, 67 personnes s'étaient noyées au large de Sfax, Tunisie, sur la même route. Selon Fortress Europe, depuis 1994 au moins 3.163 emigrants et réfugiés ont perdu leur vie sur la route pour Lampedusa et la Sicile.

Toujours en Mars, deux personnes ont trouvé la mort dans les ports italiens de Venice et Ancône. Leurs corps ont été retrouvé morts dans les camion où ils s'étaient cachés pour s'embarquer sur les ferry en provenance de la Grèce. Trois victimes aussi dans les eaux du détroit de Gibraltar et une à Ceuta, l'enclave espagnole au Maroc. Une mort atroce cette dernière. Le 7 Mars, un jeune sub-saharienne s'est blessé en essayant de franchir la barrière de six mètres qui cloture la frontière de la ville espagnole. Avant l'arrivée de secours, il était déjà mort de saignement, accroché aux fers de la barrière. Enfin, selon l'ambassade nigérian à Alger, 14 ressortissants auraient étés retrouvés morts de déshydratation dans le désert algérien

Capitani coraggiosi. Parlano i pescatori

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Il salvataggio del GhibliMAZARA DEL VALLO - “Ci troviamo nel passaggio. È la nostra zona di pesca, e la loro zona di transito”. Quasi ogni giorno i pescatori del Canale di Sicilia incrociano le barche dei migranti al largo di Lampedusa. E sempre più spesso sostituiscono Guardia Costiera e Marina militare in difficili salvataggi. L’ultimo è avvenuto lo scorso 28 novembre 2008. Col mare in burrasca e onde alte otto metri, cinque equipaggi siciliani hanno coraggiosamente soccorso 650 persone. Per incontrare i protagonisti di quel salvataggio, sono andato a Mazara del Vallo, primo distretto della pesca in Italia. E ho scoperto che non è la prima volta. Negli ultimi anni i pescatori mazaresi hanno salvato la vita a centinaia di uomini e donne. Le loro sono storie incredibili, di uomini ripescati in alto mare, a mollo da ore, aggrappati alla chiglia di un gommone affondato. Sono storie drammatiche, di barche capovolte durante le operazioni di salvataggio e di persone annegate a due metri dalla loro salvezza. Storie eroiche, di marinai saltati in mare, nella notte, per salvare una donna caduta in acqua. Ma anche storie crudeli, indicibili, di cadaveri ritrovati nelle reti, mangiati dai pesci. Sono le storie di una profonda umanità. Di anonimi eroi che non si sono girati dall’altra parte. Perché “quando vedi un bambino di tre mesi a mare, non pensi più ai soldi, né al tempo perso. Pensi soltanto a salvargli la vita”.

Marzo 2009

MODICA, 2 aprile 2009 – Sono almeno 316 le vittime dell’emigrazione lungo le frontiere europee nel mese di marzo. Un dato basato sulle notizie riportate dalla stampa, e ancora incerto, perchè le notizie sull'ultima strage in Libia sono ancora contraddittorie. Mentre la Reuters cita fonti libiche che parlano di 100 cadaveri recuperati e 245 dispersi in mare, la missione a Tripoli dell’Oim parla di 20 morti e 210 dispersi. Al di là delle cifre rimane una delle più gravi tragedie di sempre sulle rotte dell’emigrazione, della stessa portata del naufragio di Portopalo, che il 25 dicembre 1996 costò la vita a 283 persone. Secondo i dati di Fortress Europe, dal 1994 almeno 3.163 emigranti e rifugiati hanno perso la vita lungo la rotta per Lampedusa e le coste siciliane. Restano altresì da chiarire le responsabilità della Guardia costiera libica, notoriamente priva di un numero sufficiente di mezzi per garantire un pronto intervento di salvataggio in mare, al punto che molti dei soccorsi in acque libiche sono spesso operati da unità italiane, secondo quanto dichiarato da funzionari della Sala operativa della Guardia costiera. Già una settimana prima del naufragio di Janzur, il Canale di Sicilia aveva fatto 67 vittime, su una barca colata a picco al largo dell’isola Kerkennah, vicino Sfax, in Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. In quel caso le autorità tunisine avevano recuperato 17 cadaveri e dato per disperse altre 50 persone, secondo le testimonianze raccolte tra i 33 tratti in salvo.

March 2009

MODICA, 2 April 2009 - At least 316 migrants and refugees died along the borders of Europe in March. A figure based on press reports, and still uncertain, because of the contradictory news about the last tragedy in Libya, off Janzur, happened the 29 March 2009. Reuters reported about 100 dead bodies recovered and 245 people reported to be missing at sea, while the Libyan mission of the IOM said only 20 corpses were found and 210 people were missing. Anyway it is one of the worst tragedies of ever on the routes of migration, after the shipwreck of Portopalo, on 25 December 1996, in which 283 people died 14 miles from Sicily. According to Fortress Europe, at least 3,163 people have lost their lives in the Sicily Channel since 1994. Just one week before the shipwreck of Janzur, 67 people were drowned close to the island of Kerkennah, in Tunisia.

Brave Captains

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Il salvataggio del GhibliMAZARA DEL VALLO - "We are in the same area. It is our fishing zone, and they pass through it". Almost every day, Sicilian fishermen cross the migrants' boats on their route to Lampedusa. And often they rescue them. Last time it happened on 28th November 2008. With a stormy sea and waves 8 meters high, five crews of Sicilian fishermen courageously rescued 650 people on two boats adrift. When I visited the port of Mazara del Vallo, in Sicily, in order to meet them, I even discovered that it was not the first time. During the last years, Mazara's fishermen have saved hundreds of men and women from the sea. Their stories are incredible, and at the same time dramatic, when not even cruel and unspeakable. They are stories of deep humanity. Stories of anonymous heroes who refused to turn their back. Because "when you see a three months old baby at sea, you don't think any more about the money and the time you'll lose. You only think to save him."

Mutige Kapitäne

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Salvataggio notturno del Twenty TwoMAZARA DEL VALLO - “Wir befinden uns im Durchgang. Das ist unser Fischfanggebiet und ihre Durchfahrtszone”. Fast jeden Tag kreuzen die Fischer im Kanal von Sizilien die Boote der Migranten im Meer vor Lampedusa. Und immer öfter ersetzen sie die Küstenwache und die Marine in schwierigen Rettungsaktionen. Die letzte fand am vergangenen 28. November 2008 statt. Bei stürmischer See und acht Meter hohen Wellen sind fünf sizilianische Schiffsbesatzungen beherzt 650 Personen zu Hilfe geeilt. Um die Protagonisten jener Rettung zu treffen begab ich mich nach Mazara del Vallo, dem ersten Fischereidistrikt Italiens. Und ich erfuhr, dass es nicht das erste Mal war. In den letzten Jahren haben die Fischer aus Mazara hunderten von Männern und Frauen das Leben gerettet. Die ihren sind unglaubliche Geschichten, von Menschen, die nach Stunden im Wasser auf hoher See aufgefischt wurden, an den Kiel eines untergegangenen Schlauchboots geklammert. Es sind dramatische Geschichten von Booten, die während der Rettungsaktionen umkippten und Menschen, die zwei Meter vor ihrer Rettung ertranken. Heldengeschichten von Seemännern, die mitten in der Nacht ins Meer sprangen, um eine ins Wasser gefallene Frau zu retten. Aber auch grausame, unsagbare Geschichten, von Leichen, die von den Fischen angefressen in den Netzen gefundenen wurden. Es sind die Geschichten einer tiefen Menschlichkeit. Von anonymen Helden, die nicht weggeschaut haben. Denn „wenn du ein Kind mit drei Monaten im Meer siehst, denkst du nicht mehr ans Geld oder an die Zeit, die verloren geht. Du denkst nur daran, ihm das Leben zu retten”.