MODICA, 2 aprile 2009 – Sono almeno 316 le vittime dell’emigrazione lungo le frontiere europee nel mese di marzo. Un dato basato sulle notizie riportate dalla stampa, e ancora incerto, perchè le notizie sull'ultima strage in Libia sono ancora contraddittorie. Mentre la Reuters cita fonti libiche che parlano di 100 cadaveri recuperati e 245 dispersi in mare, la missione a Tripoli dell’Oim parla di 20 morti e 210 dispersi. Al di là delle cifre rimane una delle più gravi tragedie di sempre sulle rotte dell’emigrazione, della stessa portata del naufragio di Portopalo, che il 25 dicembre 1996 costò la vita a 283 persone. Secondo i dati di Fortress Europe, dal 1994 almeno 3.163 emigranti e rifugiati hanno perso la vita lungo la rotta per Lampedusa e le coste siciliane. Restano altresì da chiarire le responsabilità della Guardia costiera libica, notoriamente priva di un numero sufficiente di mezzi per garantire un pronto intervento di salvataggio in mare, al punto che molti dei soccorsi in acque libiche sono spesso operati da unità italiane, secondo quanto dichiarato da funzionari della Sala operativa della Guardia costiera. Già una settimana prima del naufragio di Janzur, il Canale di Sicilia aveva fatto 67 vittime, su una barca colata a picco al largo dell’isola Kerkennah, vicino Sfax, in Tunisia, sulla rotta per Lampedusa. In quel caso le autorità tunisine avevano recuperato 17 cadaveri e dato per disperse altre 50 persone, secondo le testimonianze raccolte tra i 33 tratti in salvo.
Sempre in Italia, nel mese di marzo si sono contate due morti nei porti dell’Adriatico. Il 29 marzo un iraqeno è stato trovato morto ad Ancona, schiacciato dagli assi dell’autoarticolato sotto il quale si era nascosto, nel porto di Patrasso, in Grecia, per imbarcarsi su un traghetto diretto in Italia. E dalla Grecia proveniva anche il traghetto Hellenic Master, giunto nel porto di Venezia il 26 marzo. Nel semirimorchio di uno dei camion a bordo, è stato trovato il corpo senza vita di un richiedente asilo politico rimasto schiacciato da una balla di carta da macero.
La cronaca segnala infine tre vittime nello Stretto di Gibilterra, mentre a Ceuta – l’enclave spagnola in Marocco – si torna a morire. È successo la notte del 7 marzo. Una morte atroce. Un giovane sub-sahariano è rimasto impigliato nella doppia rete alta sei metri che sigilla la frontiera della città spagnola. Così penzoloni, è morto dissanguato a causa delle ferite riportate durante l’arrampicata. Quando sono arrivati i soccorsi era già troppo tardi. Dall'Algeria infine arriva la notizia - diffusa dall'ambasciata nigeriana a Algeri - di 14 migranti morti disidratati nel deserto, durante la traversata del Sahara.