La fortezza

Il viaggio, disegno di uno studente della scuola di italiano Asinitas

Giorno per giorno, da anni, il mare di mezzo è divenuto una grande fossa comune, nell'indifferenza delle due sponde del mare di mezzo. Dal 1988 almeno 27.382 emigranti sono morti tentando di espugnare la fortezza Europa, di cui 4.273 soltanto nel 2015 e 3.507 nel 2014. Il dato è aggiornato al 2 Febbraio 2016 e si basa su migliaia di articoli recensiti negli archivi della stampa internazionale. Potete consultarli per area geografica e per anno di pubblicazione. Vi proponiamo anche i bollettini mensili, la sezione statistica sugli sbarchi e una pagina di approfondimento.

Nel Mar Mediterraneo verso Grecia, Italia e Spagna e nell'Oceano Atlantico verso le isole Canarie sono annegate almeno 22.223 persone. Oltre metà delle salme (14.225) non sono mai state recuperate e giacciono in fondo al mare. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 13.318, di cui 9.965 dispersi. Altre 229 persone sono morte navigando dall'Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 5.118 persone di cui 2.582 risultano disperse. Nel Mar Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia hanno perso la vita almeno 2.705 persone, tra i quali si contano 1.238 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro, la Grecia e la Puglia, e nello Ionio tra la Grecia e la Calabria, sono morte almeno 705 persone, delle quali 314 sono disperse.

Ma il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molte persone, nascoste nella stiva o in qualche container, ad esempio tra la Grecia e l'Italia. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 166 le morti accertate per soffocamento o annegamento.

Per chi viaggia da sud il deserto del Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.898 persone. Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti. Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima. Tra i morti si contano anche le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone in zone frontaliere in pieno deserto

In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro gli stranieri. Non esistono dati sulla cronaca nera. Nel 2006 Human rights watch e Afvic hanno accusato Tripoli di arresti arbitrari e torture nei centri di detenzione per stranieri, tre dei quali sarebbero stati finanziati dall'Italia. Nel settembre 2000 a Zawiyah, nel nord-ovest del Paese, vennero uccisi almeno 560 uomini nel corso di sommosse razziste.

Viaggiando nascosti nei tir hanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 445 persone. E almeno 417 persone sono annegate attraversando i fiumi frontalieri: la maggior parte oggi nell'Evros tra Turchia e Grecia, come in passato nell'Oder-Neisse tra Polonia e Germania, nel Sava tra Bosnia e Croazia e nel Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka e nel Tisza tra Serbia e Ungheria. Altre 117 persone sono invece morte di freddo percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia. In Grecia, al confine nord-orientale con la Turchia, nella provincia di Evros, esistono ancora i campi minati. Qui, tentando di attraversare a piedi il confine, sono rimaste uccise 92 persone.

Sotto gli spari della polizia di frontiera, sono morte ammazzate 317 persone, di cui 55 soltanto a Ceuta e Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco, 50 in Gambia, 132 in Egitto - di cui 94 alla frontiera con Israele - e altri 32 lungo il confine turco con l'Iran e l'Iraq. Almeno altre 25 persone sono state uccise dai contrabbandieri beduini del Sinai, in Egitto, tenuti ostaggio sulla rotta per Israele. Ma ad uccidere sono anche le procedure di espulsione in Francia, Belgio, Regno Unito, Germania, Spagna, Svizzera e l'esternalizzazione dei controlli delle frontiere in Marocco e Libia. Infine 42 persone sono morte assiderate, viaggiando nascoste nel vano carrello di aerei diretti negli scali europei, 27 sono morti investiti dai treni nelle frontiere dei Balcani e non solo e altre 69 hanno perso la vita tentando di raggiungere la Gran Bretagna da Calais, nascosti nei camion che da lì si imbarcano per Dover o sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica.


Per approfondire
Rassegna stampa completa, dal 1988 tutte le notizie censite sulle vittime della frontiera
Mai così tanti: 1.510 morti nel Mediterraneo nei primi 5 mesi del 2011
Da vent'anni in Europa, le notizie sulle vittime della frontiera catalogate per anno
Paese per paese, le notizie sulle vittime di frontiera catalogate per paese
Un mese al confine, i bollettini mensili dalla frontiera
Statistiche sugli sbarchi nel Mediterraneo, aggiornato al 2008