LUCCA, 30 aprile 2009 - Un sistema permanente di pattugliamenti congiunti delle frontiere esterne dell'Unione europea. Marittime, aeroportuali e terrestri. Con mezzi militari e sistemi elettronici di sorveglianza. E voli charter per i rimpatri che facciano scalo nei vari Stati membri. È questo il disegno dell’agenzia comunitaria Frontex, secondo quanto esposto dal suo stesso direttore Ilkka Laitinen in un’audizione alla Commissione Libe del Parlamento europeo lo scorso 27 aprile. Proprio nella settimana in cui – subito dopo la risoluzione del caso Pinar - è partita l’operazione Nautilus IV nel Canale di Sicilia. Laitinen ha tracciato un bilancio delle attività di Frontex nel 2008 e presentato le priorità per il 2009. Ovviamente senza nessun riferimento ai casi dei gommoni di emigranti affondati nel mar Egeo dalla Guardia costiera greca, né alla proposta delle autorità tedesche di togliere viveri e carburanti alle imbarcazioni per far loro invertire la rotta, e tantomeno alle gravi condizioni di detenzione dei migranti intercettati in Libia, imprescindibile collaboratore per i futuri pattugliamenti nel Mediterraneo centrale.
Secondo i dati forniti da Laitinen, nel 2008 tra i cittadini di Paesi non comunitari intercettati e quelli respinti, Frontex ha identificato oltre 300.000 persone. Di cui 129.500 respinti negli aeroporti e alle frontiere terrestri, 92.200 intercettati nelle acque del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico e 82.600 intercettati - ma non respinti - alle frontiere terrestri della Grecia (con Albania, Macedonia e Turchia), della Bulgaria (con la Turchia) e di Cipro (con la parte turca dell’isola). Sempre alle frontiere terrestri, i casi di respingimenti sono stati 56.300, soprattutto alla frontiera svizzera; al confine tra Slovenia e Croazia; al confine tra Ucraina e Polonia, Slovacchia e Ungheria; e alla frontiera tra Moldova e Romania. Nel 46% dei casi si è trattato di interventi effettuati alle frontiere terrestri dell’Ue, nel 32% in mare, e nel restante 22% negli aeroporti. Gli aeroporti controllati sono stati almeno 115, e le persone respinte 66.500. Sotto controllo gli hub di Lisbona, Madrid, Londra, Dublino, Parigi, Roma e Berlino, con una particolare attenzione – dicono le raccomandazioni di Frontex – ai cittadini di nazionalità del Brasile, Marocco, Bolivia, India e Algeria.
Contrastanti i dati via mare. Secondo i dati forniti al Parlamento europeo da Frontex, l’agenzia avrebbe intercettato 92.200 persone nelle acque del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico. E ne avrebbe respinte 6.700, in particolare dalla Spagna. Ma i conti non tornano con i dati di Spagna, Italia, Malta e Grecia, che nel 2008 hanno dichiarato l’ingresso via mare di 67.000 persone. A disposizione dell’agenzia comunitaria ci sono per il momento 25 elicotteri, 22 aerei, 24 navi e 89 motovedette. Ma ci si aspetta un aumento dei mezzi. Anche grazie all’aumento del budget. Dai 70 milioni di euro stanziati nel 2008 infatti si è passati agli 83,5 milioni per il 2009, ma le richieste di Varsavia per il 2010 sono di 85 milioni, con l’idea prospettata di un aumento progressivo fino ai 102 milioni richiesti per il 2013. Serviranno a rendere permanenti le missioni di pattugliamento, a partire dal Mediterraneo. A disposizione ci sono già 25 elicotteri, 22 aerei, 24 navi e 89 motovedette. Serviranno a creare una linea continua e permanente di pattugliamenti. Cinque i punti nevralgici. La missione Hera sulla rotta atlantica verso le isole Canarie. Le missioni Minerva e Indalo nello stretto di Gibilterra e nel Mediterraneo occidentale, nelle acque che separano la Spagna da Marocco e Algeria. Hermes tra l’Algeria e la Sardegna, e Nautilus nel Canale di Sicilia. E infine Poseidon nel mar Egeo, tra la Turchia e la Grecia.
Via terra invece la massima attenzione nel 2009 sarà concentrata sulla frontiera con la Turchia, la Serbia e l’Ucraina. Tre le missioni chiave. Jupiter, sulla frontiera orientale, lungo la frontiera dell’Ucraina – con cui la Commissione europea ha già stretto un accordo di riammissione – con Polonia, Slovacchia e Ungheria. Saturn, nei balcani orientali, tra Albania, Macedonia e Grecia e più a est lungo la frontiera terrestre tra Turchia, Grecia e Bulgaria. Neptune invece controllerà il confine tra Croazia e Slovenia e tra Serbia e Ungheria. Una quarta missione, più trasversale, Uranus, si concentrerà invece su autostrade e ferrovie in tutta Europa.
Alle missioni di pattugliamento poi si aggiungeranno le operazioni di rimpatrio congiunto. Se ne discute da tempo. Intanto il progetto è partito. Dal primo gennaio al 14 aprile 2009, sono già otto i voli charter effettuati per rimpatriare 431 cittadini non comunitari arrestati in vari Stati dell’Ue. Per il 2009 Frontex ha previsto di effettuare da 12 a 15 voli. Frontex sta anche finanziando un gruppo di ricerca sui sistemi di controllo e sui flussi migratori, il rapporto finale delle attività sarà presentato a settembre 2009 da Esrif (European Security Research and Innovation Forum). Allo stesso tempo, l’agenzia continua a supportare lo sviluppo di Eurosur, il sistema integrato di sorveglianza dei confini europei, nonché una serie di workshop sull’utilizzo di passaporti elettronici e per l’utilizzo di sistemi automatizzati per i controlli di frontiera.
Infine, sono in calendario due esercitazioni per 30-40 uomini dei Rabit (Rapid border intervention team), i corpi di intervento rapido previsti per casi di emergenza. Nel 2009 si terranno due esercitazioni. La prima tra aprile e maggio, al confine tra Turchia, Bulgarie e Grecia. L’altra, nella seconda metà dell’anno, si terrà invece alla frontiera tra Ucraina e Slovacchia. Infine continua il lavoro diplomatico per trovare un accordo di cooperazione e di riammissione con i paesi della riva sud del Mediterraneo. I negoziati, che si sono conclusi positivamente con Ucraina, Moldova, Albania, Montenegro, Macedonia, Serbia, Croazia, Bosnia, Russia e Georgia, sono infatti ancora aperti con Bielorussia, Turchia, Egitto, Libia, Marocco, Mauritania, Senegal e Capo Verde.
Scaricate anche il rapporto ufficiale sulle missioni del 2008 di Frontex
Secondo i dati forniti da Laitinen, nel 2008 tra i cittadini di Paesi non comunitari intercettati e quelli respinti, Frontex ha identificato oltre 300.000 persone. Di cui 129.500 respinti negli aeroporti e alle frontiere terrestri, 92.200 intercettati nelle acque del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico e 82.600 intercettati - ma non respinti - alle frontiere terrestri della Grecia (con Albania, Macedonia e Turchia), della Bulgaria (con la Turchia) e di Cipro (con la parte turca dell’isola). Sempre alle frontiere terrestri, i casi di respingimenti sono stati 56.300, soprattutto alla frontiera svizzera; al confine tra Slovenia e Croazia; al confine tra Ucraina e Polonia, Slovacchia e Ungheria; e alla frontiera tra Moldova e Romania. Nel 46% dei casi si è trattato di interventi effettuati alle frontiere terrestri dell’Ue, nel 32% in mare, e nel restante 22% negli aeroporti. Gli aeroporti controllati sono stati almeno 115, e le persone respinte 66.500. Sotto controllo gli hub di Lisbona, Madrid, Londra, Dublino, Parigi, Roma e Berlino, con una particolare attenzione – dicono le raccomandazioni di Frontex – ai cittadini di nazionalità del Brasile, Marocco, Bolivia, India e Algeria.
Contrastanti i dati via mare. Secondo i dati forniti al Parlamento europeo da Frontex, l’agenzia avrebbe intercettato 92.200 persone nelle acque del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico. E ne avrebbe respinte 6.700, in particolare dalla Spagna. Ma i conti non tornano con i dati di Spagna, Italia, Malta e Grecia, che nel 2008 hanno dichiarato l’ingresso via mare di 67.000 persone. A disposizione dell’agenzia comunitaria ci sono per il momento 25 elicotteri, 22 aerei, 24 navi e 89 motovedette. Ma ci si aspetta un aumento dei mezzi. Anche grazie all’aumento del budget. Dai 70 milioni di euro stanziati nel 2008 infatti si è passati agli 83,5 milioni per il 2009, ma le richieste di Varsavia per il 2010 sono di 85 milioni, con l’idea prospettata di un aumento progressivo fino ai 102 milioni richiesti per il 2013. Serviranno a rendere permanenti le missioni di pattugliamento, a partire dal Mediterraneo. A disposizione ci sono già 25 elicotteri, 22 aerei, 24 navi e 89 motovedette. Serviranno a creare una linea continua e permanente di pattugliamenti. Cinque i punti nevralgici. La missione Hera sulla rotta atlantica verso le isole Canarie. Le missioni Minerva e Indalo nello stretto di Gibilterra e nel Mediterraneo occidentale, nelle acque che separano la Spagna da Marocco e Algeria. Hermes tra l’Algeria e la Sardegna, e Nautilus nel Canale di Sicilia. E infine Poseidon nel mar Egeo, tra la Turchia e la Grecia.
Via terra invece la massima attenzione nel 2009 sarà concentrata sulla frontiera con la Turchia, la Serbia e l’Ucraina. Tre le missioni chiave. Jupiter, sulla frontiera orientale, lungo la frontiera dell’Ucraina – con cui la Commissione europea ha già stretto un accordo di riammissione – con Polonia, Slovacchia e Ungheria. Saturn, nei balcani orientali, tra Albania, Macedonia e Grecia e più a est lungo la frontiera terrestre tra Turchia, Grecia e Bulgaria. Neptune invece controllerà il confine tra Croazia e Slovenia e tra Serbia e Ungheria. Una quarta missione, più trasversale, Uranus, si concentrerà invece su autostrade e ferrovie in tutta Europa.
Alle missioni di pattugliamento poi si aggiungeranno le operazioni di rimpatrio congiunto. Se ne discute da tempo. Intanto il progetto è partito. Dal primo gennaio al 14 aprile 2009, sono già otto i voli charter effettuati per rimpatriare 431 cittadini non comunitari arrestati in vari Stati dell’Ue. Per il 2009 Frontex ha previsto di effettuare da 12 a 15 voli. Frontex sta anche finanziando un gruppo di ricerca sui sistemi di controllo e sui flussi migratori, il rapporto finale delle attività sarà presentato a settembre 2009 da Esrif (European Security Research and Innovation Forum). Allo stesso tempo, l’agenzia continua a supportare lo sviluppo di Eurosur, il sistema integrato di sorveglianza dei confini europei, nonché una serie di workshop sull’utilizzo di passaporti elettronici e per l’utilizzo di sistemi automatizzati per i controlli di frontiera.
Infine, sono in calendario due esercitazioni per 30-40 uomini dei Rabit (Rapid border intervention team), i corpi di intervento rapido previsti per casi di emergenza. Nel 2009 si terranno due esercitazioni. La prima tra aprile e maggio, al confine tra Turchia, Bulgarie e Grecia. L’altra, nella seconda metà dell’anno, si terrà invece alla frontiera tra Ucraina e Slovacchia. Infine continua il lavoro diplomatico per trovare un accordo di cooperazione e di riammissione con i paesi della riva sud del Mediterraneo. I negoziati, che si sono conclusi positivamente con Ucraina, Moldova, Albania, Montenegro, Macedonia, Serbia, Croazia, Bosnia, Russia e Georgia, sono infatti ancora aperti con Bielorussia, Turchia, Egitto, Libia, Marocco, Mauritania, Senegal e Capo Verde.
Scaricate anche il rapporto ufficiale sulle missioni del 2008 di Frontex