ROMA, 21 aprile 2009 – Dopo tre giorni in mare, con 140 naufraghi a bordo, e il cadavere di una ragazza nigeriana di 18 anni, il mercantile turco Pinar è stato autorizzato a entrare nelle acque italiane, e gli emigrati sono stati sbarcati a Porto Empedocle. Non si è però spenta la polemica tra Italia e Malta sugli obblighi dell'isola Stato nelle acque di sua competenza. Maroni ha inviato alla Commissione europea un dossier in cui documenta il salvataggio da parte delle autorità italiane di 40.000 persone intercettate in acque internazionali di competenza maltese, dal 2007 ad oggi. Mentre i due governi si rimpallano le responsabilità, quali ordini sono stati dati alla nostra Marina militare? Chi interverrà nel prossimo naufragio al largo di Lampedusa? E i marittimi civili saranno pronti a rischiare la fine del Pinar per un salvataggio?
Un dato è certo, tra due settimane a Agrigento, riprendono i due processi simbolo contro il salvataggio in mare. Il 4 maggio si terrà l'udienza finale del processo contro i sette pescatori tunisini che nel 2007 salvarono 44 naufraghi a sud di Lampedusa. Il 6 maggio sarà invece la volta del processo alla Cap Anamur. Due processi che – in caso di condanna degli imputati, l'accusa è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina – rischiano di stabilire un pesante precedente, che indurrà pescherecci e mercantili a stare alla larga dalle barche degli emigranti. Le conseguenze potrebbero essere tragiche, dato che spesso sono proprio loro, i pescatori di Mazara del Vallo, i protagonisti di molti salvataggi.
Un dato è certo, tra due settimane a Agrigento, riprendono i due processi simbolo contro il salvataggio in mare. Il 4 maggio si terrà l'udienza finale del processo contro i sette pescatori tunisini che nel 2007 salvarono 44 naufraghi a sud di Lampedusa. Il 6 maggio sarà invece la volta del processo alla Cap Anamur. Due processi che – in caso di condanna degli imputati, l'accusa è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina – rischiano di stabilire un pesante precedente, che indurrà pescherecci e mercantili a stare alla larga dalle barche degli emigranti. Le conseguenze potrebbero essere tragiche, dato che spesso sono proprio loro, i pescatori di Mazara del Vallo, i protagonisti di molti salvataggi.