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06 September 2011

Rivolta in via Corelli al Cie di Milano

Rivolta, ieri sera, nel Cie di via Corelli a Milano. A darne notizia è il sito di Macerie, secondo la cui ricostruzione i reclusi avrebbero appiccato il fuoco in diverse camerate del Cie per poi salire sui tetti, da dove la polizia li avrebbe fatti scendere a forza di manganellate. A quel punto i reclusi sarebbero stati radunati nel cortile e fatti inginocchiare nudi, mentre gli agenti delle forze dell'ordine perquisivano le camerate. Nessuno sarebbe riuscito a scappare e una decina di contusi sarebbero stati portati via in ambulanza. Due di loro dal pronto soccorso sono finiti dritti a San Vittore, il loro arresto è già stato convalidato, ma ancora non si conosce la data del processo. 

25 August 2011

Sangue in via Corelli, ricoverati 5 reclusi del Cie

Cie Milano, foto di Simona Granati
Quando Munir ha fatto la corda, i compagni di cella gli sono saltati addosso e gli hanno impedito anche solo di appenderla. Quindi i più grandi si sono messi a parlargli. Con il tono di un fratello maggiore. Come si fa a un ragazzo di 22 anni che ha deciso di uccidersi per porre fine alla propria sofferenza. Perché Munir non ne può più del ferro. Prima la galera, poi il Cie. Vuole viversi la libertà dei suoi vent'anni e non vuole assolutamente rientrare in un paese, il Marocco, che non è più il suo. Sì perché Munir in Italia ci vive da quando era un bambino. A Milano ci sono suo padre, sua madre e tutta la famiglia. L'Italia è il suo paese. Ma l'Italia ha deciso di espellerlo. Perché il suo è un corpo in eccesso, un corpo improduttivo e macchiato per sempre dalla colpa. Roba di poco. Sei mesi di carcere per un po' di fumo che gli trovarono addosso durante un controllo d'identità. Quanto basta per perdere a vita il diritto a un permesso di soggiorno. Al centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano, ce lo hanno portato direttamente dopo il carcere, un mese fa. La notte di lunedì scorso aveva deciso di farla finita. Quando gli hanno impedito di impiccarsi, sembrava che gli fosse passata. E invece no. Le due ambulanze sono arrivate alle sei del mattino. E l'hanno portato via insieme a altri quattro tunisini in un bagno di sangue.

28 July 2011

Papà si è impiccato al Cie di Milano


In un paesino della provincia di Brescia lungo le rive del lago di Garda c'è una bambina di cinque anni che ha perso la voglia di giocare. Nella sua testa ha una sola e insistente domanda: “Ma papà quando viene?”. Perché papà non c'è più. Certo ogni tanto si fa sentire. Quando chiama, la mamma glielo passa al telefono. Lui le chiede come sta, e le dice di stare tranquilla, che tanto lui è in Marocco e ritorna la settimana prossima. Ogni volta la stessa storia, a casa però non ci torna mai. Soltanto l'ultima volta aveva detto qualcosa di diverso. Era il 12 luglio. “Tesoro, domani prendo l'aereo e vengo a casa, sei contenta?”. Quella notte però lo trovarono appeso a una corda, nel bagno della sezione D del centro di identificazione e espulsione (Cie) di Milano.

25 July 2011

Corelli: si impicca un altro detenuto, subito soccorso

Ieri sera, un altro recluso del centro di identificazione e espulsione di Milano si è fatto la corda. Si tratta di un tunisino arrivato al Cie dopo una pena scontata in carcere. Secondo i suoi compagni di cella, avrebbe tentato il suicidio dopo che nei giorni scorsi aveva consegnato il proprio passaporto alle autorità e chiesto insistentemente di essere rimpatriato prima possibile, per non passare altro tempo in gabbia. Fortunatamente i soccorsi sono stati immediati. E la sua situazione di salute non sarebbe grave. Sul suo caso e sul caso del recluso marocchino che tentò il suicidio due settimane fa nello stesso Cie, in via Corelli, avranno modo di indagare i parlamentari che questa mattina visiteranno il Cie di Milano per la campagna LasciateCIEntrare, a cui hanno aderito 36 parlamentari in tutta Italia, decine di testate giornalistiche (da Internazionale a Famiglia Cristiana, da l'Unità al Manifesto...), decine di firme del giornalismo italiano (da Iacona a Santoro, dalla Gabanelli a Ruotolo, da Lerner a Stella...) e centinaia di comuni cittadini.  

23 July 2011

LasciateCIEntrare, il programma del 25 luglio

L'appuntamento è per le 11,00 davanti ai Cie della vostra città, insieme a parlamentari e giornalisti, per dire no alla censura imposta per circolare ministeriale da Maroni. E per parlare delle condizioni dei detenuti con i 36 parlamentari che visiteranno le strutture. Perchè gli obiettivi sono due. LasciateCIEntrare, ma anche lasciateliuscire! Di seguito il programma delle visite con orario, adesioni e referenti. Per leggere l'appello e il motivo per cui Fortress Europe aderisce alla campagna, cliccate qui.

19 July 2011

Rivotril, suicidi e rivolte. Che succede in via Corelli?


Nel 2010 è stato scosso da almeno sette rivolte e da altrettante evasioni. Poi non se ne è più saputo niente. Da un lato perché ai reclusi è stato proibito l'utilizzo dei telefonini per chiamare all'esterno e raccontare alla stampa quello che succede. Dall'altro perché gli operatori dell'ente gestore, la Croce rossa, continuano a preferire l'omertà e il posto fisso a un briciolo di umanità. Adesso però sembra aprirsi una breccia nel muro di silenzio che da un anno circonda il centro di identificazione e espulsione (Cie) di Milano. Qualcuno è uscito e ci ha raccontato. La storia dell'ennesimo padre di famiglia, cresciuto in Italia e segnato a vita da un precedente penale. I gesti disperati di tre tunisini che tra aprile e maggio hanno provato a togliersi la vita e di altri 7 che hanno incendiato un'intera sezione. Gesti di disperata protesta che ricordano il tentato suicidio di martedì scorso del marocchino a cui è stata prorogata la detenzione oltre il sesto mese. Quante tragedie dobbiamo ancora sopportare prima che tutta questa violenza istituzionale abbia fine? 

18 July 2011

Cie Milano: tenta il suicidio dopo proroga dei 6 mesi


È successo di notte, martedì scorso, 12 luglio. In cella dormivano tutti. Lui si è alzato senza fare rumore ed è andato in bagno a impiccarsi. Fortunatamente qualcuno se ne è accorto e l'ha salvato. Protagonista dell'ennesimo tentativo di suicidio al centro di identificazione e espulsione (Cie) di Milano è un cittadino marocchino di Brescia, che in Italia ha moglie e figli. Il giudice di pace gli aveva appena convalidato la proroga del trattenimento per altri due mesi, dopo che aveva già scontato 6 mesi di detenzione nel Cie di via Corelli. Si tratta della prima proroga oltre i sei mesi di cui abbiamo notizia. Lo stesso giorno a Milano un altro recluso, un argentino, ha avuto la proroga per il settimo e l'ottavo mese di reclusione. Si tratta dell'applicazione del decreto legge sui rimpatri, che prevede l'allungamento del periodo massimo di reclusione nei Cie da 6 a 18 mesi. Il decreto, varato dal Consiglio dei Ministri del 17 giugno scorso, ha una validità di 60 giorni, in attesa che il Parlamento lo converta in legge. La Camera lo ha già approvato, adesso si attende il verdetto del Senato. Nei prossimi giorni scadono i sei mesi di trattenimento di molti reclusi in vari Cie d'Italia. E c'è da aspettarsi rivolte e disperati gesti di autolesionismo se dovessero vedersi prorogare la detenzione, avendo atteso per sei mesi il giorno della propria liberazione.

10 July 2011

LasciateCIEntrare. Il 25 luglio contro la censura

Da Gradisca a Lampedusa. Visite parlamentari a tappeto nei centri di identificazione e espulsione (Cie) di tutta Italia per dire no alla censura imposta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, che dal primo aprile vieta l'ingresso nei Cie alla stampa e alle associazioni. L'appuntamento è per lunedì 25 luglio alle 11,00. Davanti ai Cie di Roma, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari e Trapani. Lo stesso giorno altre delegazioni visiteranno il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo (Ct) e i centri di prima accoglienza di Lampedusa, Porto Empedocle (Ag) e Cagliari, dove pure dal primo aprile la stampa non può più entrare. La visita al Cie di Bologna invece è anticipata a venerdì 22 luglio. L'iniziativa è stata promossa da sindacato e ordine dei giornalisti insieme a un gruppo di parlamentari, dopo il primo appello pubblicato due mesi fa proprio su Fortress Europe. Consultate il programma delle visite con orari e referenti.

03 May 2011

Cie Milano: arrestati 7 tunisini per rivolta

Dal centro di identificazione e espulsione di via Corelli sono finiti direttamente in galera. Si tratta di sette tunisini ritenuti responsabili della rivolta scoppiata il 2 maggio nel centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano, dove erano arrivati il 27 aprile scorso. I sette, processati per direttissima, sono stati rinviati a giudizio per danneggiamento aggravato e incendio doloso, per aver rotto vetri e finestre e incendiato alcuni materassi e qualche coperta. Ieri le porte del carcere di San Vittore si sono chiuse dietro le loro spalle. Benvenuti in Italia.

07 April 2011

Tentato suicidio al Cie di Milano

Tentato suicidio al centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano. Un detenuto tunisino si è impiccato con la cintura di un accappatoio. Fortunatamente è stato soccorso in tempo e non è morto. Secondo i medici dell'ospedale San Raffaele, dove l'uomo è stato trasportato per accertamenti, le sue condizioni non sarebbero gravi. I dettagli sulla cronaca locale milanese.

03 February 2011

Cie Milano: assolto l'ispettore accusato di violenza sessuale

Immaginatevi la scena. Parco Lambro a Milano. Adagiata su un telo in mezzo al prato, una bella ragazza in costume, magari bionda e con gli occhi azzurri, prende il sole in un pomeriggio d'agosto. E' sdraiata a pancia in giù e non vede che da dietro le si avvicina un tipo losco. Dai tratti si direbbe marocchino, forse algerino, le si siede sopra e inizia a palpeggiarla. Lei allora si alza di botto e inizia a gridare. Lui in tutta risposta dice ma dai, stavo scherzando. Ma c'è una testimone, che vede tutto. Le due sporgono denuncia, conoscono le generalità del molestatore. Secondo voi come va a finire?

Adesso provate a invertire i ruoli. La ragazza è un'altra. E non è al parco a prendere il sole, anche perché è nera, ma è invece dentro il centro di identificazione e espulsione di Milano. Ha tirato il materasso fuori dalla cella, nel cortile, perché dentro fa troppo caldo e non si riesce a dormire. E' in biancheria intima e sta sdraiata a pancia in giù e non vede che da dietro le si avvicina un tipo losco. Dai tratti si direbbe italiano, e dalla divisa si direbbe un poliziotto.

06 January 2011

Capodanno nei Cie

Come se la sono passati la fine dell'anno i circa mille reclusi nei dieci centri di identificazione e espulsione? Di certo c'è poco da festeggiare quando la prospettiva sono sei mesi di detenzione, soprattutto sapendo che non si è commesso nessun reato... E allora la festa degli altri può diventare un'ottima occasione per tentare di tagliare la corda e tornare in libertà. C'hanno provato a Lamezia Terme e a Milano. Ma con pessimi risultati. A Lamezia è finita a lacrimogeni e manganellate, a detta dello stesso direttore del centro, Raffaello Conte, che sulla sua pagina facebook scrive da vero statista: "casini al cie... manganellata sul dito sinistro della mano sinistra, penso si chiami anulare, un'culu che dolore". La notizia è confermata dalla stampa. Su Milano invece si sa poco, perché la polizia ha sequestrato i telefonini ai reclusi. Ma pare che in seguito alla rivolta di capodanno uno dei detenuti sia stato ricoverato in ospedale e dimesso soltanto il 6 gennaio, mentre in tre persone sarebbero state arrestate, secondo la ricostruzione di Macerie. Ecco le notizie come riportate dalla stampa.

19 December 2010

Rivolta al Cie di Milano. Tornano in libertà 4 reclusi

Si tratta della settima rivolta scoppiata all’interno del centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano, dall'inizio del 2010. La sommossa è esplosa alle 5:30 di domenica 19 dicembre. Secondo la ricostruzione della polizia, 11 reclusi avrebbero danneggiato una finestra di un settore riuscendo così ad avvicinarsi al muro di di cinta del Cie. Lì, cinque di loro avrebbero desistito e sarebbero tornati indietro, mentre gli altri sei si sarebbero messi di buona lena per scavalcare il muro con una corda di lenzuola annodate una con l'altra. Due di loro sono stati ripresi dai carabinieri, gli altri quattro sono invece riusciti a fuggire e a dileguarsi. Bentornati in libertà. Per i dettagli rimandiamo alla stampa locale.

13 December 2010

Cie Milano: rivolta e pestaggi, 5 reclusi in ospedale

Tentativo di fuga e rivolta al centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano. Tutto è iniziato intorno alla mezzanotte di sabato scorso, durante il momento del cambio turno degli agenti, quando un gruppo di reclusi ha tentato la fuga di massa da tre diversi settori del Cie. Ma una volta saliti sui tetti, secondo la ricostruzione dei fatti fornita dalle forze dell'ordine, sarebbero stati bloccati dalla polizia, prima che potessero scavalcare le recinzioni. A quel punto, circa 50 reclusi avrebbero ingaggiato uno scontro con le forze dell'ordine, distruggendo suppellettili, scardinando porte e smontando caloriferi dalle pareti. Il bilancio degli scontri è di 5 reclusi ricoverati in ospedale e un numero imprecisato di feriti, medicati nell'infermeria del Cie, sia tra gli agenti che tra i reclusi. I dettagli sulla stampa locale.

03 November 2010

Cie Milano: incendiato un materasso, due ricoverati

Si riaccende la protesta al centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano. Alcuni detenuti hanno incendiato un materasso intorno alle due di notte di ieri. Nessun ferito. Ma due dei reclusi sono stati trasferiti all'ospedale San Raffaele, per il fumo inalato.

16 August 2010

Rivolta al Cie di Milano. Un algerino riesce a fuggire

Ennesima rivolta al centro di identificazione e espulsione di via Corelli a Milano.Intorno all'una della scorsa notte, 17 dei reclusi sono saliti sui tetti, e uno di loro, un algerino, è riuscito a fuggire. Quando gli agenti di polizia hanno tentato di bloccarli, ne sono nati degli scontri. La dinamica non è ancora chiara, quel che è certo è che risultano contusi 6 poliziotti e 5 reclusi, 3 dei quali sono stati portati in ospedale per accertamenti. Alcuni dei detenuti che hanno partecipato alla rivolta, sono stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e per danneggiamento. Durante la protesta infatti alcune vetrate sono state distrutte. I dettagli sulla stampa locale.

18 July 2010

Milano: notte di rivolta al Cie. Tre reclusi in fuga

Notte di rivolta al centro di identificazione e espulsione di Milano, in via Corelli, dove al momento si trovano detenuti 80 uomini, 22 donne e 17 transessuali in attesa di essere espulsi. Le agitazioni sono cominciate intorno a mezzanotte nella sezione E del centro, durante il momento del cambio turno, quando una trentina di reclusi sono saliti sui tetti. E 10 di loro hanno tentato la fuga. La polizia è però riuscita a fermarli, a parte tre detenuti - un tunisino di 24 anni e due marocchini di 40 e 35 anni - che sono riusciti a evadere e a far perdere le proprie tracce. Gli altri 7 sono stati invece fermati dalla polizia e denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Nella rivolta sono stati distrutti alcuni distributori di bevande automatici, il sistema di allarme sul tetto e alcune telecamere di sorveglianza, nonché parte degli arredi del centro. I danni quantificati ammonterebbero a decine di migliaia di euro. Negli scontri 6 agenti avrebbero riportato lesioni, mentre non è conosciuto il numero dei reclusi picchiati e feriti. Si sa soltanto che due reclusi sono stati ricoverati per accertamenti, uno al San Raffaele e uno al Policlinico. I dettagli sulla stampa locale.

30 March 2010

Espulsi con i figli in Italia: due storie dal Cie di Milano

MILANO – Espulsi anche con i figli in Italia. Redattore Sociale ha raccolto la storia di due emigrati detenuti nel centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano. K. è in Italia dal 2000, A. dal 2001. Entrambi in Italia hanno una bambina. Ed entrambi saranno espulsi, perché – come ribadito dalla sentenza dell'11 marzo scorso della Corte di Cassazione, la tutela delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela dei minori.

Joy, la ragazza che ha denunciato un ispettore del Cie di Milano

ROMA – Ridotta in schiavitù dalle mafie nigeriane a capo dello sfruttamento della prostituzione, ha denunciato un ispettore di polizia nel centro di identificazione e espulsione di Milano per averla molestata sessualmente. È la storia di Joy, una ragazza nigeriana di 28 anni, intorno alla quale da mesi si è organizzata una mobilitazione di solidarietà. Dal 20 agosto 2009, quando al processo per direttissima a Milano per la rivolta del 13 agosto al centro espulsioni (Cie) di via Corelli, Joy inveì da dietro le sbarre della gabbia dell'aula, contro uno dei testimoni invitati a parlare. «Assassino, sei un torturatore! Mi ha cercato di violentare!». Le parole erano rivolte all'ispettore capo del Cie di Milano, Vittorio Addesso. Per quelle parole Joy venne denunciata per calunnia e poi sbattuta in carcere insieme agli altri 12 imputati per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale. Ma dal carcere, seguita da due avvocati, Joy ha trovato il coraggio di formalizzare una denuncia per tentato stupro. “Si è sdraiato sopra di me – ha raccontato Joy ai microfoni di Articolo 21 -, ha cominciato a toccarmi le tette. Io mi sono messa a gridare. ‘Sto solo scherzando’, mi ha detto”.

08 March 2010

Milano, continua lo sciopero della fame al Cie

MILANO – Continua lo siopero della fame degli immigrati detenuti presso il centro di identificazione e espulsione (Cie) di via Corelli, a Milano. Debilitati dopo sei giorni senza cibo, il numero degli aderenti allo sciopero si è ormai ridotto a una trentina dei circa cento trattenuti. Questa mattina, una delle ragazze in sciopero si è sentita male ed è stata medicata presso l’infermeria del centro. Gli immigrati protestano contro la legge sulla sicurezza 94/2009, entrata in vigore l’8 agosto 2009, che ha innalzato da due a sei mesi il limite massimo della detenzione nei Cie degli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno, in attesa delle operazioni di identificazione e espulsione. E se sei mesi di privazione della libertà possono sembrare tanti, tra i reclusi vi è chi sta dentro da giugno.