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Elettori in fila davanti a un seggio di Zamalek, Cairo |
Il blog di Gabriele Del Grande. Sei anni di viaggi nel Mediterraneo lungo i confini dell'Europa. Alla ricerca delle storie che fanno la storia. La storia che studieranno i nostri figli, quando nei testi di scuola si leggerà che negli anni duemila morirono a migliaia nei mari d'Italia e a migliaia vennero arrestati e deportati dalle nostre città. Mentre tutti fingevano di non vedere.
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28 November 2011
La libertà è partecipazione
27 November 2011
Ammutinamento a Tahrir. Domani si vota?
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Il capitano che ha disertato oggi a Tahrir |
Come interpretare allora l'ennesimo ammutinamento alla vigilia delle elezioni in un paese guidato da una giunta militare? Oltretutto nel giorno in cui Tantawi ha detto che l'esercito non tollererà pressioni esterne. Il giorno in cui la piazza simbolo della rivoluzione egiziana è tornata a riempirsi. Chiedendo di nuovo il passaggio del potere dai militari ai civili, con una grande manifestazione alla vigilia delle più attese elezioni della storia egiziana.
26 November 2011
Tahrir: l'agorà, i siriani in piazza e i 3 italiani arrestati
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Piazza Tahrir |
Ahmad Sayyed Sorour. Classe 1990. È la vittima numero 42. L'ultima di questa settimana di proteste al Cairo. E la più inaspettata. Sì perché la tregua tra manifestanti e polizia dura ormai da tre giorni e da ieri il clima di piazza Tahrir è decisamente disteso. Il maidan è di nuovo colorato dagli striscioni e dalle tende di chi la notte si accampa per non lasciare il presidio. In mezzo alla fiumana della gente, si formano e si sciolgono i soliti capannelli dove si dibatte animatamente di politica, interrotti soltanto dal ritmo dei tamburelli e dagli slogan in rima contro il governo dei militari e il generale Tantawi. Alla colonna sonora della piazza si aggiungono anche i fuochi d'artificio. Sì perché in fondo il clima è di festa. Tra la folla si aggirano i carretti di chi, approfittando dell'occasione, arrotonda vendendo patate dolci, pop corn e frutta secca tostata. Chi ha rimediato pennello e vernice invece, dipinge la bandiera egiziana sul volto dei bambini e dei ragazzi per un'offerta libera. I giovani del movimento continuano instancabilmente a distribuire i volantini e tengono pulita la piazza con scopa e paletta, come se fosse un salotto. Parte dei presenti però, sono semplici curiosi. Ahmed è uno di loro.
25 November 2011
Piazza Tahrir. La rivoluzione, atto secondo
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Mahieddine, ferito all'occhio, torna a manifestare a piazza Tahrir |
13 February 2011
Speciale Tahrir: 10 giorni al Cairo, con i ragazzi della rivoluzione
Yesterday I was demonstrating, today I build Egypt. Con questo nuovo slogan appeso al collo, migliaia di ragazzi si sono messi al lavoro al Cairo per restituire alla città una piazza Tahrir tirata al lucido, dopo i 18 giorni di rivoluzione che hanno portato alla caduta del regime di Mubarak. Centinaia di scope hanno tolto dall'asfalto anche la polvere, le tende sono state smontate, i marciapiedi ridipinti a strisce bianche e nere, i carri armati puliti dalle dalle scritte spray dei giorni della protesta e - incredibile ma vero - migliaia di sampietrini divelti per le sassaiole contro la polizia del 25 e 28 gennaio, sono stati riposizionati uno per uno nella pavimentazione della piazza. "La libertà è responsabilità", dice uno slogan in piazza. E allora si inizia a ricostruire il nuovo Egitto. Dopo i festeggiamenti di sabato 12 febbraio, la piazza è di nuovo aperta al traffico, nonostante un gruppo di un migliaio di manifestanti che continua il presidio in attesa della revoca della legge d'emergenza che governa l'Egitto da 30 anni. Noi intanto, in attesa di sapere cosa succederà con il governo transitorio retto dai militari, che hanno appena sciolto il parlamento in attesa di nuove e libere elezioni, vi riproponiamo di seguito tutti i pezzi del racconto di questi dieci giorni al Cairo con i ragazzi di piazza Tahrir. Fateli circolare, ce ne ricorderemo a lungo. Perché al Cairo il 25 gennaio come a Tunisi il 14 gennaio, si è scritta una nuova pagina della storia. Oggi inizia una nuova era, che conta due dittature in meno sulla riva sud di questo splendido mare.
12 February 2011
Cairo libera tutti

10 February 2011
La strage dimenticata di Suez e le minacce di Mubarak
SUEZ – Di tutta la rivoluzione alla fine alla mamma di Aslam non rimarrà che un cappotto nero. All'apparenza sembra nuovo, ma guardando con attenzione si vede un foro largo come un dito, passa da parte a parte, all'altezza della schiena. È il foro del proiettile che si è portato via la vita di questo ragazzo di 21 anni, lo scorso 28 gennaio, nella strage dimenticata della rivoluzione d'Egitto. La strage di Suez, la città del canale, dove tra il 25 e il 28 gennaio i cecchini della polizia di Mubarak hanno assassinato 24 ragazzi e ferito altre 310 persone. Aslam l'hanno ammazzato il venerdì della rabbia, il 28 gennaio, intorno alle 21,00. La madre di Aslam mi passa alcune fototessere del figlio. È vestita a lutto, attorna a lei siedono i due fratelli e la sorella di Aslam. Il papà invece non c'è, perché è morto tanti anni fa, quando Aslam era ancora bambino. Chissà, magari tra qualche anno quelle foto e quel cappotto saranno custodite in una teca nel museo dei martiri della rivoluzione di Suez.
09 February 2011
Trema il palazzo. Al Cairo la protesta si sposta sotto il parlamento

CAIRO – Piazza Tahrir ha rotto gli argini. E da ieri sera parte della protesta ha raggiunto il vicino parlamento e la residenza privata del primo ministro Ahmed Shafiq. Migliaia di persone sfidano direttamente i simboli del potere. Gli slogan sono gli stessi, il popolo chiede la fine del regime. Per ora l'esercito lascia fare, ha soltanto concentrato qualche carro armato in più davanti al parlamento, che è stato evacuato ed è presidiato dai militari. Nessuna tensione però con i manifestanti. Al contrario, la strada del parlamento è aperta, non c'è nessun controllo da parte dei militari, nessuna barricata, ma dopotutto il presidio è estremamente pacifico per il momento. Ma di fatto il parlamento è assediato dal popolo e la sua attività completamente paralizzata. Migliaia di persone hanno ricoperto di tappeti e coperte la strada del parlamento, dove già ieri notte si sono fermati a dormire e si avviano a dormire oggi per la seconda notte, riparati da strisce di nylon trasparente sotto un'improvvisata tendopoli. Tanti i giovani, ma anche tante famiglie, donne e bambini piccoli. Oltre a qualche sub come si vede dalla foto.
08 February 2011
Tahrir: atteso in piazza l'eroe di Google

CAIRO - “La libertà è una benedizione per cui vale la pena lottare”. Twitter, 8 febbraio 2011. Sono le prime parole postate in rete da Wael Ghonim, il nuovo eroe di piazza Tahrir, che lunedì ha commosso l'Egitto con una sua intervista a Dream Tv. È il numero uno di Google in Egitto, e da 12 giorni era semplicemente scomparso. Di lui non si sapeva più niente, se fosse stato ucciso o arrestato. Ieri ha raccontato di essere stato sequestrato la notte tra il 27 e il 28 gennaio, all'una di notte, da quattro agenti in borghese che lo hanno acciuffato per strada mentre aspettava un taxi con un amico. Lo hanno portato via bendato e ammanettato, e la benda dagli occhi non gliel'hanno tolta per tutti i dodici giorni di detenzione, durante i quali è stato sottoposto a insistenti interrogatori, accusato di essere un cospiratore al soldo degli Stati Uniti o dell'Iran. Al pubblico ha chiesto di non stampare manifesti con la sua immagine, di non fare di lui un eroe. Perché gli eroi sono altri. Sono i ragazzi morti in piazza sotto gli spari dei cecchini di Mubarak e delle bande criminali dei baltagia.
07 February 2011
Tahrir: la bibbia e il corano fi yid wahda

CAIRO – Bibbia e Corano contro il regime. Succede anche questo a piazza Tahrir. Amin per esempio ha la barba bianca, indossa una gallaba tradizionale e sulla fronte ha il tipico callo degli uomini pii avvezzi alle preghiere e alle genuflessioni che portano la testa a contatto con la terra, cinque volte al giorno. Nella mano sinistra tiene stretto un corano che agita in aria ogni volta che ripete gli slogan della folla. Seduto accanto a lui, Michel ripete gli stessi identici slogan. Ma in mano tiene una croce ritagliata da un foglio di carta bianco, in mezzo alla quale ha scritto in arabo Irhal, vattene. L'invito evidentemente è rivolto a Mubarak, contro il quale si è formato un fronte comune tra copti e musulmani d'Egitto.
La Spoon River dei martiri di Piazza Tahrir

06 February 2011
Tahrir: matrimonio con la libertà
CAIRO - Prima matrimonio a Cairo libera. Ahmed e Ula si sono uniti in nozze oggi pomeriggio alle 16,30. La cerimonia si è svolta sotto il palco allestito in piazza Tahrir, dove da 14 giorni va avanti ininterrottamente la protesta contro il regime di Mubarak. Ahmed e Ula sono in piazza dal primo giorno. Da quel 25 gennaio che sembra ormai lontanissimo. E proprio oggi hanno deciso di sposarsi. L'applauso della folla li ha accompagnati a lungo, prima che i microfoni tornassero a diffondere i classici della musica egiziana, Um Kalthoum e Abdelhelim Hafez, con una incursione dell'inno nazionale. Qualcuno in piazza già lo chiama il matrimonio della libertà. Sicuramente la sensazione diffusa è quella di un nuovo inizio, che non è un conflitto generazionale. Nessuno ha tagliato la testa al padre. Al contrario i padri sono in piazza con i figli, bambini o adolescenti che siano.
05 February 2011
Amleto a Tahrir

Essere o non essere? Terzo giorno del nostro viaggio al Cairo. Dodicesimo giorno della rivoluzione che vuole destituire la dittatura di Mubarak, il quale oggi si è dimesso dalla direzione del partito di governo, il National Democratic Party, insieme ai vertici e al figlio Gamal, che fino al 24 gennaio tutti davano per suo successore al potere. Forse il primo ministro Omar Suleiman, già capo dei servizi segreti, pensava che fosse questa la contropartita sufficiente per ottenere lo sgombero di piazza Tahrir, ma si sbagliava di grosso. Anche oggi decine e decine di migliaia di persone hanno occupato quello che è divenuto il luogo simbolo della rivolta. E questo è il nostro racconto della giornata.
Lasciateci cantare...
A un punto della sera, tutti gli slogan di piazza della liberazione diventano musica. Dicono: Tutti noi chiediamo una cosa sola: Vattene!Vattene! Cadi, cadi Hosni Mubarak! Il popolo vuole la caduta del regime!Noi non ce ne andiamo, lui se ne vada!
04 February 2011
Tahrir: il giorno della partenza

Cairo. Secondo giorno a Piazza Tahrir. Il signor Mohamed ha 61 anni, occhiali da sole e una mascherina antigas legata al collo. La settimana scorsa aveva il volo di ritorno per l'Arabia Saudita, dove ormai vive da 35 anni con tutta la famiglia. Ma quando ha visto sollevarsi la gioventù, ha deciso di annullare tutto per assistere alla fine del regime. “Da qui non mi smuovo, lo faccio per questi ragazzi”, mi dice indicandomi la folla. Sono le 16,00 di venerdì 4 febbraio, ribattezzato il venerdì della partenza, dopo il venerdì della rabbia della settimana scorsa, e finalmente, dopo aver passato tutta la mattina bloccato dai militari, sono riuscito a entrare a piazza Tahrir, accolto dai cori diretti a Mubarak: “Irhal! Irhal!”, ovvero “Parti, vattene!”
03 February 2011
Al Cairo, con i ragazzi di piazza Tahrir
L'altra immagine del Cairo. Perché accanto alla guerriglia urbana, c'è anche una catena umana di egiziani cristiani che proteggono i manifestanti musulmani durante la preghiera. Il luogo è lo stesso degli scontri di mercoledì tra manifestanti e miliziani di Mubarak. Piazza Tahrir. Un luogo dove si sta scrivendo la storia. Dove per la prima volta in trent'anni centinaia di migliaia di egiziani scendono in piazza e dicono Shaab yurid isqat annizam: il popolo vuole la caduta del regime. Dopo il mio viaggio a Tunisi, non potevo non raccontarvi anche i ragazzi della rivoluzione d'Egitto.
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