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Fortress Europe è nato nel gennaio 2006 come un osservatorio sulle vittime della frontiera, ed è finito per diventare un viaggio lungo ormai sei anni. Un viaggio nel Mediterraneo e lungo i confini europei. Nel tentativo di intrecciare i temi della gioventù e della mobilità, delle politiche di controllo frontaliero e dei morti in frontiera, delle rivoluzioni oltremare e della repressione in deroga allo stato di diritto lungo i confini. Il tutto con un'attenzione crescente ai nomi propri e alle storie singole degli uomini e delle donne rimasti intrappolati nelle nostre mappe. Perché è soltanto restituendo un nome alle persone che si possono riumanizzare coloro che la politica e la stampa hanno disumanizzato riproponendo per anni le stesse categorie prive di fondamento. Da un lato le categorie della paura: clandestini, extracomunitari, invasione, ondata, emergenza, espulsioni, respingimenti. Dall'altra quelle dell'assistenzialismo: profughi, rifugiati, richiedenti, ricorrenti, dublinati, accoglienza. Sei anni di viaggi nel mondo globalizzato mi hanno convinto che le cose siano più complesse e allo stesso tempo più semplici. E che la migliore categorie su cui ragionare sia quella della gioventù. La gioventù che si ribella alla dittatura e alla frontiera. La gioventù che chiede di abitare la modernità a titolo pieno. Con la democrazia in casa propria e la possibilità di viaggiare liberamente all'estero per cercare un posto nel mondo dove definire se stessi. Esattamente come noi, se ci pensate. Ma forse è proprio questo credere che l'altro ci assomigli così tanto, a metterci in difficoltà.

Toscano, viaggiatore, scrittore e giornalista indipendente (mai iscritto all'albo). Gabriele Del Grande è nato a Lucca nel 1982 e si è laureato a Bologna in Studi Orientali. Nel 2006 ha fondato l’osservatorio sulle vittime della frontiera Fortress Europe. Ha collaborato con Time, Al Monitor, Vocativ, Taz, Rai, Rsi, Radio 3, Jungle World, Roads & Kingdoms, L’Unità, Redattore Sociale, Narcomafie, Peace Reporter, E-ilmensile, e altri. Per Infinito edizioni ha pubblicato i libri Mamadou va a morire (2007, vincitore del premio Santa Marinella, tradotto in spagnolo e tedesco); Il mare di mezzo (2010, vincitore dei premi Colomba d'oro, Pro Asyl Hand, Uisp Mandela e Ivan Bonfanti, tradotto in tedesco e in spagnolo) e Roma senza fissa dimora (2009). Ha inoltre collaborato alla redazione del libro+DVD Come un uomo sulla terra (2009) e al quarto taccuino del premio Ilaria Alpi Africa e Media (EGA). Attualmente vive a Milano.

Per contattarlo: gabriele_delgrande@yahoo.it

Il sito riceve in media 2.000 visite al giorno, per tre quarti dall'Italia, per il resto da mezzo mondo, grazie alle 21 lingue in cui è tradotto. Il numero massimo di pagine scaricate in un giorno è stato di 14.291, il 4 ottobre 2013. Il mese più cliccato è stato settembre 2009, con 95.960 visite per un totale di 51.363 utenti.

Per quanto riguarda i finanziamenti, nei suoi sette anni di attività, il blog ha funzionato senza fondi per quattro anni, mentre per tre anni è stato sostenuto da due diverse fondazioni. In particolare, la fondazione lettera27 ha finanziato una borsa di studio per Gabriele Del Grande di 10.000 euro (lordi) nel 2008 e di 8.000 euro (lordi) nel 2009. Nel 2011 invece è stata la fondazione Open Society Institute a finanziare un progetto di 37.000 euro (lordi) con cui è stato possibile pagare: quattro collaboratori per tradurre il sito in inglese, arabo e francese; una borsa di studio per Gabriele Del Grande, comprensiva del rimborso dei tanti viaggi di ricerca effettuati nel 2011 tra Tunisia, Egitto, Libia, Francia e sud Italia; una regista, un fotografo e un montatore per una produzione low-budget dei tre corti sui centri di identificazione e espulsione. Dal 2012 il blog non riceve più nessun tipo di finanziamento.  


Traduzioni
Hanno collaborato e collaborano, in modo gratuito e in ordine sparso: Vincent Cousi, Stefania Antro, Monika Fritsch, Catalina Pazmiño, Mazhour Hammache, Kawa Saber, Manuel Torralba Molina, Nicola Bavasso, Saverina Bavasso, Marina Maranhão, Petr Krejcir, Pýrýl Erçoban, Natassa Strachini, Massimiliano Beccarisi, Agata Slomska, Gorka Larrabeiti, Laurence Hever, Ismail Ademi, Parvan Oana, Annalisa Maitilasso, Valentina Crespi, Berrima Fatima, Lia Yoka, Claudia Tripiciano, Nikos Nikolaidis, Ole Poulsen, Patricia Villen Meirelles Alves, Renate Albrecht, Karin Leiter, Peter Tsvetkov, Hanny Keulers, Elizabeth Carson, Judith Gleitze, Alexandra D'Onofrio, Veronic Algeri, Camilla Gamba, Mohamed Naguib e la redazione di Aljarida.

Al rapporto sulla Libia, "Fuga da Tripoli", hanno collaborato Sara Prestianni, Mussie Zerai, Marco Carsetti, e per le traduzioni Yasha Maccanico e Veronic Algeri.

Al rapporto sull'Algeria, "Effetti collaterali", hanno collaborato Ntamag Elom Romeo e Zinahad Boukar Patrice.