31 July 2009

Brevi dalla frontiera n°2

OSPITANO BADANTI IRREGOLARI,SEQUESTRO IMMOBILE
ARCEVIA (ANCONA), 30 LUG - I carabinieri di Arcevia hanno sequestrato nella frazione di Piticchio un immobile, del valore di 500 mila euro, dove una donna di 83 anni e il figlio di 61, E.N. e A.F., ospitavano due donne albanesi prive di permesso di soggiorno. I due sono stati denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per aver assunto alle proprie dipendenze come badanti le due straniere irregolari. L'immobile, che ha una superficie di circa 250 metri quadrati, con circa 1.500 mq di giardino annesso, nel caso si dovesse giungere a una condanna di madre e figlio sarà oggetto di confisca e, nel caso sia disposta la vendita, il ricavato potrebbe essere destinato al potenziamento delle attività di prevenzione e repressione dei reati in tema di immigrazione clandestina. (ANSA)

29 July 2009

Sangue a Igoumenitsa: muore kurdo pestato dalla polizia greca

Patrasso, giovane afgano ferito dalla polizia portuale, FotofraxiaPATRAS, 29 luglio 2009 – Arivan Abdullah Osman aveva 29 anni. Lo polizia lo catturò all’interno del porto di Igoumenitsa. Era lo scorso 3 aprile 2009. Arivan stava tentando di nascondersi sotto un camion pronto a imbarcarsi su un traghetto diretto in Italia. Viaggiava senza documenti, era in fuga dal Kurdistan iraqeno. Quando la polizia lo acciuffò fu brutale. Testimoni oculari sostengono che gli agenti gli sbatterono con violenza la testa contro un blocco cemento. Un colpo fatale. Che gli causò un’emorragia interna e danni cerebrali irreversibili. Arivan è morto due giorni fa, il 27 luglio, dopo quattro mesi di coma all’ospedale Papanikolaou di Salonicco. Il ministro greco della Marina, Anastassios Papaligouras ha espresso il suo cordoglio per la vittima, e ha chiesto la riapertura del caso, visto che le indagini non avevano individuato nessun responsabile.

28 July 2009

Lettera degli eritrei a Tripoli. Torturati in Libia come in Eritrea

TRIPOLI, 23 luglio 2009 - Abbiamo ricevuto questa lettera dalla comunità eritrea di Tripoli. Sotto anonimato, per evidenti motivi di sicurezza. A quanto pare infatti l'Ambasciata eritrea in Libia starebbe cercando di individuare le nostre fonti per metterle a tacere

A long column of Eritrean soldiers moves to new positions on the central front as Ethiopia launched a new attack on Eritrea, June 2000  Photo: REUTERS

27 July 2009

Brevi dalla frontiera n°1

ROMA, 24 luglio 2009 – Da oggi iniziamo a pubblicare sul blog, una volta a settimana, i brevi lanci delle agenzie stampa sul tema delle frontiere europee. In evidenza la polemica tra Fini e le autorità libiche, che hanno negato la visita ai campi di una delegazione di parlamentari. Poi il nuovo accordo tra Italia e Algeria, il sequestro dei cantieri del nuovo Cie a Lampedusa e il respingimento a Malta di 9 emigrati che dall’isola cercavano di fuggire, nascosti su un traghetto diretto a Pozzallo, in Sicilia. Attenzione alla notizia del Daily Mail: a Calais i rifugiati non si tagliano i polpastrelli perché hanno precedenti penali, ma solo perché le loro impronte sono state registrate in Italia o in Grecia, e quindi non potrebbero chiedere asilo in un altro Paese Ue firmatario della convenzione di Dublino.

26 July 2009

Omicidio volontario al pescatore che ributtò mare naufrago somalo

AGRIGENTO, 22 luglio 2009 - Omicidio volontario. Con questa accusa la Corte di Agrigento ha condannato ieri in primo grado il pescatore barese, comandante Ruggiero Marino. Il 10 gennaio 2008 ributtò in mare uno dei passeggeri di un gommone alla deriva intercettato al largo di Lampedusa. La vittima, un 37enne somalo di nome Mohamud Ahmed Mohamed, detto Sanwà, morì annegato. Marino dovrà scontare 12 anni di carcere. La pena è stata ridotta di un terzo per il rito abbreviato. Al comandante sono state riconosciute le attenuanti generiche essendo incensurato. Marino è stato anche condannato a risarcire un gruppo dei compagni di viaggio di Sanwà, che si erano costituiti parte civile.

25 July 2009

Eritrea: le speranze dell'indipendenza tradite dalla repressione

ROMA, 18 luglio 2009 - Ex-colonia italiana, l'Eritrea è indipendente dall'Etiopia dal 1993. I primi anni di governo di Isayas Afewerki avevano fatto ben sperare i suoi 4 milioni di abitanti. I nuovi giornali, la smobilitazione dell'esercito, la Costituzione. Ma il nuovo e sanguinoso conflitto con l'Etiopia, dal 1998 al 2000, bloccò il processo democratico. La popolazione fu richiamata alle armi. Nel settembre 2001, furono arrestate 15 note personalità del governo che avevano chiesto libere elezioni. La stampa libera fu chiusa e i giornalisti finirono in carcere, insieme a leader religiosi, sospetti oppositori, e fedeli della non autorizzata Chiesa Evangelica. Migliaia di prigionieri politici, oggi detenuti in terribili condizioni e sistematicamente torturati.

Eritrea: voices of torture

ROMA - Tra il settembre e l'ottobre del 2002, Malta ordina il rimpatrio di 223 cittadini eritrei, soccorsi al largo dell'isola sulle rotte per l'Italia. Gli uomini, detenuti in un campo per richiedenti asilo, sono incappucciati, picchiati e deportati, in piena violazione della Convenzione di Ginevra sui rifugiati e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tornati in Eritrea, sono detenuti e torturati nella prigione di Adi Abeito. Questo è il trattamento che il governo di Asmara riserva ai disertori del proprio esercito, in guerra con l'Etiopia. Dopo un primo tentativo di fuga, sono trasferiti nel carcere di massima sicurezza dell'isola di Dahlak Kebir. Molti perdono la vita. Un gruppo riesce a scappare, ma sono di nuovo arrestati e portati nella prigione di Sawa. Finché un ultimo tentativo di evasione riesce. Oggi alcuni di loro vivono in Canada e in Nord Europa. E hanno raccontato la loro odissea.

Il documentario dura 19 minuti. Prodotto nel 2006da "Human Rights Concern - Eritrea", scritto e diretto da Elsa Chyrum, con Surafel Yacob e Amanuel Eyasu



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Lavori forzati e torture per gli eritrei deportati dalla Libia

Soldati eritrei


ROMA, 18 luglio 2009 – L'Eritrea sta investendo molto nel turismo. Lungo il mar Rosso ad esempio, a metà strada tra Massawa e Assab, c'è un albergo a Gel'alo che nessun turista dovrebbe perdersi, specialmente se italiano. Se non altro perché è stato costruito da esuli eritrei costretti ai lavori forzati dopo essere stati arrestati sulla rotta per Lampedusa e rimpatriati dalla Libia su voli finanziati dall'Italia. Proprio così. Non chiedete spiegazioni all'ambasciata eritrea, potrebbero fraintendere. Secondo la propaganda della dittatura infatti, quell'hotel è frutto del coraggio della gioventù eritrea, e in particolare delle forze armate, dal 2002 impegnate in un programma di sviluppo del paese, denominato Warsay Yeka'alo. Noi invece le spiegazioni siamo andate a chiederle agli unici tre che da quell'inferno sono riusciti a scappare e che oggi vivono in Europa. Hanno accettato di parlarci, ma sotto anonimato e a patto di non svelare la città dove oggi vivono sotto protezione internazionale.

23 July 2009

Letter from the Eritreans in Tripoli. Tortured in Libya as in Eritrea

TRIPOLI, July 23 2009 - After the message which informed us about the deportation to Libya of the 74 Eritreans refugees intercepted at sea by the Italian forces the last July 1st 2009, the Eritrean community in Tripoli wrote us again. This in their letter, under anonymity, for obvious security reasons.

London calling: "The Northern Jungle" Part II

London Calling: "The Northern Jungle", finalista del premio Ilaria Alpi 2009

La fuga dopo la fuga. Attraverso l'Europa. Dalla Francia all'Inghilterra.
Attraverso la jungle di Calais.
Seconda parte dello splendido documentario di Nguyen Vincent e Desbordes Jean-Sebastien.
Trasmesso da France 2 il 15 novembre 2008.



GUARDA LA PRIMA PARTE DEL DOCUMENTARIO

Per saperne di più vi invitiamo infine a scaricare La loi de la jungle
un rapporto davvero completo di Cfda su Calais e dintorni

London calling: "The Northern Jungle" Part I

Finalista del premio Ilaria Alpi 2009.

La fuga dopo la fuga. Attraverso l'Europa. Dalla Francia all'Inghilterra.
Attraverso la jungle di Calais.
Prima parte dello splendido documentario di Nguyen Vincent e Desbordes Jean-Sebastien.
Trasmesso da France 2 il 15 novembre 2008



GUARDA LA SECONDA PARTE DEL DOCUMENTARIO

Per saperne di più vi invitiamo infine a scaricare La loi de la jungle
un rapporto davvero completo di Cfda su Calais e dintorni

22 July 2009

Libia: l'Acnur incontra gli eritrei respinti e accusa l'Italia

ROMA, 14 luglio 2009 - A una settimana dalla nostra inchiesta sui rifugiati eritrei respinti in Libia, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) esprime il suo sdegno per quanto accaduto. E conferma l'uso della forza dei nostri militari ai danni di sei rifugiati. Ecco il comunicato stampa dell'agenzia dell'Onu.

21 July 2009

Badanti. Queste migliaia di donne ostaggio dell'Italia

ROMA, 9 luglio 2009 - Una settimana dopo l'approvazione del pacchetto sicurezza, il governo studia una sanatoria per le badanti. Ma chi sono queste centinaia di migliaia di donne? Se ne parla poco. Arrivano senza fare rumore. In modo regolare, con dei visti turistici, dai paesi dell'Est Europa. E poi rimangono ostaggio del nostro Paese. E non perché i datori di lavoro siano schiavisti. Ma per il semplice fatto che in Italia è impossibile fare un contratto di lavoro a uno straniero, a meno che non si voglia assumere qualcuno a scatola chiusa dall'altro lato del mondo e prima del suo ingresso in Italia. E allora si aspettano i decreti flussi, anno per anno, lavorando in nero, per poi fare carte false per raggirare le leggi xenophobe. Ma intanto gli anni passano. Lontano dalle famiglie che questo esercito di donne abbandona a casa, per assistere i nostri anziani e i nostri malati e potere così garantire un futuro ai propri figli.

20 July 2009

C'erano 74 rifugiati eritrei tra gli 89 respinti il primo luglio

TRIPOLI, 6 luglio 2009 – Erano eritrei i passeggeri dell’imbarcazione respinta al largo di Lampedusa lo scorso primo luglio. Rifugiati eritrei. Che adesso rischiano il rimpatrio. O la detenzione a tempo indeterminato nelle carceri libiche, dove già sono stati tratti in arresto. I 65 uomini si trovano nel campo di detenzione di Zuwarah. Le 9 donne nel campo femminile di Zawiyah, a ovest di Tripoli. Abbiamo ricevuto la lista completa dei loro nomi dalla comunità eritrea di Tripoli. Non possiamo pubblicarla per evidenti motivi di sicurezza. Si tratta nella maggior parte dei casi di disertori dell’esercito. Sono una piccola parte degli almeno 130.000 eritrei rifugiati in Sudan. Da anni in Eritrea ragazzi e ragazze, raggiunta la maggiore età, sono obbligati alla coscrizione militare a tempo indeterminato e i disertori sono puniti col carcere. E la stessa fine fanno giornalisti, obiettori di coscienza, uomini politici e leader religiosi in un Paese che dopo l’indipendenza, dal 2001 è stretto in una morsa sempre più autoritaria. L’Italia conosce la situazione eritrea. La conosce talmente bene che lo scorso anno ha concesso un permesso di soggiorno alla maggior parte dei 2.739 eritrei sbarcati sulle coste siciliane. In nome degli obblighi internazionali verso i rifugiati politici. Ma i tempi adesso sono cambiati. I respingimenti in mare sono la regola. Poco importa se si rimandano in Libia persone che rischiano la vita in caso di rimpatrio.

19 July 2009

A sud di Lampedusa




Girato da Andrea Segre nel deserto del Sahara, in Niger, nel maggio 2006 e realizzato in collaborazione con Stefano Liberti e Ferruccio Pastore, "A Sud di Lampedusa" documenta le difficoltà dei viaggi nel deserto e raccoglie le testimonianze dei migranti stagionali arrestati in Libia e abbandonati alla frontiera nigerina. Catturati durante retate della polizia e detenuti in condizioni degradanti per poi essere deportati. Uno di loro racconta che i detenuti del campo di Sabha sono costretti ai lavori forzati per costruire il nuovo commissariato della polizia.

Proponiamo una selezione di circa 8 minuti del documentario, che dura 31 minuti, ed è stato prodotto e distribuito da Cespi e Sid (tel. +39 06 4872172). Per contattare il regista http://andreasegre.blogspot.com/

Speciale Niger. Arlit, città dell'uranio e dell'emigrazione

[TERZA PUNTATA]

ARLIT, 7 luglio 2009 - Arrivo ad Arlit alle due di pomeriggio. Il caldo è insopportabile, nonostante i tre metri di turbante a proteggere la testa dai raggi cocenti del sole. Arlit è sorta nel 1971 dopo la scoperta dell’uranio da parte delle francesi Sominair e Cominak. Le miniere sono alle porte della città e impiegano 2.000 dei suoi 100.000 abitanti. La sera stessa trovo un passaggio per la Libia. L’intermediario è un algerino. Si fa chiamare Zidane, ha 34 anni. Lo incontro al bar “Le Coin”. Ci scoliamo un paio di birre gelide. In tre giorni può farmi arrivare fino a Ubari. L’autista è fidato. Un tuareg di Arlit sposato con una libica, che vive a Ubari. Lo incontro la mattina dopo. Si chiama Brahim. Mi guarda con sospetto, vuole sapere con insistenza la mia nazionalità. Dico che non è importante. Ma alla fine gli affari sono affari. Vuole 150.000 franchi (228 euro). Si parte nel giro di una settimana. Deve riempire i 40 posti del pick-up. Mi prendo 24 ore per decidere.

Speciale Niger. Agadez crocevia dei traffici verso il Sahara

[SECONDA PUNTATA]

AGADEZ, 6 luglio 2009 - Arrivo ad Agadez con un convoglio scortato dai mezzi blindati dell’esercito. È notte. Siamo una cinquantina di veicoli, tra camion, autobus e fuoristrada. La ribellione dei tuareg non è ancora domata. E nel caos che si è generato, hanno preso piede gruppi di banditi che assalgono e derubano chi attraversa le strade del nord del paese. Quando scendo dall’autobus, all’autostazione della Rimbo Transports, vengo subito fermato da un intermediario. Un certo Musa. Gli parlo in arabo senza svelare la mia nazionalità. E dico che cerco un passaggio per la Libia, prima possibile. Il suo arabo è più elementare del mio, e se la beve. Dopo venti minuti a piedi nelle strade buie e polverose di Agadez, facciamo ingresso nell’autostazione. Abderrahman è il titolare dell’agenzia Akakus. Sulla porta è appeso un poster di Gheddafi. Su una lavagnetta sul muro, sono scritti a gesso i prezzi dei trasporti: Dirkou 25.000 franchi (38 euro), Djanet 110.000 (167 euro) Ghat 140.000 (212 euro) Gatrun 150.000 (228 euro) Tamanrasset 110.000 (167 euro). Mi presento. Un ragazzo nigeriano ci interrompe, ma è urgente. Ha il numero di cellulare della sorella in Spagna, che può mandare i soldi del biglietto con Western Union. Ma non sa il prefisso. Glielo dico io. Non prende. Pazienza.

Speciale Niger. Sulle rotte degli exodants a Tchin Tabaraden.

TCHIN TABARADEN, 3 luglio 2009 – “L’emigrazione qui fa parte della vita di tutti”. Fati Ajina parla con sarcasmo della situazione del Niger. “In posti dove un uomo passa una settimana senza 5 franchi in tasca, magari avendo dei bambini a casa da sfamare, partire è l’unica alternativa”. Sulla poltrona di fronte, sotto gli occhiali da sole, Alex annuisce con la testa sorseggiando l’ennesimo tè alla menta: “Ci sono villaggi dove per sposare una donna basta portare in dote un asino, per andare a prendere l’acqua ai pozzi”. Siamo a Tahoua. Lungo l’unica strada asfaltata che porta verso il nord del paese. Le pareti d’argilla della casa sono decorate con tende e tappeti. Oltre ad essere giornalista, Fati è la vice-sindaco di Tchin Tabaraden. Fondamentale punto di partenza degli “exodants” nigerini, fin dagli anni Ottanta, prima verso l’Algeria e oggi anche verso la Libia. Sconosciuta in Europa, da qualche anno il suo nome suona familiare nei villaggi del Ghana come nelle periferie di Benin City. Sempre più “costieri” passano da qui sognando l’Europa. Il fratello più piccolo di Fati vive a Tchin Tabaraden e è disposto a farmi incontrare gli autisti. Parto l’indomani mattina, a bordo di un vecchio fuoristrada pick-up con le balestre tenute insieme da vecchie corde ingiallite.

18 July 2009

Quando Berlusconi piangeva...

ROMA, 4 luglio 2009 - Era il 30 marzo del 1997. Una nave della Marina militare italiana aveva colpito e affondato un barcone carico di albanesi, durante un'operazione di respingimento, provocando una strage al largo delle coste pugliesi. Allora Berlusconi si presentava alle telecamere piangendo per la sorte di quegli emigrati. Sono passati dodici anni. È cambiato tutto. E non è cambiato niente.


Il servizio è tratto da una puntata di Ballarò

ግዱድ ዕዮን ስቅያትን ኤርትራውያን ጥሩዛት ካብ ሊብያ

Soldati eritrei

Photo Shawn Baldwin

ሮማ፡ ኤርትራ ኣብ ቱሪዝም ብዙሕ ወፍሪ’ያ ተካይድ ዘላ። ኣብ ገማግም ቀይሕ-ባሕሪ ንኣብነት፡ ኣብ መንጎ ባጽዕን ዓሰብን ዝርከብ ሓድሽ ጽርግያ፡ በጻሕቲ ብፍላይ ድማ ኢጣልያውያን ፈጺሞም ከይበጽሕዎ ክሓልፉ ዘይከኣል ሆተል፡ ኣብ ከተማ ገላዕሎ ተደኩኑ ይርከብ። ምኽንያቱ፡ እንተወሓደ በቶም ኣብ መንገዲ ላምፓዶዛ ተታሒዞም፡ ካብ ሊብያ ኢጣልያ ብዝኽፈለቶ በረራ ናብ ኤርትራ ዝተጠረዙ ኤርትራውያን ስደተኛታት ብግዱድ ዕዮ ዝተሰርሐ ስለዝኾነ። ሓቂ’ዩ። ግን በጃኩም፡ ንኤምባሲ ኤርትራ ክገልጸልኩም ኣይትሕተትዎ፡ ምክንያቱ ከጋግየኩም’ዩ። ብመሰረት ፕሮፖጋንዳ ናይ ውልቀ-መላኽነት፡ እቲ ሆቴል ውጽኢት ናይ ጻዕሪ ሓይልታት ምክልኻል፡ ማለት ካብ 2002 ኣብ ወፍሪ ዋርሳይ-ይከኣሎ ተጸሚዱ ዘሎ ምኳኑ ስለ-ዝምድር። ኣነ ብውልቀይ ከኣ ነቶም ካብ’ቲ ገሃንም ኣምሊጦም ዝወጹ ሰልሰተ መንእሰያት ተወሳኪ መግለጺ ክህቡኒ ክሓተኦም ክኸይድ ወሲነ፡ ኣብ ኣየናይ ከተማ ኤውሮጳ ተዓቁቦም ምህላዎም ይኩን ኣሽማቶም ብሕቡእ ኮይኑ፡ C: Lን Fን እቶም ከዘራሪቦም ፍቃደኛታት ዝነበሩ’ዮም።

እቲ ሓቂ ካብ ግንቦት 2004 ይጅምር። ሓንቲ፡ መብዛሕቲኦም ኤርትራውያን ተሳፈርቲ ዝጸዓነት ኣርጊት ናይ ምግፋፍ ዓሳ ጃልባ፡ ከባቢ 172 ተሳፈርቲ ሒዛ ናብ ላምፓዶዛ ነቂላ፡ ድሕሪ ገለ ጉዕዞ ግና መንገዳ ቀይራ ንገማግም ባሕሪ ሊብያ ገጻ ተመልሰት። ኣብ ጸግዒ ሓደ ከውሒ ምስ በጽሐት ከኣ ኩሉ ሰብ ናይ ከምልጠሉ ዝኽእል ኣንፈት ክሃድም ጀመረ፡ እንተኾነ ግዳ መብዛሕቲኦም ተተሒዞም ኣብ ምስራታ ተኣሲሮም። C. ከኣ ምስ ካልኦት ክልተ ኣዕርኹቱ ክሃድም ፈተነ፡ እንተኾነ ግን ዳግማይ ኣብ ደገ ናይቲ ካንቸሎ ተታሕዙ። ኣብ ናይ በይኖም ሸላታት ከኣ ንሰለስተ መዓልታት ብሓያል መግረፍቲ ተሳቀዩ። ድሕሪ ከባቢ ሓደ ወርሒ ምድጓኖም ከኣ ናብ ካልእ ኣብ ትሪፖሊ ዝርከብ መዳጎኒ መዓስከር ተሰጋገሩ። ሓደ ንግሆ ከኣ ፍሉያት ሓይልታት ወተሃደራት ናብቲ እሱር-ቤት መጽዮም። “ብርክት ዝበሉ ኤርትራውያን ከኣ ኣብ መካይን ክጽዕንዎም ጀሚሮም፡ እንታይ ይግበር ከም ዘሎ ካባና ክግምት ዝከኣለ ሰብ ኣይነበረን። ከም ቀደሞም ምስግጋር ናብ ካልእ ቦታ መሲሉና። እንተኾነ ግና ከምኡ ኣይነበረን። እታ መኪና ኣብ ውሽጢ ናይ ትሪፖሊ ወተሃደራዊ መዓርፎ-ነፈርቲ ጠጠው በለት፡ Air Libya Tibesti ከኣ ትጽበዮም ኔራ። ሓምለ 21, 2004’ዩ፡ ኣብ ውሽጢ 48 ሰዓታት ኣብ ቅድሚ ትዕዝብቲ ኣምባሳደር ኤርትራ ኣብ ሊብያ ሰሰስተ ነፈርቲ ተበጊሰን፡ ብጠቅላላ ከኣ 109 ስደተኛታት ተጠሪዞም።

ኣብ መዓርፎ ነፈርቲ ኣስመራ ከኣ ሰራዊት ይጽበዮም ኔይሩ። ብዙሕ ተብ-ተብ ተገይሩ፡ ፊስካ ተሃሪማ ከኣ ኣብ ወተሃደራውያን መካይን ተጻዒኖም ናብ ገማግም ቀይሕ-ባሕሪ ዝርከብ ገላዕሎ ተወሲዶም።እዚ እሱር-ቤት ኣይኮነን፡ ግና ግዱድ ዕዮ ዝካየደሉ መዳጎኒ መዓስከር። ካብ’ቲ ከተማ ወጺኻ ጽላል ክትረክብ ኣጸጋሚ’ዩ። እቲ መዓስከር ከኣ ብጽዑቃት ኣሻዃት ሓጹር ዝተኽበ’ዩ፡ ስለዚ ፈተነ ህድማ ፈጺሙ ኣይከኣልን። ኣብ ትሕቲ ጽኑዕ ሓለዋ ከኣ፡ ኩሉ ግዜ ንጎሆ ሰዓት 6ቅ.ቀ አሱራት ተሰሪዖም ናብ ናይ ስራሕ ቦታ፡ ናብ’ታ መርኣያ ምዕባለ’ዛ ሃገር ክትከውን ዝትሰፍወላ ገላዕሎ ሆቴል ይምርሹ። ገለ 100 ካብ ሊብያ ዝተጠረዙ፡ ካልኦት 200 ከኣ ቅድሚ ክልተ ዓመት ካብ ማልታ ዝተጠረዙ። ካልኦት ከኣ ካብ ውትህድርና ዝኮብለሉ ወይ ከኣ ብዘይ ፍቃድ ናብ ሱዳን ክሃድሙ ዝተታሕዙ ይርከብዎም። መዓልቲ በታ ናይ ንግሆ ፊስካ ሰዓት 5 ትጅምር፡ ሰዓት 6 ከኣ ናብ ስራሕ ትወፍር። ብጥራይ እግርኻ እንዳኸድካ፡ በቶም ወተሃደራት እንዳተገፋዕካን እንዳተሓለኻን፡ ብዘይ እኩል መግቢ፡ ኣብ’ቲ ዝወዓየ ምድረበዳ ኤርትራ፡ ሙቀት ክሳብ 45 ዲግሪ ዝበጽሓሉ ኣብቲ ህንጻ ይሰርሑ። ንምሳሕን ድራርን ባኒ ማይ ጌሮም ይበልዑ። C: Fን: Lን ከኣ ኣብ ከምዚ ኩነታት ንዓሰርተ ኣዋርሕ፡ ማለት ክሳብ ግንቦት 30 2005 ጸኒሖም። ብድሕሪ’ዚ ከኣ ናብ ወተሃደራዊ ታዕሊም ዊዓ ተወሲዶም፡ አዚ ካብ 1998 ኤርትራ ግዱድ ዕስክርናን ንሂወትካ ምሉእ ምግላጋልን ተካይደሉ ቦታ’ዩ። ኣብ መንጎ’ዚ ኩሉ ቤተሰቦም ክበጽሕዎም ኮነ፡ ዝኮነ ናይ ቴለፎነ ርክብ ክገብሩ ኣይተፈክደሎምን፡ ብዛዕባ ሃለዋቶም መን ተገዲስሎም።

እዚ ዛንታ እዚ ብካለእ ራብዓይ ናይ ዓይኒ ምስክር ተደጊፉ’ዩ። ንሱ ሓደ ካብቶም 232 ኤራውያን ስደተኛታት ካብ ማልታ ናብ ኤርትራ ኣብ መስከረም 2002 ዝተጠረዙ እሞ ኣብ 2005 ብ ኤልሳ ጭሮም ቃለ-መጠየቅ ዝተገብረሉ’ዩ። ናይ ዓይኒ ምስክር ነቶም ብጥምየት ብጽምእን ስእነት ሕክምናን ዝሞቱ እሱራት። “ኩሉ ሰብ ይፈልጥ’ዩ። ኣልኣዛር ገብረንጉስ ካብ ማልታ ኣብ 2002 ተጠሪዙ፡ ብጉድለት ሕክምና ሞይቱ፡ ንባናናን ኣራንሽን አንዳለመነ። ጽምእን ጥምየትን እቲ ዋዒን እኩላት ኣብ ዘይኮንሉ እዋን ከኣ እቶም እሱራት ናይ ግድን ይግረፉ” ብምባል ከኣ ይዛረብ’ቲ ስደተኛ።
ሳልሳይ ምንጪ ነዚ ዘራጉድ እውን ኣሎ። ኣብቲ ብ ሁማን ራይትስ ዋች፡ “ኣገልግሎን ንምሉእ ህይወት” ኣብ ትሕቲ ዝብል ኣርእስቲ ዝወጸ ጸብጻብ፡ ሓደ ምሉእ ምዕራፍ ብዛዕባ ኣገባብ ግፍዒ የጠቃልል። ኤልክትሪኮ፡ ፌሮ፡ ጄሶ፡ ክሪስቶ፡ ጎማ። ናይ ቋንቋ ጣልያን ቃላት ኣብ ኣገባግ ምስቃይ ከኣ ገለ ካብ ግዜ ግዝኣት ኢጣልያ ዝተወርሰ ኣገባባት ክኸውን ይኽእል። እዚ ጸብታብ እዚ ብዛዕባ እቶም ካብ ሊብያ ኣብ 2004 ዝተጠረዙን፡ ብዛዕባ እቶም ኣብ 2002 ካብ ማልታ ዝተተረዙን’ውን የጠቃልል። ከም ኣገላልጻ ሁማን ራይትስ ዋች፡ ኣብ ኣዝዩ ጽኑዕ እሱርቤታት ደሴት ዳህላክ ከቢር፡ ኣብ ትሕቲ-መሬት ዝርከቡን ብዚንጎ ዝተሰርሑ ክፍልታት፡ ብጻዕቂ፡ ጥምየትን ሃሩርን ከም ዝተኣስሩ የረጋግጽ።

ዝበዝሑ ካብቶም 3000 ዝኮኑ ኣብ 2008 ኢጣልያ ዝኣተዉ ኤርትራውያን ዑቅባ ክወሃቦም ሓቲቶም፡ ኣብ ትሕቲ ዓለምለኻዊ ዑቅባ ከኣ መንበሪ ፍቃድ ተዋሂብዎም። ሕጆ’ውን እንተኾነ፡ ኢጣልያ ኣብ መሬታ ከይበጽሑ ከለዉ ክትክልክሎም’ያ ትጽዕር ዘላ። እቲ ዛንታ ገና ኣይጀመረን፡ በቶም ኣብ ዝሓለፈ ሓምለ 1, 2009 ናብ ሊብያ ዝተጠረዙ ይኹን ብዛዕባ እቶም ኣብ ምስራታ ካብ 2006 ኣትሒዞም ተኣሲሮም ዝርከቡ ከባቢ 700 ዝኾኑ ኤርትራውያን ወላ ሓደ ኣይተነግረን። እቲ ዛንታ ብC: Fን: Lን ጀሚሩ ኣሎ። እወ፡ ኣብ 2004 ብኢጣልያ ዝተወደበን ዝተመወለን ጥርዝያ፡ ኣብ ኣርባዕተ በረራታት ተጠሪዞም። እዚ ከኣ ብመሰረት ኢጣልያ ምስ ቃዛፊ ኣብ 2003 ዝገበርዎ ውዕል ኣብ ጉዳይ ስደተኛታት’ዩ። እዚ ኣብ ኤውሮጳዊ ሕብረት ዝርከብ ጸብጻባት ዘረጋግጽዎ’ዩ። ሓደ ራብዓይ በረራ’ውን ኔሩ፡ እንተኾነ ኣብ መዓልቦኡ ኣይበጽሐን።ምኽንያቱ ከኣ መጭወይቲ ስለዘጋጠመ። ኣብ ነሓሰ 2004’ዩ ኔሩ፡ ገለ 84 ዝኾኑ ተሳፈርቲ ነታ ነፋሪት ብምቁጽጻር ኣብ ካርቱም ሱዳን ኣውሪዶምዋ፡ ኣብኡ ከኣ ብላዕለዋይ ተጸዋዒ ስደተኛታት ናይ ስደተኛ መሰል ረኪቦም። ዕድል ገይሮም ነቲ ዋርሳይ ይከኣሎ ዝተባህለ ወላ ሓደ ኣይበርከትሉን!

Forced labour and tortures for Eritreans deported from Libya

Soldati eritrei
Photo Shawn Baldwin

ROME - Eritrea is investing a lot in tourism. Along the Red Sea for example, somewhere along the new road between Massawa and Assab, there is a hotel in the town of Gel'alo which no tourist should miss, especially the Italians. At least because it was built by Eritrean refugees arrested on the route to Lampedusa, deported from Libya on a flight paid by Italy and then sentenced to forced labour. That's right. But please, do not ask the Eritrean embassy for explanations, they could misunderstand. According to the propaganda of the dictatorship, that hotel would be the result of the courage of the Eritrean youth of the defence forces, engaged since 2002 in a wide development program, known as Warsay Yeka'alo Campaign. Personally, I preferred to ask for more explanations to the only three men who managed to escape from that hell. C., L. and F. agreed to talk to me, but under the conditions of being anonymous and of not revealing the European city where they are living today under international protection.

Eritrea: hopes betrayed by the regime repression

Former Italian colony, Eritrea is independent from Ethiopia since 1993. The first years of the government of Isayas Afewerki gave many hopes to its 4 million inhabitants. The new free press, the demobilization of the army, the adoption of the Constitution. But the new and bloody war with Ethiopia, from 1998 to 2000, stopped the democratic process. The population was called to arms. In September 2001, 15 personalities of the Government who had asked for free elections were arrested and the elections cancelled. The newspapers were closed and the journalists put in prison, together with the religious leaders, suspected opponents, and faithful of the unauthorized Evangelical Church. Thousands of political prisoners who until today are held in terrible conditions and systematically tortured.

17 July 2009

Passa il pacchetto in-sicurezza. 650.000 persone diventano illegali

ROMA, 3 luglio 2009 - Ieri il Senato ha dato il via libera al pacchetto sicurezza. Manca soltanto la firma del presidente della Repubblica e 650.000 cittadini del nostro paese diventeranno illegali. Non per i crimini commessi. Ma per la semplice presenza sul suolo italiano senza un adeguato documento di soggiorno. Vivono e lavorano nel nostro paese da anni. Non hanno i documenti perché nel labirinto della nostra burocrazia un contratto di lavoro non è sufficiente ad avere un permesso di soggiorno. E perché i permessi scadono, e basta un cavillo per non poterli rinnovare. La clandestinità è la prima tappa forzata della maggior parte dei percorsi migratori in questo paese. Una tappa che ora è equiparata a un reato. C'è chi le ha già chiamate le nuove leggi razziali. Di sicuro c'è che centinaia di migliaia di persone si troveranno costrette a vivere ai margini. Rischiano di essere arrestate e detenute fino a sei mesi nei centri di identificazione e espulsione. Senza i documenti avranno paura di andare in ospedale, di iscrivere i figli a scuola, di registrare i nuovi nati all'anagrafe e non potranno sposarsi. E chi affitta loro la casa rischia il carcere. Come succedeva fino agli anni Novanta agli italiani clandestini in Svizzera. Non solo abbiamo rimosso la nostra storia di emigrati. Abbiamo saputo fare peggio degli altri.

Sassari annulla laurea a Gheddafi. Ma l'Ue continua a corteggiarlo

RAGUSA, 17 luglio 2009 – Bocciata la laurea honoris causa a Gheddafi. Dopo le dichiarazioni del nuovo Rettore dell’Università di Sassari rese subito dopo la sua elezione, oggi anche il Consiglio della facoltà di Architettura di Sassari ha espresso parere negativo alla proposta avanzata dalla facoltà di Giurisprudenza di conferire la laurea honoris causa in diritto al leader libico Gheddafi. Contro il conferimento della laurea, oltre 1.200 professori universitari italiani avevano sottoscritto un appello promosso dai Radicali, che motivava la contrarietà al conferimento, recuperando un minimo di verità storica sull'operato di Gheddafi e del suo quarantennale Regime.

16 July 2009

Dopo Patrasso, Calais. La polizia francese pronta a attaccare i rifugiati

CALAIS, 16 luglio 2009 - Dopo Patrasso, Calais. La distruzione è annunciata. Secondo fonti sicure, citate dall'associazione francese Salam, martedì 21 luglio scatterà una massiccia operazione di polizia per distruggere gli accampamenti nella boscaglia di Calais, dove da anni - dopo la chiusura del centro di Sangatte - vivono nella clandestinità emigranti e rifugiati che dal nord della Francia tentano di imbarcarsi sui traghetti diretti in Inghilterra. Dietro il rastrellamento della "jungle" - come la chiamano in gergo i migranti - ci sarebbero degli accordi firmati da Francia e Inghilterra al summit di Evian lo scorso 6 luglio. E dopo la distruzione della "jungle", l'obiettivo è l'organizzazione di voli charter congiunti anglo-francesi diretti in Afghanistan. Un paese che Londra e Parigi ritengono sicuro... nonostante vi si continui a combattere una sanguinosissima guerra, che solo nei primi sei mesi dell'anno ha fatto più di 2.600 morti.

Per ogni aggiornamento vi rimandiamo a http://calaismigrantsolidarity.wordpress.com

Riprendono gli sbarchi: 116 eritrei e somali nel siracusano

SIRACUSA, 16 luglio 2009 - Ce l'hanno fatta ad eludere i pattugliamenti di Frontex e a raggiungere direttamente la costa siciliana della riserva di Vendicari, in provincia di Siracusa, già teatro di un drammatico naufragio nel 2007. Ieri lo sbarco. Sono 116 persone, altre 50-80 mancano all'appello e potrebbero aver raggiunto altre città italiane. La maggior parte sono somali e eritrei. Ci sono 18 donne e 12 bambini. Una donna in gravidanza è stata ricoverata in via cautelativa all'ospedale Trigona di Noto. Gli altri si trovano nel centro di prima accoglienza di Cassibile.

15 July 2009

Respinti in Libia. Le foto esclusive di Paris Match

MODICA, 28 giugno 2009 - Il 5 maggio 2009 a bordo della motovedetta italiana Bovienzo, che riportò a Tripoli 80 naufraghi salvati in alto mare, c'era anche il giornalista François de Labarre e il fotografo Enrico Dagnino, della rivista francese Paris Match. Una testimonianza esclusiva che vi riproponiamo mostrandovi questo video. E invitandovi a rileggere il loro articolo, tradotto in italiano da Internazionale: Immigrati: il sogno infranto. Qua invece trovate l'intervista al fotografo Enrico Dagnino.

14 July 2009

Report on the destruction of Patras Refugees Camp

A report by the Greek "Movement for the Rights of Refugees and Immigrants in Patras"
kinisi.yperaspisis@gmail.com

The consequences of the war by EU and US in Afghanistan are more than apparent in Greece. This war created thousands of refugees who are trying to survive by traveling to “democratic” Europe. Thousands have died on this “journey” and those that arrived alive face a “fortress Europe.” The following is a report about the destruction of a point of arrival, a refugee camp, in the third biggest town in Greece, Patras.

Acnur: senza tetto i richiedenti asilo di Patrasso dopo lo sgombero

Il comunicato dell'Acnur dopo la distruzione del campo dei rifugiati a Patrasso

ATENE, 14 luglio 2009 - L’Alto Commissariato delle nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime preoccupazione per la sorte di centinaia di migranti irregolari, fra i quali anche richiedenti asilo e rifugiati, in seguito all’abbattimento durante il weekend del campo spontaneo di Patrasso, in Grecia. Nella mattinata di domenica (12 luglio) le autorità greche sono intervenute ed hanno smantellato il campo. Durante l’operazione sono stati individuati 44 minori non accompagnati e trasferiti presso uno centro di accoglienza specializzato a Konitsa, nel nord della Grecia. Altri 20-25 richiedenti asilo registrati sono stati identificati e trasferiti in alloggi a Patrasso, mentre un numero imprecisato di residenti del campo privi di documenti sono stati arrestati e condotti alla stazione di polizia di Patrasso.

13 July 2009

Msf: preoccupazione per lo sgombero del campo di Patrasso

COMUNICATO STAMPA DI MEDICI SENZA FRONTIERE

MSF È PROFONDAMENTE PREOCCUPATA PER LE CONDIZIONI DEI MIGRANTI, DEI RIFUGIATI E DEI RICHIEDENTI ASILO, DOPO LO SGOMBERO DA PARTE DELLA POLIZIA GRECA DEL CAMPO TEMPORANEO DI PATRASSO

MSF CHIEDE ALLE AUTORITÀ GRECHE DI ASSICURARE CONDIZIONI DI VITA DIGNITOSE E ASSISTENZA MEDICA ADEGUATA

"Come un uomo sulla terra" in onda sulla RAI

RAGUSA, 30 giugno 2009 - Dopo 200 proiezioni in tutta Italia, dopo i premi italiani e internazionali, dopo le quasi 10.000 firme raccolte, dopo lo straordinario successo della campagna nazionale "Io non respingo", finalmente il documentario "Come un uomo sulla terra" va in onda sulla Rai. Sarà trasmesso il 9 luglio 2009 alle 23.40 su RAI TRE all'interno della trasmissione DOC 3. Vi invitiamo a darne massima diffusione. Continuate a firmare la petizione, ormai siamo vicini alle 10.000 firme!

07 July 2009

Italien: 74 eritreische Flüchtlinge nach Libyen zurückgeschoben

TRIPOLI - 7/7/09 - Auf dem Flüchtlingsboot, das am 1.7.2009 vor Lampedusa nach Libyen zurückgeschoben wurde (es waren insgesamt 89 Flüchtlinge) waren auch eine große Anzahl eritreischer Flüchtlinge. Politische Flüchtlinge. Die nun mit der Abschiebung rechnen müssen. Oder mit Haft auf unbestimmte Zeit in libyschen Gefängnissen, in denen sie schon einmal waren. Die 65 Männer befinden sich in der Haftanstalt von Zuwarah, die 9 Frauen im Frauengefängnis von Zawiyah, im Osten Tripolis’. Wir haben die komplette Liste der Eritreer erhalten, können sie aber aus Sicherheitsgründen nicht veröffentlichen. Es handelt sich zum größten Teil um Kriegsdienstverweigerer. Sie sind ein kleiner Teil der ca. 130.000 eritreischen Flüchtlinge, die sich im Sudan befinden. Jahrelang wurden die jungen Frauen und Männer Eritreas zum Militärdienst rekrutiert, sobald sie das dazu notwendige Alter erreichten und wurden gezwungen, diesem auf unbestimmte Zeit zu dienen; Verweigerer werden inhaftiert. Journalisten, aufmerksame Beobachter, Politiker und religiöse Führer trifft das gleiche Schicksal in diesem Land, welches sich seit seiner Unabhängigkeit im Jahre 2001 zunehmend autoritär entwickelte. Italien hat Verständnis für die Situation in Eritrea, so viel sogar, dass der Mehrheit der 2.739 Eritreer, die im letzten Jahr an der sizilianischen Küste landeten, eine Aufenthaltsgenehmigung bewilligt wurde. Dies geschah in Übereinstimmung mit internationalen Auflagen für politische Flüchtlinge. Die Zeiten haben sich jedoch geändert. Erzwungene Zurückweisungen auf See gehören mittlerweile zur Norm. Es spielt kaum eine Rolle, dass Menschen, die im Falle einer Heimkehr ihr Leben riskieren würden, zurück nach Libyen zurückgesandt werden.

Libya: externalize the borders to externalize asylum?

ROMA, 7 JULY 2009 - Macchi, Smalto and Buonocore. Write down these three names. They are the names of the three patrol boats of the Guardia di Finanza departed the 14th May towards Tripoli form the port of Gaeta, after two weeks drilling, with 41 officers on board. They are ships of 90 tonnes and 27 meters long, with capacity to reach a speed of 43 nodes and to sail in the open seas. After being handed over to the Libyan Navy, they will be used to bring back to Tripoli all the migrants and refugees intercepted at sea. Soon they will be flanked by more patrol boats. The mission, of the duration of three years, will be based at Zuwarah , where 10 Italian officers have already been sent to upkeep the operational units , whereas some Libyan officers are to be located by the Operational headquarters of the Guardia di Finanza (Custom officers) in Lampedusa.

Spécial Niger. Arlit, la ville de l’uranium et de l’émigration

[TROISIEME PARTIE]

ARLIT, 7 Juillet 2009 – J’arrive à Arlit à deux heures l'après-midi. La chaleur est insupportable, malgré les trois mètres de turban sur la tête. La ville est née en 1971, après la découverte de l'uranium par les Français. Les mines sont aux portes de la ville et emploient 2.000 de ses 100.000 habitants. Le même jour de mon arrivée, je trouve un passage pour la Libye. L'intermédiaire est un Algérien. Il se fait appeler Zidane, il a 34 ans. Je le rencontre au bar "Le Coin". Nous buvons deux bières glacés. Dans trois jours, il peut me faire arriver à Ubari. Le chauffeur est un ami. Un touareg d’Arlit marié à une Libyenne, qui vit à Ubari avec leurs enfants. Je fait sa connaissance le lendemain matin. Il s'appelle Brahim. Il me regarde avec méfiance, il insiste pour connaître ma nationalité. Je dis que ce n'est pas important. Finalement les affaires sont les affaires. Il veut 150.000 francs (228 euros). Il compte partir dans une semaine. Mais d’abord il doit vendre les 40 places de son pick-up. Je me prends 24 heures pour décider.

06 July 2009

74 réfugiés érythréens parmi les refoulés en Libye du 1 juillet

TRIPOLI, 6 JUILLET 2009 – Les passagers de l'embarcation refoulée au large des côtes de Lampedusa le premier juillet étaient des érythréens. Des réfugiées érythréens, qui maintenant risquent le rapatriement ou bien la détention dans les prisons libyennes, où ils se trouvent en état d’arrestation. Les 65 hommes se trouvent dans le centre de détention de Zuwarah. Les 9 femmes dans celui de Zawiyah, à l'ouest de Tripoli. La communauté érythréenne de Tripoli nous a fourni la liste complète de leurs noms, que nous ne pouvons pas publier pour des évidentes raisons de sécurité. Parmi eux il’ y a beaucoup de déserteurs de l'armée. Ils ne sont qu'une petite partie des au moins 130.000 érythréens réfugiés au Soudan. Depuis des années en Érythrée, la population est obligés à une conscription militaire à temps indéterminé et les déserteurs sont punis avec la détention. Le même destin est souvent réservé pour les journalistes, les objecteurs de conscience, les politiciens et les leaders religieux dans un Pays qui, depuis son indépendance devient de plus en plus autoritaire. L'Italie connaît bien la situation érythréenne. Elle la connait tellement bien que l'année dernière a accordé le permis de séjour à la plus part des 2.739 érythréens débarqués sur les côtes siciliennes, dans le cadre des obligations internationales vers les réfugiés politiques. Mais aujourd'hui les temps ont changé. Les refoulements en mer sont devenus la règle. Peu importe si on renvoie en Lybie des personnes qui risquent la vie en cas de rapatriement.

Spécial Niger. Agadez, carrefour des trafics aux portes du Sahara

[DEUXIEME PARTIE]

AGADEZ, 6 Juillet 2009 – J’arrive à Agadez dans un convoi escorté par les blindés de l'armée. La nuit est déjà tombée. Nous sommes une cinquantaine de véhicules, y compris camions et autobus. On voyage en convoi pour réduire le risque d’être attaqués par les bandits qui ont pris pied dans le nord du Pays jeté dans le chaos avec la dernière rébellion touareg. A mon arrivée à la gare routière de la compagnie Rimbo Transports, je suis arrêté par un intermédiaire. Un certain Musa. Je lui parle en arabe, sans révéler ma nationalité. Je dis que je cherche un passage pour la Libye, sans passeport, le plus tôt possible. Son arabe est pire que le mien, il me croit. Quelques minutes après, nous somme à l’auto-gare. Abderrahman est le responsable de l'agence de voyage Akakus. Sur la porte est accroché un poster de Kadhafi. Les prix des billets sont écrits à la craie sur une petite ardoise sur le mur. Dirkou 25.000 francs (38 euros), Djanet 110.000 (167) Ghat 140.000 (212 euros), Gatrun 150.000 (228 EUR), Tamanrasset 110.000 (167 euros). Je me présent. Un garçon nigérian nous arrêt, mais c’est urgent. Il a récupéré le numéro de téléphone de sa soeur en Espagne. Elle peut envoyer à l’agence l'argent du billet avec Western Union. Mais il ne connaît pas le préfix. Je lui le dis moi-même. Il n’y a pas de réseau. Patience.

Habìa 74 refugiados eritreos entre los 89 inmigrantes rechazados el 1 julio

TRIPOLI, 6 de julio 2009 – Eran eritreos los pasajeros de la embarcaciòn rechazada en la costa de Lampedusa el pasado primero de julio. Estos podrìan ser rempatriados o encarcelados por largo tiempo en las prisiones libias, donde ya habìan sido arrestados. Los 65 hombres se hallan en el campo de detenciòn de Zuwarah. Las 9 mujeres en el campo femenil de Zawiyah, al oeste de Trìpoli. Recibimos la lista completa de sus nombres por parte de la comunidad eritrea de Trìpoli, pero por obvios motivos de seguridad, no podemos publicarla. Se trata, en su mayorìa, de desertores del ejèrcito. Son una pequeña parte de los almenos 130 mil refugiados eritreos en Sudàn. Desde hace años, en Eritrea, los muchachos y muchachas al alcanzar la mayorìa de edad son obligados a enrolarse en el ejèrcito por tiempo indeterminado y los desertores son castigados con la càrcel. El mismo destino les espera a periodistas, objetores de conciencia, polìticos y lìderes religiosos en un paìs que despuès de su independencia en el 2001 es cada vez màs autoritario. Italia conoce la situaciòn eritrea. La conoce tan bien que el año pasado concediò un permiso de estadìa a la mayor parte de los 2739 eritreos que desembarcaron en las costas sicilianas. Lo hizo en nombre de los acuerdos internacionales a favor de los refugiados polìticos. Pero ahora los tiempos han cambiado y los rechazos en el mar son la norma. Poco importa si son reenviadas en Libia personas cuya vida corre peligro en caso de reempatrio.

74 Eritrean Refugees Amid 89 Sent Back to Libya on July 1st

TRIPOLI, July 6, 2009 - The passengers of the vessel denied entrance off the coast of Lampedusa, Italy on July 1st were Eritrean: Eritrean refugees who now risk being repatriated or held indeterminately in Libyan prisons where they have already been arrested. Sixty-five men are in the detention camp Zuwarah while nine women are being held in the women's camp Zawiyah, west of Tripoli. We received a complete list of the internees' names from the Eritrean community of Tripoli but cannot publish it out of concern for their safety.

05 July 2009

Immigrazione: 40 respinti in Libia

Sette persone ricoverate negli ospedali di Catania

(ANSA) - PALERMO, 5 LUGLIO 2009 - Sono stati ricoverati negli ospedali di Catania sette dei 47 migranti soccorsi ieri a circa 70 miglia a sud di Lampedusa. I migranti, a bordo di un gommone di otto metri lasciato alla deriva, sono stati trasbordati in una motovedetta della Guardia di Finanza e in un mezzo della Guardia costiera. I medici, a bordo del guardacoste, hanno constatato che sette persone, tra cui 5 donne, stavano male. In nottata i rimanenti 40 clandestini sono stati respinti in Libia.

Liste der dokumentierten Zurückweisungen nach Libyen

Vom 5. Mai bis zum 5.Juli 2009 wurden belegbar 1.122 Flüchtlinge und MigrantInnen von Italien nach Libyen zurückgewiesen. 24 Somalier und Eritreer haben mittels des Anwalts Anton Giulio Lana aus Rom Klage vor dem europäischen Menschenrechtsgerichtshof eingereicht. Weitere 74 eritreische Asylsuchenden hatten keinerlei Möglichkeit zur Kontaktaufnahme mit einem Anwalt.

04 July 2009

Pacchetto sicurezza. Le reazioni delle associazioni

Asgi: ''Momento buio per la democrazia''
BOLOGNA - “E' un momento veramento buio per la storia della nostra democrazia e per la tutela dei diritti umani, un attacco ai principi costituzionali di uguaglianza e libertà”. Questo il commento di Lorenzo Trucco, presidente di Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, “un monstrum giuridico di cui soffriremo le conseguenze negli anni a venire”. Già negli scorsi mesi Asgi aveva espresso forti critiche ai provvedimenti contenuti nel disegno di legge. In particolare l’associazione aveva lanciato l’allarme sui cosiddetti “bambini invisibili”: per un genitore straniero senza permesso di soggiorno sarebbe infatti impossibile registrare il proprio figlio all’anagrafe. Ma le preoccupazioni riguardano anche gli adulti, a partire dal prolungamento della permanenza nei Cie.

03 July 2009

Spécial Niger. Sur les routes des exodants à Tchin Tabaraden

[PREMIERE PARTIE]

TCHIN TABARADEN 3 Juillet 2009 – « L'exode fait partie de notre vie. » Fati Ajina parle avec sarcasme de la situation au Niger. « Dans des endroits où un homme peux passer une semaine sans cinq francs dans la poche, avec des enfants à la maison, l’exode est la seule alternative. » A son coté, sous les lunettes de soleil, Alex acquiesce d’un signe de tête, en sirotant l’énième thé: «Tu sais – il dit - il y a des villages où un âne est suffisant comme dot pour épouser une femme, pour aller chaque jour au puit chercher de l'eau" . Nous sommes à Tahoua. Le long de la seule route asphaltée qui mène au nord du pays. Les murs d’argile de la maison sont décorées avec des rideaux et des tapis. Fati est journaliste, et est aussi la vice-maire de Tchin Tabaraden. Une ville aux portes du Sahara, qui depuis les années quatre-vingt est devenu un important point de départ des «exodants» vers l'Algérie et la Libye. Presque inconnue en Europe, depuis quelques années le nom de cette ville est devenu familier aussi dans les villages du Ghana et dans les périphéries de Benin City, au Nigeria. De plus en plus de « côtièrs » passent par ici en rêvant l'Europe. Le petit frère de Fati habite à Tchin Tabaraden et est disposé à me mettre en contact avec les chauffeurs. Je pars le lendemain matin, à bord d'un vieux quatre-quatre.

La strage continua: 459 morti nei primi sei mesi del 2009

ROMA, 2 luglio 2009 – Diminuiscono i morti alle frontiere. Per la prima volta negli ultimi tre anni. Nel primo semestre del 2009 le vittime censite dalla stampa internazionale lungo le rotte dell’emigrazione nel Mediterraneo sono state 434, a cui vanno aggiunte le 25 persone scomparse lungo le frontiere terrestri, tra cui i tre ragazzi finiti sotto i camion nei porti italiani dell’Adriatico. Lo scorso anno, nello stesso periodo, i morti documentati erano stati 985. I dati – basati sulle notizie della stampa internazionale - sono stati diffusi dall’osservatorio Fortress Europe. Il motivo principale della diminuzione dei naufragi è la oggettiva diminuzione del numero degli arrivi. Soprattutto in Italia e in Spagna. Dall’avvio dei respingimenti in Libia, il 7 maggio, gli sbarchi in Sicilia si contano sulle dita di una mano. E alle isole Canarie, in Spagna, non c’è stato nessuno sbarco nei mesi di aprile e maggio, e a giugno le barche giunte sull’arcipelago sono state molto poche. Effetto dei respingimenti in alto mare, e dei pattugliamenti congiunti operati da Frontex in Senegal e Mauritania. Tuttavia è ancora presto per confrontare i dati. Dalla stampa dei paesi del sud del Mediterraneo arrivano infatti pochissime notizie sul tema. Per cui non si può dire con certezza se i morti siano diminuiti o se semplicemente i naufragi avvengano in zone più lontane dagli occhi delle nostre telecamere, sotto costa libica, o in alto mare.

02 July 2009

Das Sterben geht weiter: 459 Tote in den ersten sechs Monaten 2009

ROM, 2 Juli 2009 -- Die Zahl der Toten an den Grenzen sinkt. Das erste Mal in den letzten drei Jahren. Die Presse berichtete im ersten Halbjahr 2009 von 434 Toten auf den Migrationsrouten im Mittelmeer. Dazu gerechnet werden müssen die 25 an den Landgrenzen gestorbenen Menschen, unter ihnen drei Jugendlichen, die unter einem Lastwagen geklemmt über die Adria in einen italienischen Hafen kamen. Im letzten Jahr gab es im gleichen Zeitraum 985 Tote. Die Daten, auf Berichten der internationalen Presse basierend, wurden von Fortress Europe veröffentlicht. Eine Erklärung für die Verringerung der Schiffsunglücke ist der Rückgang der Ankünfte. Vor allem in Spanien und Italien. Seit dem Beginn der Zurückweisungen auf See nach Libyen am 7. Mai 2009 kann man die Ankünfte in Sizilien an einer Hand abzählen. Auch auf den Kanaren gab es im April und Mai keine Ankünfte, im Juni kamen nur sehr wenige auf der Inselgruppe an. Das sind die Folgen der Zurückweisung auf See, der gemeinsamen Patrouillen mit Senegal und Mauretanien, koordiniert durch Frontex. Aber es ist noch zu früh, um die Daten wirklich mit dem Vorjahr zu vergleichen. Aus dem südlichen Mittelmeerraum erreichen uns kaum Meldungen. Deshalb kann man nicht mit Sicherheit sagen, ob die Zahl der Toten gesunken ist oder ob die Schiffsunglücke nicht einfach in weit abgelegenen Gegenden, in der Nähe der libyschen Küste oder auf hoher See, geschehen, und damit für unsere Augen und Kameras nicht mehr sichtbar sind.

Η σφαγή συνεχίζεται: 459 άνθρωποι σκοτώθηκαν στους πρώτους μήνες του 2009

ΡΩΜΗ, 2 Ιουλίου 2009 - Για πρώτη φορά τα τελευταία τρία χρόνια μειώνονται οι νεκροί στα σύνορα. Το πρώτο εξάμηνο του 2009, τα θύματα της μετανάστευσης που καταγράφηκαν στον διεθνή Τύπο ήταν 434 στη Μεσόγειο, άλλα 25 άτομα έχασαν τη ζωή τους στα από ξηράς σύνορα, μεταξύ των οποίων και τρία ανήλικα αγόρια που βρέθηκαν νεκρά κάτω από φορτηγά στα ιταλικά λιμάνια της Αδριατικής. Την προηγούμενη χρονιά, την ίδια περίοδο οι καταγεγραμμένοι νεκροί ήταν 985. Αυτά τα στοιχεία, που βασίζονται σε δημοσιεύματα στον διεθνή Τύπο, έχουν κυκλοφορήσει από το παρατηρητήριο της Fortress Europe. Ο κύριος λόγος για τη μείωση των θανάτων υπήρξε η αντικειμενική μείωση του αριθμού των αφίξεων, ειδικά στην Ιταλία και την Ισπανία. Με το που άρχισαν οι επαναπροωθήσεις στη Λιβύη, στις 7 Μαϊου, οι αφίξεις στις ακτές της Σικελίας μετριούνται στα δάχτυλα του ενός χεριού. Στα Κανάρια το ίδιο: Καμία άφιξη δεν παρατηρήθηκε τους πρώτους μήνες του 2009 μέχρι και τον Μάιο, ενώ τον Ιούνιο οι βάρκες που έφτασαν στο αρχιπέλαγος ήταν ελάχιστες. Όλ’ αυτά είναι αποτελέσματα των επαναπροωθήσεων στη θάλασσα και των περιπολιών της Frontex σε Σενεγάλη και Μαυριτανία. Είναι ωστόσο νωρίς να επαφεθούμε στα στοιχεία αυτά.

The massacre continues: 459 deaths in the first 6 months of 2009

ROME, 2 July 2009 – The number of deaths at the border fell for the first time over the last three years. In the first semester of 2009, the victims reported by the international press along the routes of emigration in the Mediterranean have been 434, to which the 25 people who disappeared along land borders must be added, including the three boys who ended up under lorries in the Italian Adriatic harbours. Last year, over the same period, there had been 985 documented deaths. The figures –based on news from the international press- were divulged by the Fortress Europe observatory. The main reason for the decrease in shipwrecks is the objective decrease in the number of arrivals, particularly in Italy and Spain.

Tabella: migranti intercettati nel Mediterraneo e nell'Atlantico dal 2006 al 2008


Isole CanarieAndaluciaCanale di SiciliaMaltaMar Egeototale
20089.0893.01736.9002.70015.315
67.021
200712.6243.74820.4506139.24046.675
200632.0005.57919.0003114.00060.890

Tabella: migranti intercettati nel Canale di Sicilia e migranti respinti in Libia


200320042005200620072008
Migranti intercettati
nel Canale di Sicilia*
14.00013.00017.50019.00020.45536.900
Migranti arrestati in
Libia e rimpatriati
43.00054.00047.99153.84230.490**
*escluso imigranti intercettati a Malta, dato trascurabile
**dato non pervenuto

Tabella: vittime dell'immigrazione alle frontiere europee dal 2006 al 2008



Isole CanarieAndaluciaCanale di SiciliaSardegnaMar EgeoAltroTotale
2008136216642601812671502
2007745142556652571771.942
200610352153020734632.088
Totale191657315001255119075532

Nei nostri archivi trovate i dati sugli anni precedenti divisi per area geografica
Canale di SiciliaSpagna e Canarie
Mar EgeoMar Adriatico

Ευρώπη-Φρούριο: 1.502 μετανάστες και πρόσφυγες έχασαν τη ζωή τους το 2008


ΡΩΜΗ- Το εντοπίζει ένας ψαράς, το απόγευμα της 26 Δεκεμβρίου. Το πτώμα έπλεε στα στενά της Μελίγια, τον ισπανικό θύλακα στο Μαρόκο. Πρόκειται για το θύμα νούμερο 1.502 του 2008. Υπάρχει μια μείωση κατά 23% των θανάτων, αφού οι καταγεγραμμένοι νεκροί του 2007 στα σύνορα της ΕΕ έφτασαν τους 1.942 και ήταν λίγο λιγότεροι από τους 2.088 που είχαν καταγραφεί το 2006. Είναι βέβαια δύσκολο να συγκρίνουμε τα στοιχεία, καθότι αφορούν μόνο τα στοιχεία που δημοσιεύτηκαν επίσημα στον Τύπο. Είναι αδύνατον να γνωρίζει κανείς τον αριθμό των ναυαγίων-“φαντασμάτων”… Τέτοια ναυάγια ωστόσο δεν διαφεύγουν της προσοχής των ψαράδων στα στενά της Σικελίας, που συνεχώς πιάνουν στα δίχτυα τους ανθρώπινα πτώματα, ειδικά κοντά στις ακτές της Λιβύης.

Sigue la masacre: 459 muertos en los seis primeros meses de 2009

Traducido para Rebelión por Gorka Larrabeiti

ROMA, 2 julio 2009 - Disminuyen los muertos en las fronteras. Por primera vez en los últimos tres años. En el primer semestre de 2009 las víctimas censadas en la prensa internacional en las rutas de la emigración del Mediterráneo han sido 434, a las que se ha de añadir las 25 personas desaparecidas en las fronteras terrestres, entre los que figuran tres chicos que murieron aplastados por camiones en los puertos italianos del Adriático. El año pasado, en el mismo periodo, los muertos documentados fueron 985. Los datos -basados en noticias de la prensa internacional- los ha difundido el observatorio Fortress Europe. El motivo principal de la disminución de los naufragios es la disminución objetiva del número de desembarcos. Especialmente en Italia y España. Desde que comenzaron las devoluciones a Libia, el 7 de mayo, los desembarcos en Sicilia se cuentan con los dedos de una mano. En las islas Canarias no hubo ningún desembarco en los meses de abril y mayo, y en junio los cayucos que alcanzaron el archipiélago fueron muy pocas. Efecto de las devoluciones en alta mar y de las patrullas conjuntas que lleva a cabo Frontex en Senegal y Mauritania. De todos modos, aún es pronto para comparar los datos, ya que llegan poquísimas noticias al respecto de la prensa de los países del sur del Mediterráneo. De ahí que no se pueda decir con exactitud si las muertes han disminuido o bien si los naufragios ocurren en zonas más lejanas de los ojos de nuestras cámaras, cerca de la costa libia o en alta mar.

01 July 2009

Legati mani e piedi. Ecco le espulsioni all'aeroporto di Madrid

MODICA, 27 giugno 2009 - Legato mani e piedi come una bestia, mentre un agente in borghese lo blocca a terra, sotto l'aereo in partenza per Dakar. Normale amministrazione all'aeroporto di Barajas, Madrid. Ma stavolta a filmare le violenze della polizia c'è un regista senegalese, Lamine Mbengue, che per caso si trova al gate di imbarco dello stesso volo. E' il 16 giugno del 2009. Il video girato con il telefonino finisce su internet e viene ripreso dalle tv senegalesi. La vicenda di Massamba Seck, questo il nome della vittima dei maltrattamenti della polizia spagnola, diventa pubblica. Lo sdegno è tale che il ministro della giustizia senegalese, Madicke Niang, ha annunciato ieri l'intenzione del suo governo di presentare una "denuncia (...) per atti inumani e degradanti" ai sensi della Convenzione contro la tortura dell'Onu del 1984. Il ministro si è spinto oltre. Ha ricevuto il regista Lamine Mbengue e ha garantito pubblicamente che il governo senegalese gli garantirà protezione. Una affermazione non scontata, vista l'intesa degli ultimi anni tra il presidente Wade e Zapatero nel campo della cooperazione contro l'immigrazione. Stavolta però la Spagna forse ha davvero alzato il tiro. La novità però è che per la prima volta un governo africano ha alzato la testa. Vedremo come andrà a finire. Guardate il video di Mbengue per rendervi conto di che stiamo parlando.


Paese per Paese

Nel Canale di Sicilia (e in Sardegna) Verso Spagna e Canarie
Nel mar EgeoNel mar Adriatico
Nelle stive di cargo e traghettiNascosti nei tir
Nel deserto del SaharaLungo i fiumi della frontiera
Morire di freddo sui valichiNei campi minati greci
Ammazzati dalla poliziaCeuta e Melilla
Libia: la strage di ZawiyahIn attesa di espulsione
Calais, la Manica, e altri treniNel vano carrello di un aereo
Isola di Mayotte, FranciaStatistiche sugli sbarchi

LE MAPPE DI FORTRESS EUROPE

Io non respingo! Bilancio della campagna nazionale

Io non respingo! Il programma della campagna nazionale
Io non respingo PineroloDal 10 al 20 giugno 2009: 108 eventi in 65 città italiane
Visualizza la MAPPA Scarica il KIT INFORMATIVO
Perché una campagna nazionale - Le adesioni
Lettera delle donne - Lettera del Tavolo Asilo
Firma la petizione sulla Libia
VIDEO Gheddafi sui respingimenti
Il discorso all'università e la censura delle domande
FOTO La manifestazione a Roma e le proteste alla Sapienza. Cronaca da Piazza Farnese. Centinaia di persone al corteo di Cagliari. La lettera al prefetto di Varese. Le immagini di Pavia, Padova, Pisa, Milano, Arcore e Concorezzo, Firenze, Modena (guarda i video), Siena, Genova, Pinerolo e Barcellona. Guarda il video di Celestini a Roma e del presidio a Agrigento, finito con una retata. Vietata la fiaccolata a Varese. A Castel Volturno permessi di soggiorno in nome di dio. Iniziative anche a Malta. Io non respingo a fumetti
Fini annuncia una missione parlamentare. Ma intanto i respingimenti continuano
Morire di speranza: preghiera ecumenica a Roma
ESPOSTO Le associazioni scrivono all'Ue, all'Onu e al Consiglio d'Europa - La condanna dell'ECRE

Per acquistare la maglietta "Io non respingo", scrivete a associazione.stranamore@gmail.com

Lampedusa, respinti in Libia gli 89 naufraghi soccorsi ieri sera

PALERMO, 1 LUGLIO 2009 - (Adnkronos) - Sono stati respinti e sono gia' arrivati a Tripoli, in Libia, gli 89 immigrati soccorsi ieri sera nel Canale di Sicilia da una nave della Marina Militare. L'unita' della Marina ha trasbordato gli extracomunitari, tra i quali c'erano nove donne e tre bambini, su una motovedetta libica che li ha riportati in Libia da dove erano partiti.

Respinti in Libia altri 89 migranti. Erano a 25 miglia da Lampedusa

ROMA, 1 luglio 2009 - Ancora respingimenti nel Canale di Sicilia. L'ultimo è avvenuto ieri sera a circa 25 miglia a sud di Lampedusa. Gli 89 passeggeri a bordo del gommone, tra emigranti e rifugiati, sono stati presi a bordo da una nave della Marina militare, il pattugliatore Orione, che li ha trasbordati su una motovedetta libica e portati in carcere. Tra i respinti ci sono anche 9 donne e 3 bambini. E pensare che proprio ieri il presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva giudicato "immorali" i respingimenti affermando che "sarebbe in alcuni casi come condannare quella persona a morte".

Per approfondire:
Respinti in Libia. Le foto esclusive di Paris Match

مصرع وفقد 1030 مهاجر مصرى خلال عام 2008

تقرير جديد لمركز الارض

" لست خطر ، نعم اهاجر بشكل غير قانونى لان الظروف والأوضاع هنا صعبة ومستحيل ايجاد حلول ... احاول ان اعيش ولكنى افشل دائما ... وبالرغم من اعتقالى وتعرضى للموت لكنى لن اتوانى عن تكرار المحاولة لتحقيق حلمى بالعيش فى اوروبا ، ان الموت غرقا بالبحر افضل من الحياة مقهور فى هذا الوطن !! "من تقرير الارض"

Contatti

Toscano, viaggiatore, scrittore, giornalista pluripremiato e disoccupato. Gabriele Del Grande è nato a Lucca nel 1982, si è laureato a Bologna in Studi Orientali. Nel 2006 ha fondato l’osservatorio sulle vittime dell’emigrazione Fortress Europe. Ha collaborato e collabora occasionalmente con L’UnitàRedattore SocialePeace Reporter e altri. Per Infinito edizioni ha pubblicato i libri Mamadou va a morire (2007, vincitore del premio Santa Marinella, tradotto in spagnolo e tedesco), Il mare di mezzo (2010, vincitore dei premi Colomba d'oro, Pro Asyl Hand, Uisp Mandela e Ivan Bonfanti) e Roma senza fissa dimora (2009). Ha inoltre collaborato alla redazione del libro+DVD Come un uomo sulla terra (2009) e al quarto taccuino del premio Ilaria Alpi Africa e Media (EGA).

Per contattarlo: gabriele_delgrande@yahoo.it

Fortress Europe è dedicato alla memoria delle vittime dell'emigrazione e alla denuncia dei crimini commessi alla frontiera contro migranti e rifugiati. Nato nel gennaio 2006, si regge su una rete volontaria di giornalisti, traduttori e associazioni. I viaggi di ricerca sono stati finanziati nel 2008 e 2009 dalla fondazione lettera27.

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Traduzioni
Hanno collaborato e collaborano, in ordine sparso: Vincent Cousi, Stefania Antro, Monika Fritsch, Catalina Pazmiño, Mazhour Hammache, Kawa Saber, Manuel Torralba Molina, Nicola Bavasso, Saverina Bavasso, Marina Maranhão, Petr Krejcir, Pýrýl Erçoban, Natassa Strachini, Massimiliano Beccarisi, Agata Slomska, Gorka Larrabeiti, Laurence Hever, Ismail Ademi, Parvan Oana, Annalisa Maitilasso, Valentina Crespi, Berrima Fatima, Lia Yoka, Claudia Tripiciano, Nikos Nikolaidis, Ole Poulsen, Patricia Villen Meirelles Alves, Renate Albrecht, Karin Leiter, Peter Tsvetkov, Hanny Keulers, Elizabeth Carson, Judith Gleitze. Le traduzioni in arabo sono curate da Aljarida

Al rapporto sulla Libia, "Fuga da Tripoli", hanno collaborato Sara Prestianni, Mussie Zerai, Marco Carsetti, e per le traduzioni Yasha Maccanico e Veronic Algeri

Al rapporto sull'Algeria, "Effetti collaterali", hanno collaborato Ntamag Elom Romeo e Zinahad Boukar Patrice