ROMA, 27 maggio 2009 - Il leader libico Muammar Gheddafi visiterà l’Italia dal 10 al 12 giugno. Una tappa storica, che segna il riallineamento di Roma e Tripoli. Gheddafi parlerà di affari, ma anche e soprattutto di immigrazione, e di respingimenti in mare. Chi conosce quale destino attende gli emigranti e i rifugiati respinti al largo di Lampedusa e imprigionati nelle carceri libiche, non può rimanere indifferente e complice. Per questo invitiamo tutti a manifestare il proprio dissenso, per non rimanere indifferenti, e per essere migliori di chi ci rappresenta. Siamo tanti. Siamo molti di più di quanto possiate immaginare. Siamo decine di migliaia di persone. Siamo una rete i cui nodi non si conoscono ancora, ma che in due anni ha sostenuto più di 350 iniziative e eventi in tutta Italia, quali la presentazione del libro “Mamadou va a morire” di Gabriele Del Grande (Fortress Europe), il film documentario “Come un uomo sulla terra” di Asinitas e Zalab, la commemorazione civile dei morti in mare alla Scuola di Italiano di Asinitas, l'esposizione dei manifesti 'luoghi comuni' nella rete di trasporti a Milano e tra breve a Roma, gli incontri formativi e di condivisione di iniziative da Torino a Trieste, da Milano a Napoli, da Trento a Palermo. Grazie a voi, sono state raccolte 7.000 firme in pochi mesi per chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni dei migranti in Libia. Grazie a voi, negli ultimi 20 giorni più di 30.000 persone hanno scaricato da Fortress Europe i reportage sulla Libia. Ma informarsi non basta. È arrivato il momento di fare di più
Vi chiediamo di organizzare un evento nel periodo compreso tra il 10 giugno, data di arrivo di Gheddafi in Italia, e il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato. Scendete nelle strade, davanti alle Prefetture, raccogliete firme per la nostra petizione, distribuite il kit informativo che trovate sui nostri siti, organizzate proiezioni del documentario e dibattiti, coinvolgete gli emigrati e i rifugiati del vostro territorio. Per essere visibili, abbiamo bisogno di decine di iniziative, in tutta Italia, accomunate da un unico slogan: “IO NON RESPINGO”.
Penseremo noi a fare da ufficio stampa nazionale, voi comunicateci le adesioni e spediteci foto e video. Fare una grossa manifestazione a Roma è difficile. Farne cento in tutta Italia è più facile e può avere maggiore visibilità. Il governo italiano e quello libico devono sapere che esiste una massa critica, consapevole di quanto accade nei campi libici, che manifesta il proprio dissenso e chiede il rispetto del diritto internazionale, come già hanno fatto le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa, il Tavolo Asilo, la Cei.
Segnalate le adesioni a gabriele_delgrande@yahoo.it
Abbiamo già 108 eventi in programma in tutta Italia!! Guarda la mappa!
Per le modalità di proiezione del film scrivete a: comeunuomosullaterra@zalab.org
VI PROPONIAMO UN KIT INFORMATIVO DA STAMPARE E DISTRIBUIRE
SCHEDA SBARCHI: LE SEI MENZOGNE DEL GOVERNO
SCHEDA LIBIA: I LATI OSCURI DEL PATTO CON LA LIBIA
SCHEDA GHEDDAFI: I CRIMINI DEL REGIME LIBICO
PETIZIONE PER UNA INCHIESTA PARLAMENTARE SULLA LIBIA
MODULO RACCOLTA FIRME PER LA PETIZIONE
Guantanamo Libia. I nuovi gendarmi dell'Italia
La porta di ferro è chiusa a doppia mandata. Dalla piccola feritoia si affacciano i volti di due ragazzi africani e un di egiziano. L’odore acre che esce dalla cella mi brucia le narici. Chiedo ai tre di spostarsi. La vista si apre su due stanze di tre metri per quattro. Vedo 30 persone. Sul muro hanno scritto Guantanamo. Ma non siamo nella base americana. Siamo a Zlitan, in Libia. E i detenuti non sono presunti terroristi, ma immigrati arrestati a sud di Lampedusa
Frontiera Sahara. I campi di detenzione nel deserto libico
Stipati come animali, dentro container di ferro. Così gli immigrati arrestati in Libia vengono smistati nei centri di detenzione nel deserto libico, in attesa di essere deportati. Siamo i primi giornalisti autorizzati a vederli. Le condizioni dei centri sono inumane. I funzionari italiani e europei lo sanno bene, visto che li hanno visitati. Ma si astengono da ogni critica, alla vigilia dell'avvio dei pattugliamenti congiunti
Reportage dalla Libia: siamo entrati a Misratah
Di notte, quando cessano il vociare dei prigionieri e gli strilli della polizia, dal cortile del carcere si sente il rumore del mare. Sono le onde del Mediterraneo, che schiumano sulla spiaggia, a un centinaio di metri dal muro di cinta del campo di detenzione. Siamo a Misratah, 210 km a est di Tripoli, in Libia. E i detenuti sono 600 richiedenti asilo politico eritrei, arrestati al largo di Lampedusa o nei quartieri degli immigrati a Tripoli
E poi le nostre inchieste:
Libia: arrestati i superstiti del naufragio, sono a Tuaisha
“Così le navi di Frontex ci respinsero in Libia”
Dall'Unione europea 20 milioni alla Libia contro l'immigrazione
Libia: ecco le foto dei campi di detenzione
La Libia cerca immigrati in Asia, mentre l’Oim pensa ai rimpatri
Libia: ecco il testo dell'accordo segreto con l´Italia
Italia-Libia: Berlusconi firma l'accordo. Presto i pattugliamenti
Italia - Libia: Prodi firma l'accordo per il pattugliamento congiunto
Marocco: le testimonianze degli harragas arrestati in Libia
Per testimonianze audio potete scaricare il documentario di Roman Herzog "Guerra nel Mediterraneo" oppure la nostra intervista telefonica con i rifugiati detenuti a Zawiyah
Per testimonianze video c'è il documentario Come un uomo sulla terra, di Segre, Biadene e Yimer
E poi c'è il nostro rapporto FUGA DA TRIPOLI, del 2007, ricco di materiale e testimonianze dirette dei rifugiati
E la nostra esclusiva MAPPA dei campi di detenzione in Libia
Vi chiediamo di organizzare un evento nel periodo compreso tra il 10 giugno, data di arrivo di Gheddafi in Italia, e il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato. Scendete nelle strade, davanti alle Prefetture, raccogliete firme per la nostra petizione, distribuite il kit informativo che trovate sui nostri siti, organizzate proiezioni del documentario e dibattiti, coinvolgete gli emigrati e i rifugiati del vostro territorio. Per essere visibili, abbiamo bisogno di decine di iniziative, in tutta Italia, accomunate da un unico slogan: “IO NON RESPINGO”.
Penseremo noi a fare da ufficio stampa nazionale, voi comunicateci le adesioni e spediteci foto e video. Fare una grossa manifestazione a Roma è difficile. Farne cento in tutta Italia è più facile e può avere maggiore visibilità. Il governo italiano e quello libico devono sapere che esiste una massa critica, consapevole di quanto accade nei campi libici, che manifesta il proprio dissenso e chiede il rispetto del diritto internazionale, come già hanno fatto le Nazioni Unite, il Consiglio d'Europa, il Tavolo Asilo, la Cei.
Segnalate le adesioni a gabriele_delgrande@yahoo.it
Abbiamo già 108 eventi in programma in tutta Italia!! Guarda la mappa!
Per le modalità di proiezione del film scrivete a: comeunuomosullaterra@zalab.org
VI PROPONIAMO UN KIT INFORMATIVO DA STAMPARE E DISTRIBUIRE
SCHEDA SBARCHI: LE SEI MENZOGNE DEL GOVERNO
SCHEDA LIBIA: I LATI OSCURI DEL PATTO CON LA LIBIA
SCHEDA GHEDDAFI: I CRIMINI DEL REGIME LIBICO
PETIZIONE PER UNA INCHIESTA PARLAMENTARE SULLA LIBIA
MODULO RACCOLTA FIRME PER LA PETIZIONE
QUI INVECE TROVATE TUTTO
IL MATERIALE SULLA LIBIA
I nostri reportageIL MATERIALE SULLA LIBIA
Guantanamo Libia. I nuovi gendarmi dell'Italia
La porta di ferro è chiusa a doppia mandata. Dalla piccola feritoia si affacciano i volti di due ragazzi africani e un di egiziano. L’odore acre che esce dalla cella mi brucia le narici. Chiedo ai tre di spostarsi. La vista si apre su due stanze di tre metri per quattro. Vedo 30 persone. Sul muro hanno scritto Guantanamo. Ma non siamo nella base americana. Siamo a Zlitan, in Libia. E i detenuti non sono presunti terroristi, ma immigrati arrestati a sud di Lampedusa
Frontiera Sahara. I campi di detenzione nel deserto libico
Stipati come animali, dentro container di ferro. Così gli immigrati arrestati in Libia vengono smistati nei centri di detenzione nel deserto libico, in attesa di essere deportati. Siamo i primi giornalisti autorizzati a vederli. Le condizioni dei centri sono inumane. I funzionari italiani e europei lo sanno bene, visto che li hanno visitati. Ma si astengono da ogni critica, alla vigilia dell'avvio dei pattugliamenti congiunti
Reportage dalla Libia: siamo entrati a Misratah
Di notte, quando cessano il vociare dei prigionieri e gli strilli della polizia, dal cortile del carcere si sente il rumore del mare. Sono le onde del Mediterraneo, che schiumano sulla spiaggia, a un centinaio di metri dal muro di cinta del campo di detenzione. Siamo a Misratah, 210 km a est di Tripoli, in Libia. E i detenuti sono 600 richiedenti asilo politico eritrei, arrestati al largo di Lampedusa o nei quartieri degli immigrati a Tripoli
E poi le nostre inchieste:
Libia: arrestati i superstiti del naufragio, sono a Tuaisha
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Per testimonianze audio potete scaricare il documentario di Roman Herzog "Guerra nel Mediterraneo" oppure la nostra intervista telefonica con i rifugiati detenuti a Zawiyah
Per testimonianze video c'è il documentario Come un uomo sulla terra, di Segre, Biadene e Yimer
E poi c'è il nostro rapporto FUGA DA TRIPOLI, del 2007, ricco di materiale e testimonianze dirette dei rifugiati
E la nostra esclusiva MAPPA dei campi di detenzione in Libia