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La Questura di Milano non ha smentito. Al contrario, in un comunicato stampa diramato il 24 marzo 2010 ha dichiarato: “La vicenda giudiziaria che vede interessato un Ispettore di Polizia, promossa dalla cittadina nigeriana *** Joy, è attentamente seguita dall'Amministrazione, nonché dall'Autorità Giudiziaria milanese, da sempre informata sui fatti”.
In quanto persona offesa da un reato (tentato stupro) per il quale deve celebrarsi un processo, Joy avrebbe diritto a un permesso di soggiorno. E non solo per questo. Joy infatti ha chiesto di accedere a un progetto di protezione sociale, come previsto dall'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione, per le donne ridotte in schiavitù per lo sfruttamento della prostituzione.
Nonostante tutto, il rischio di un rimpatrio rimane alto. Uscita dal carcere a febbraio, Joy è stata subito trasferita nel centro di identificazione e espulsione di Modena e da lì trasferita a Roma, dove si trova tutt'ora. In Nigeria l'aspettano gli uomini della mafia nigeriana che l'ha venduta al mercato del sesso. Per riscattare la propria libertà deve ancora pagare loro 8.000 euro. Si sono già fatti vivi con i suoi familiari e l'hanno minacciata al telefono. Joy sa che non scherzano, anche perché in passato, ha detto, gli hanno ucciso tre familiari: il padre, un fratello e una sorella, per costringerla a battere sulle strade degli italiani per ripagare il debito di decine di migliaia di euro contratto con i suoi sfruttatori.