MILANO, 14 agosto 2009 – Finisce con 15 arresti e una decina di contusi la rivolta del centro di identificazione e espulsione di Milano. In Questura sono stati portati 4 donne nigeriane, una del gambia, 4 marocchini, 3 algerini, un ivoriano e un portoghese. Accusati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato saranno processati per direttissima. Tutto era cominciato ieri dopo le prime notifiche della proroga della detenzione di altri 60 giorni a chi già stava dentro da due mesi. Lo prevede il pacchetto sicurezza, che porta a sei mesi il limite massimo della detenzione. Prima lo sciopero della fame, poi la tensione è salita fino all’incendio di alcuni materassi e allo scontro con la polizia, che ci è andata pesante con calci, pugni e manganellate, secondo la testimonianza di uno dei reclusi che abbiamo raggiunto telefonicamente. Le proteste sono scoppiate il giorno dopo l’arrivo al cie di Milano di 30 algerini e tunisini appositamente trasferiti dal cie di Gradisca, in Friuli, per aver sobillato la protesta inscenata nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando una sessantina dei detenuti salirono sul tetto per protestare contro l’allungamento dei termini del trattenimento di altri due mesi. Alcuni di loro intanto sono stati rimpatriati in Algeria.
Ascolta la voce di un detenuto di via Corelli, intervistato da Macerie
E le proteste continuano anche a Torino. Al cie di corso Brunelleschi, ieri è proseguito lo sciopero della fame per il secondo giorno. Nel pomeriggio i reclusi sono riusciti a sfondare le porte, ma sono stati caricati dalla polizia in tenuta antisommossa e malmenati e perquisiti.
Ascolta la voce di un detenuto di corso Brunelleschi intervistato da Macerie