La stampa è un intralcio. E allora meglio tenere lontani i giornalisti. Fora da i ball come abbiamo scritto più volte nel nostro appello. Attenzione alle parole. Perché sottendono punti di vista. E perché rendono tutto banale. Anche la censura. Le parole sono quelle scritte su un documento ufficiale. Porta la firma di Maroni, si tratta della ormai famosa circolare 1305 del primo aprile 2011. La circolare che vieta l'ingresso alla stampa nei centri di identificazione e espulsione (Cie) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) fino a nuova comunicazione. Finalmente siamo in grado di mostrarvi il testo integrale del documento. Maroni ha scritto proprio così. Che la stampa deve stare fuori dai centri "al fine di non intralciare". Certo, perché se ci fosse un minimo contatto con l'esterno potrebbero esplodere rivolte e proteste. Come quella della settimana scorsa a Lampedusa che ha portato al pestaggio di Nizar, il marito di Winny, la ragazza olandese, nel frattempo condannato a otto mesi per lesioni. Qualcosa intorno però si muove. Dopo l'appello che abbiamo promosso con un primo gruppo di giornalisti, e dopo l'interrogazione parlamentare dei radicali Perduca e Poretti al Senato, adesso anche i parlamentari del Pd si sono schierati. Lo hanno annunciato ieri in conferenza stampa Touadi, Vita e Giulietti, impegnandosi a formalizzare quanto prima due interrogazioni parlamentari congiunte nei due rami del Parlamento, che chiedano a Maroni di abrogare la circolare. Per una volta anche il sindacato dei giornalisti (Fnsi) sostiene questa campagna. E sono allo studio una serie di iniziative davanti ai Cie e alle Prefetture. Intanto però, prima di tutto, leggetevi la circolare.