MILANO – Espulsi anche con i figli in Italia. Redattore Sociale ha raccolto la storia di due emigrati detenuti nel centro di identificazione e espulsione di via Corelli, a Milano. K. è in Italia dal 2000, A. dal 2001. Entrambi in Italia hanno una bambina. Ed entrambi saranno espulsi, perché – come ribadito dalla sentenza dell'11 marzo scorso della Corte di Cassazione, la tutela delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela dei minori.
La figlia di K. ha sei anni, e oggi vive a Napoli con i nonni. La mamma invece si trova a Mantova, dove ha trovato lavoro. K. non la vede da due anni, da quando nel 2008 finì in carcere. Lui che in Europa era arrivato nel 2000, con un visto turistico per la Francia, si era messo a posto con i documenti di soggiorno con la sanatoria Bossi-Fini del 2002. Nel frattempo si era fidanzato con un'italiana e avevano avuto la bambina. Poi però il permesso di soggiorno gli è stato ritirato. Era il 2007. Lavorava come tornitore in una ditta del bresciano, il contratto scadeva a ottobre, e non venne rinnovato. Così a novembre, si ritrovò nella clandestinità. Quattro mesi dopo, il 20 marzo 2008, veniva arrestato con una carta di credito falsa e condannato a due anni per truffa e ricettazione. Sarà presto rimpatriato in Ghana, e l'ingresso in Italia gli sarà vietato per i prossimi dieci anni. La figlia la rivedrà quando di anni lei ne avrà 16.
A. invece di figli ne ha cinque e uno in arrivo. I primi quattro rimasero in Senegal quando, nel 2001, lui partì per l'Italia. Viveva a Fermo, nelle Marche, dove lavorava come muratore. La moglie, anche lei senegalese, l'ha raggiunto tre anni fa in Italia. E il 24 giugno 2009 è nata la quinta bambina, che oggi ha nove mesi. E la prossima nascerà in autunno. La moglie di A. infatti è di nuovo incinta. Glielo ha comunicato al telefono la settimana scorsa. Ha lasciato la casa a Fermo, per trasferirsi dal fratello a Brescia, dove si sente più sicura. Sì perché nemmeno lei ha il permesso di soggiorno. A. non riesce a stare tranquillo. Lei è incinta e può avere bisogno del medico, ma ha paura di uscire di casa e di andare in ospedale, ci racconta. Anche lui probabilmente sarà espulso. La sentenza della Cassazione non lascia dubbi sull'interpretazione della legge. E in Italia non lascerà solo la moglie, la figlia neonata e il nascituro, ma anche un credito di 27.000 euro per lavori di muratura che deve ancora riscuotere da una ditta marchigiana.
Leggi anche:
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Gennaio 2010 - La sentenza della Corte di Cassazione: chi ha i figli in Italia non può essere espulso
Marzo 2010 - Marcia indietro della Cassazione: espulsi anche con i figli in Italia
La figlia di K. ha sei anni, e oggi vive a Napoli con i nonni. La mamma invece si trova a Mantova, dove ha trovato lavoro. K. non la vede da due anni, da quando nel 2008 finì in carcere. Lui che in Europa era arrivato nel 2000, con un visto turistico per la Francia, si era messo a posto con i documenti di soggiorno con la sanatoria Bossi-Fini del 2002. Nel frattempo si era fidanzato con un'italiana e avevano avuto la bambina. Poi però il permesso di soggiorno gli è stato ritirato. Era il 2007. Lavorava come tornitore in una ditta del bresciano, il contratto scadeva a ottobre, e non venne rinnovato. Così a novembre, si ritrovò nella clandestinità. Quattro mesi dopo, il 20 marzo 2008, veniva arrestato con una carta di credito falsa e condannato a due anni per truffa e ricettazione. Sarà presto rimpatriato in Ghana, e l'ingresso in Italia gli sarà vietato per i prossimi dieci anni. La figlia la rivedrà quando di anni lei ne avrà 16.
A. invece di figli ne ha cinque e uno in arrivo. I primi quattro rimasero in Senegal quando, nel 2001, lui partì per l'Italia. Viveva a Fermo, nelle Marche, dove lavorava come muratore. La moglie, anche lei senegalese, l'ha raggiunto tre anni fa in Italia. E il 24 giugno 2009 è nata la quinta bambina, che oggi ha nove mesi. E la prossima nascerà in autunno. La moglie di A. infatti è di nuovo incinta. Glielo ha comunicato al telefono la settimana scorsa. Ha lasciato la casa a Fermo, per trasferirsi dal fratello a Brescia, dove si sente più sicura. Sì perché nemmeno lei ha il permesso di soggiorno. A. non riesce a stare tranquillo. Lei è incinta e può avere bisogno del medico, ma ha paura di uscire di casa e di andare in ospedale, ci racconta. Anche lui probabilmente sarà espulso. La sentenza della Cassazione non lascia dubbi sull'interpretazione della legge. E in Italia non lascerà solo la moglie, la figlia neonata e il nascituro, ma anche un credito di 27.000 euro per lavori di muratura che deve ancora riscuotere da una ditta marchigiana.
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