18 August 2008

Bari: reportage dal centro d'accoglienza richiedenti asilo

Fa tappa a Bari il viaggio di Fortress Europe nei centri di identificazione e espulsione (Cie) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). Il Cara di Bari Palese sorge in una base dell'Aeronautica militare. Costruito per accogliere 744 persone, ospita già 978 richiedenti asilo. Tra loro anche due dei superstiti del terribile naufragio di Teboulbah, nel maggio scorso. Solo 70 degli ospiti però saranno accolti nello Sprar alla fine dell'anno. Gli altri torneranno in strada, con o senza documenti. Oppure saranno rimandati in Grecia in base al regolamento Dublino II.


Come nel caso di S., richiedente asilo afgano, che dalla polizia greca è stato pestato, sull'isola di Simi, nel febbraio scorso, prima di arrivare in Italia. Sulle riammissioni in Grecia tuttavia, si è recentemente aperto uno spiraglio. Una sentenza del Tar della regione Puglia, ha infatti bloccato una riammissione di un cittadino afgano, accogliendo le preoccupazioni dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati: la Grecia non è un paese sicuro. Per questo migliaia di afgani ogni anno lasciano il paese ellenico alla volta dell'Italia, nascondendosi nei camion pronti a imbarcarsi sui ferry diretti nei porti dell'Adriatico. Bari è ormai un importante punto di transito di una diaspora che conta 3,1 milioni di profughi, rifugiati in maggior parte in Iran e Pakistan. Ma il viaggio comincia molto prima. Dall'Iran. Attraverso le montagne turche alla volta di Van, nascosti nei tir verso Istanbul e poi tra le onde del mar Egeo.

Bari: reportage dal centro di accoglienza per richiedenti asilo
Pestato dalla polizia greca, rifugiato afgano rischia di tornare ad Atene
Al Cara di Bari uno dei superstiti del naufragio di Teboulbah
Tar boccia Dublino II. Bloccata riammissione in Grecia
Bari capolinea della diaspora afgana. Ma il viaggio comincia dall'Iran

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(18/08/08)