Si era nascosto sotto il camion per eludere i controlli della Polmare. Ogni giorno infatti decine di rifugiati politici afgani e kurdi sono respinti dai porti italiani verso la Grecia. Anche se minorenni. E’ successo anche ieri, ad Ancona. Vi ho assistito personalmente. Alle 14:00, Guardia di Finanza e Polizia controllano i camion in uscita dal traghetto della Anek in provenienza da Patrasso. Un rimorchio telonato, trainato da una motrice del porto, viene bloccato all’uscita della stiva, prima che tocchi la banchina. Due agenti della polizia si avvicinano con una scala. Sciolgono i lacci del telo a colpo sicuro. In alto, sopra la merce, trovano due ragazzi afgani, che escono allo scoperto senza opporre nessuna resistenza. Li osservo da una decina di metri. Sono sicuramente minorenni. Nel giro di trenta secondi, i due poliziotti riportano i due minori non accompagnati sulla nave. Uno degli agenti piega il braccio dietro la schiena al ragazzo, che tuttavia non oppone alcuna resistenza. L’altro invece lo accompagna per mano. Scompaiono.
La polizia si allontana. I camion diretti in Grecia iniziano a imbarcarsi. Alle 19:00 la nave riparte per Patrasso, dove arriverà l’indomani mattina. Sulla banchina non ci sono interpreti, e non c’è traccia degli operatori del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), pagati per assistere le richieste di asilo dei profughi nascosti sulle navi. Sono al lavoro, ma in ufficio. Eppure sono soltanto due i traghetti in arrivo dalla Grecia da monitorare! Fortunatamente però rispondono alla nostra richiesta di aiuto. Anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite (Acnur) è avvisato. Due ore dopo, i minori sono fatti scendere dalla nave e portati in un centro di accoglienza.
Il giorno prima, mercoledì, erano stati respinti in Grecia, dal solo porto di Ancona, 17 persone. E martedì erano stati 10 gli afgani rinviati a Patrasso, in base all’accordo di riammissione tra Italia e Grecia del 2001. Da tempo l’Acnur chiede di bloccare le riammissioni in Grecia dei rifugiati politici. Atene infatti garantisce l’asilo soltanto allo 0,3% dei richiedenti. Intanto la situazione a Patrasso sta per esplodere. Nella baraccopoli vicino al porto, dove vivono accampati i profughi che ogni notte tentano di nascondersi sui camion diretti in Italia, la popolazione è salita da 500 a oltre 1.000 persone. Sono tutti uomini. Sono tutti afgani. Uno su tre è un minore non accompagnato.
Per saperne di più su Patrasso, leggete il nostro reportage “Trappola Grecia: divieto d’ingresso, divieto d’uscita” e guardate la straordinaria photo gallery di Fotofraxia.
Intanto a Venezia è nata una rete di controinformazione sulla violazione dei diritti di migranti e richiedenti asilo al porto di Venezia. Si chiama “Tuttidirittiumani per tutti”. Melting Pot ha appena pubblicato gli atti di un interessantissimo convegno tenutosi a Venezia proprio sui respingimenti in Grecia. Sarebbe il caso che associazioni e realtà di Ancona, Bari e Brindisi si mettessero in contatto con questa esperienza, che ha già un ponte oltre mare, a Patrasso.
Leggi la risposta del Cir di Ancona a questo articolo
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