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25 February 2010

La truffa dell'accoglienza. Arrestati gli avvocati del Cara di Cassibile

tratto da la Sicilia

SIRACUSA - Avviavano l’iter di assistenza legale per gli immigrati sbarcati in Sicilia e smistavano la pratica sempre allo stesso studio legale campano che otteneva così "la liquidazione di ingente somme di denaro attraverso il riconoscimento del gratuito patrocinio". Le firme e i timbri sarebbero però stati falsificati. È l’accusa contestata a un avvocato del foro di Salerno, Pierluigi Spadafora, e a due sue collaboratrici siracusane, Corrada Sapia e Bruna Rosolini, che sono stati arrestati dalla polizia per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di falsi per l’ottenimento di titoli di soggiorno.


26 December 2008

Cassibile: a un mese dalla gara, la verità sulla gestione Alma Mater

SIRACUSA, 26 dicembre 2008 - Il 2009 rischia di essere davvero un anno nuovo per Cassibile. Segnatevi queste due date: 22 e 27 gennaio. Il 22 mattina, alle 10:00, si aprono in Prefettura le buste dei concorrenti al bando per la gestione del centro di accoglienza per gli immigrati. Il 27 invece si tiene l'udienza preliminare contro gli attuali gestori del centro. Il pubblico ministero Antonino Nicastro ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato, a don Arcangelo Rigazzi e Marco Bianca, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'associazione Alma Mater, e a tre imprenditori, che avrebbero falsificato delle fatture. Ma i presunti illeciti non riguardano soltanto la contabilità e tirano in ballo anche il vecchio Prefetto e la sua vice, che rinnovarono la convenzione – senza gara d’appalto – pur essendo a conoscenza delle carenze del centro e delle inadempienze di Alma Mater. A stabilire se commisero reati sarà il giudice. Noi ci limitiamo a proporvi una accurata ricostruzione dei fatti. Ognuno si faccia la propria idea.

02 October 2008

La rettifica dell'associazione Alma Mater


Riportiamo per intero la lettera del portavoce di Alma Mater che legittimamente chiede una rettifica del nostro reportage su Cassibile. Da parte nostra la vicenda continua a non sembrarci chiara, proprio perché abbiamo letto la sentenza del Tribunale del Riesame di Siracusa. Alla base del dissequestro c'è infatti l'inutilizzabilità di alcuni atti di indagine effettuati oltre il termine di durata delle indagini preliminari e l'inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, non previste per questo tipo di reato. Atti inutilizzabili per un difetto di forma insomma, ma non di contenuto. Come dire, non siamo giustizialisti, ma nemmeno ingenui


Cassibile: Reportage dal Cara dell'Alma Mater

Richiedente asilo somalo appoggiato alla gabbia che circonda il Cara di CassibileCASSIBILE, 2 ottobre 2008 - Una giornata nel Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) "Giovanni Paolo II" della frazione del comune di Siracusa. Visto da fuori ha la forma di una gabbia. Ospita 247 persone in camerate di 30 letti a castello, ad agosto erano 421. Dall'inizio dell'anno ci sono già stati 32 sbarchi nel siracusano e per far fronte all'emergenza sono stati aperti altri centri nel siracusano . Ma il personale dell'ufficio immigrazione e della Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato è sempre lo stesso. E così la macchina burocratica si è intasata. E i richiedenti asilo, da ospiti sono diventati detenuti. Già perché per depositare la domanda d'asilo oggi serve anche un mese. E nel frattempo non ci si può allontanare dalla struttura, circondata da una gabbia e presidiata da militari armati. Dal loro arrivo, i migranti sono schedati con un numero a quattro cifre. Parlano le donne eritree e chi ammette di aver guidato i gommoni dalla Libia. In una interrogazione parlamentare presentata da Rita Bernardini (Radicali), il centro è definito "fatiscente e inadeguato al soggiorno di tante persone".


Cassibile: interrogazione parlamentare della Bernardini

Migranti trattenuti nel Cara di Cassibile festeggiano la fine del RamadanCASSIBILE – Seconda interrogazione parlamentare nel giro di due mesi sul Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Cassibile (Sr). A presentarla è di nuovo Rita Bernardini, deputata eletta nelle liste del Partito Democratico. Dopo la visita del 5 luglio 2008, Bernardini è tornata al “Giovanni Paolo II” lo scorso 20 settembre e ha presentato una seconda interrogazione scritta ai ministri dell’Interno, della Giustizia e degli Esteri. Nel testo dell’interrogazione, Bernardini definisce il centro “fatiscente e inadeguato al soggiorno di tante persone”. Per quanto ha potuto verificare la parlamentare, ci sono “pavimenti dissestati, mura sporche e da intonacare, servizi igienici non conformi ad elementari norme di sicurezza”. Le camerate ospitano “un numero a dir poco smisurato di letti a castello dove lo spazio fra un letto e un altro non supera i 30 centimetri”. Le sbarre alle finestre e all’esterno danno al centro “l’aspetto di un carcere”.

Gli scafisti? Non sempre contrabbandieri, ma anche potenziali rifugiati

Le grate alle finestre del piano superiore del Cara di CassibileCASSIBILE – Guidano le barche degli immigrati nel Canale di Sicilia. E sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non sempre però al timone dei gommoni e dei vecchi pescherecci intercettati al largo delle coste italiane siedono contrabbandieri. A volte sono essi stessi migranti. Che per risparmiare sul costo del biglietto si offrono volontari al timone. Altre volte sono viaggi organizzati da gruppi che si dividono la spesa del gommone e del motore. Altre volte ci si dà il cambio per tutta la durata della traversata. È successo anche a Koulibali, ospite del centro di accoglienza di Cassibile. Viene dalla Costa d'Avorio. È sbarcato lo scorso 12 settembre. Dei sei giorni trascorsi in mare porta ancora le ustioni del sole su tutto il corpo. In Libia hanno pagato 700 dollari. Erano in 29, su un unico gommone zodiac. Sono partiti da Tripoli. Con una bussola e qualche consiglio sulla rotta da seguire. Dopo tre giorni la benzina è finita. A bordo non avevano acqua. Li hanno soccorsi dei pescatori italiani, poi è arrivata la Guardia costiera. A bordo dello stesso gommone c'era anche Mohammed, maliano. Anche lui conferma la versione. “Ci alternavamo al timone, nessuno sapeva esattamente dove andare”.


Cassibile: richiedenti asilo schedati con un numero

Richiedente asilo identificato con un numero all'ingresso nel Cara di CassibileCASSIBILE – 6097 è una donna eritrea di 26 anni. Condivide la stanza con 6158 e 6207, anche loro eritree. I loro nomi li hanno persi una volta entrati nel centro di accoglienza di Cassibile. Li ritroveranno una volta depositata la domanda d’asilo, nel giro di un mese. Per ora, accanto alla loro foto c’è soltanto un numero a quattro cifre. Ogni immigrato è registrato con un numero. Il numero viene scritto a pennarello su una lavagnetta, con la data dello sbarco, e poi viene scattata la foto. Quel numero servirà a identificarlo per tutta la durata del trattenimento a Cassibile. Letekidan mi mostra il suo cartellino di riconoscimento. C'è la foto e il numero. Nessun nome. “Lo facciamo perché ci fornirebbero comunque false generalità” si giustifica il vice direttore Andrea Parisi. Una volta numerati gli immigrati possono essere gestiti più facilmente che con i loro nomi impronunciabili. Ma i numeri, distribuiti in ordine crescente, restituiscono anche l'ordine di arrivo.


Cassibile: 5 settimane per presentare una domanda d'asilo

Donne eritree nel cortile del Cara di Cassibile. Finché non depositano la domanda d'asilo non possono uscire dal centroCASSIBILE – Letekidan ha 26 anni. Quattro mesi fa ha abbandonato l'esercito eritreo ed è fuggita. “In Eritrea avevo tutto ma mi mancava la libertà”. Il primo paese sicuro che ha trovato sulla sua rotta, dopo il deserto e il mare, è stato l'Italia. È sbarcata in Sicilia il 26 agosto 2008. Da allora è trattenuta nel centro di accoglienza Giovanni Paolo II di Cassibile. Dall'Italia si aspettava qualcosa di diverso. “Credevo di trovare la libertà e invece sono di nuovo prigioniera”. Prigioniera di un sistema inefficace e irrazionale. Gli sbarchi sono raddoppiati in un anno e sono aumentate le richieste d'asilo. Ma il numero dei funzionari dell'ufficio immigrazione impiegati al centro di Cassibile sono sempre gli stessi: tre. E la macchina si è intasata.


Ospiti o detenuti? Reportage dal Cara Cassibile

Richiedente asilo somalo dietro le sbarre del Cara di CassibileCASSIBILE – Visto da fuori ha la forma di una gabbia. Fatta di sbarre verdi alte cinque metri, una a dieci centimetri dall'altra. Da dentro ha la forma di un labirinto. Fatto di corridoi, letti a castello attaccati uno all'altro e lenzuola. È il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) “Giovanni Paolo II” di Cassibile, una frazione di 6.000 abitanti del comune di Siracusa. Funziona dal luglio del 2005. Lo gestisce l'associazione Alma Mater, in convenzione con la Prefettura di Siracusa. Nel 2007 sono passate da qui oltre 3.000 persone e dall'inizio dell'anno sono già 1.565. Sono uomini (80%), donne (15%) e minori accompagnati (5%). In maggior parte somali (31%), nigeriani (18%), eritrei (9%) e maliani (8%). Quasi tutti sbarcati nel siracusano.


25 November 2007

Così si vive a Cassibile, reportage dal cpa siciliano

ROMA, 25 novembre 2007 – Roman Herzog, un giornalista tedesco, ha visitato a metà novembre il centro di prima accoglienza di Cassibile, a Siracusa, in Sicilia. Riceviamo e pubblichiamo volentieri il suo reportage. Da un lato emergono le condizioni degradanti in cui migranti e rifugiati sono detenuti, compresi donne e bambini. Dall’altro, nelle parole di chi ricorda il viaggio, ritornano le gravi denunce della situazione in Libia.