Quinta evasione in un mese dal centro di identificazione e espulsione (Cie) di Ponte Galeria a Roma. Sessanta reclusi, in maggior parte tunisini appena trasferiti da Lampedusa, sono riusciti a fuggire, mentre un'altra ventina sono stati rintracciati e riportati al Cie. Dal mese di agosto almeno 191 ragazzi senza carte sono riusciti a fuggire dal Cie di Roma. L'escalation delle rivolte e delle fughe sembra dovuta a due fattori. Da un lato la nuova legge approvata il 2 agosto al Senato che ha portato a 18 mesi il limite della detenzione nei Cie. E dall'altro il nuovo accordo sui rimpatri con la Tunisia, che prevede due voli charter da Palermo a Tunisi ogni giorno (effettuati dalla Mistral Air, Small Planet, Dubrovnik Air e altre compagnie) per un totale di 100 espulsi ogni giorno. E infatti i protagonisti dell'ultima sommossa di Ponte Galeria sono stati proprio i ragazzi tunisini trasferiti cinque giorni fa a Roma dall'isola di Lampedusa. Sapevano che con il nuovo accordo tra Italia e Tunisia sarebbero stati quasi sicuramente espulsi. E hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto. Il pomeriggio di domenica scorsa, approfittando della presenza ridotta del personale di sorveglianza, hanno sfondato un cancello dal lato del cantiere dei lavori di ristrutturazione del Cie devastato dalle almeno quattro rivolte che si sono registrate tra agosto e settembre.
E quindi sono riusciti a raggiungere il muro di cinta e a gettarsi dall'altro lato facendo poi perdere le proprie tracce nelle campagne tra Roma e Fiumicino. Durante gli scontri con le forze dell'ordine che hanno tentato di bloccare la fuga, ci sono stati tre agenti feriti, compreso un ispettore colpito al volto da una testata. Non si conosce invece il numero dei feriti tra i reclusi. Soprattutto tra i 20 che sono stati rintracciati dopo la fuga e riportati al Cie. La polizia sta indagando per individuare i responsabili delle aggressioni. Mentre il sindacato ha mandato a dire a Maroni che Ponte Galeria non puo' essere utilizzato al pieno della sua capienza, perche' con i lavori in corso per riparare i danneggiamenti delle ultime rivolte, si rischia una fuga dopo l'altra. Come in effetti sta accadendo da un mese.
La maxi fuga dal Cie di Roma segue di pochi giorni la rivolta di Lampedusa e le evasioni di massa dai Cie di Torino e Brindisi. Il ministro dell'interno Roberto Maroni ha buone ragioni per vantarsi dell'efficacia dell'accordo di rimpatri con la Tunisia. La settimana scorsa sono stati espulsi 604 cittadini tunisini. Tuttavia la macchina delle espulsioni sta cadendo a pezzi. Tra agosto e settembre sono fuggiti almeno 354 reclusi dai Cie di Roma, Torino, Modena, Cagliari, Brindisi e Pozzallo (Rg). E meta' dei Cie sono stati devastati da incendi e rivolte e funzionano ormai soltanto a regime ridotto. Torino, Brindisi, Milano, Gradisca, Lampedusa e adesso anche Roma hanno intere sezioni rese inutilizzabili da incendi e devastazioni. Anche per questo il Viminale ha optato per i Cie galleggianti.
Ma ancora una volta di tutto questo non vi possiamo parlare. Perche' ad oggi e' ancora in vigore la circolare 1305 con cui il ministero dell'Interno vieta da aprile 2011 l'ingresso della stampa nei Cie. Dopo la mobilitazione del 25 luglio, con la campagna lasciateCIEntrare, Il 2 agosto il Senato aveva approvato un ordine del giorno che impegnava il governo a ritirare la circolare della censura. Sono passati due mesi e non e' cambiato niente.