Hurriyah, libertà, una scritta sulle mura esterne del Cie di Torino
Prima hanno sfondato i cancelli delle gabbie e nell’area viola hanno riaperto un varco nella recinzione: evidentemente i lavori di riparazione dopo l’evasione di due settimane fa non erano stati fatti a regola d’arte. Una volta nel cortile sono corsi verso il vecchio ingresso di Corso Brunelleschi, l’ultimo cancello che li separava dalla libertà. Mentre i primi fuggitivi iniziavano a scavalcare gli altri tenevano lontani militari e polizia armati di pietre e spranghe di ferro. Una trentina sono usciti, ma cinque o sei sono stati bloccati dalle volanti nei dintorni di Corso Brunelleschi. Altri sono stati fermati mentre scavalcavano, altri ancora sono stati catturati durante gli scontri. Sicurmente ci sono stati dei feriti da ambo le parti: i giornali parlano di otto guardie ferite, i reclusi raccontano che molti di loro sono stati pestati, e almeno un paio sono finiti all’ospedale. (tratto da Macerie)
Intanto nel centro si provvede a riparare i cancelli e la gabbia dell'area viola, mentre la questura diffonde a mezzo stampa dietrologismi sul ruolo dello sparuto movimento torinese contro i Cie nelle fughe. La questura invece, che una settimana fa aveva fatto arrivare un metal detector al Cie per evitare che entrassero altri seghetti per rompere le gabbie, adesso pare che abbia proprio sospeso la consegna dei pacchi ai reclusi dall'esterno.
Aggiornamento 26 settembre 2011
Il gip di Torino ha convalidato l'arresto dei dieci reclusi che lo scorso 22 settembre avevano preso parte alla ribellione scoppiata all'interno del Cie di Torino, le accuse sono di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.