21 September 2011

Sidi Bilel: ecco da dove partivano per Lampedusa


Ieri abbiamo pubblicato un video che mostrava come avvenivano le partenze per Lampedusa dal porto commerciale di Tripoli. Oggi cambiamo porto, ma restiamo sulla rotta per l'Italia. E vi ci accompagniamo con lo sguardo di un fotografo trapanese, Alessio Genovese, che due settimane fa era a Sidi Bilel. Si chiama così la località a una ventina di chilometri a ovest di Tripoli, all'altezza di Janzur, dove si trova il porto. Da qui sono partite almeno un terzo delle 25.000 persone arrivate in Italia dalla Libia tra marzo e agosto di quest'anno. Anche a Sidi Bilel il sistema in vigore era lo stesso ben rodato nei porti di Tripoli e di Zuwara: prezzi popolari o addirittura gratuiti e logistica affidata alle milizie del regime. Le stesse che in caso di mancanza di passeggeri, procedevano a organizzare retate nei quartieri neri di Tripoli e delle altre città controllate dal regime e costringevano con la forza intere famiglie a prendere il mare. Ma adesso è tutto finito. Il regime è caduto, Tripoli è libera. E almeno per un po' di imbarchi per Lampedusa non se ne vedranno. La prima prova sta nel fatto che dal giorno della liberazione di Tripoli, lo scorso 20 agosto, non ci sono più stati sbarchi dalla Libia a Lampedusa, mentre continuano invece gli arrivi dalla Tunisia.
La seconda prova sono le foto di Alessio Genovese. Ovvero i volti dei circa 700 tra nigeriani, ghanesi, togolesi, gambiani e chadiani bloccati da un mese al porto di Sidi Bilel. I biglietti sui pescherecci per Lampedusa sono esauriti da un pezzo. Da più di due mesi. Se è vero che loro a Sidi Bilel non ci sono venuti nemmeno per attraversare il mare, ma soltanto per restare uniti in un posto sicuro mentre in città imperversavano i combattimenti