Ancora tensione al centro di identificazione e espulsione (Cie) di Modena. L'ultimo tentativo di fuga risaliva a una decina di giorni fa. La scorsa notte i 57 reclusi ci hanno provato di nuovo. Il piano e' sempre lo stesso: raggiungere i tetti e da li' tentare di calarsi oltre il muro di cinta con delle corde realizzate con le lenzuola annodate. Cosi' nei mesi scorsi sono riusciti a fuggire una quarantina di reclusi. Ieri pero' qualcosa e' andato storto. E l'evasione e' stata bloccata. La protesta pero' non e' rientrata se non dopo che un gruppo di detenuti ha appiccato il fuoco ad alcuni materassi e a un po' di suppellettili. L'intervento dei pompieri ha spento sul nascere i focolai d'incendio. Mentre per uno dei reclusi, identificato dalle telecamere, sarebbe scattato l'arresto per l'incendio. Questo e' quanto riferito dalla questura alla stampa locale. In questo momento non siamo in grado di dire se vi siano stati dei pestaggi e se vi siano dei feriti tra i reclusi. Anche perche' ai detenuti - che lo ricordiamo si trovano da mesi in stato di privazione della liberta' perche' privi di documenti di identita' - e' privato utilizzare il telefono cellulare e dunque non possono comunicare con l'esterno. Cosiccome ai giornalisti e' vietato visitare i Cie dall'entrata in vigore lo scorso aprile della circolare 1305 del ministero dell'interno, che di fatto ha istituito di nuovo la censura in questo paese.