26 May 2011

Lasciateci entrare nei Cie! L'appello dei giornalisti

Esce oggi su alcuni quotidiani nazionali l'appello di un primo gruppo di giornalisti, che negli anni recenti ha seguito da vicino le questioni dei centri di espulsione e che chiede l'abrogazione della circolare che da due mesi vieta alla stampa l'ingresso nei Cie. Per i colleghi delle altre testate: pubblicate l'appello sui vostri giornali e sui vostri siti, leggetelo in radio e in televisione.  Segnalateci le adesioni e soprattutto chiedete alle vostre Prefetture l'accredito per visitare il Cie della vostra città e mandateci le risposte di diniego. Facciamoci sentire! Di seguito l'appello e i primi firmatari. Da questa iniziativa è nata la campagna nazionale LasciateCIEntrare, indetta da sindacato e ordine dei giornalisti e da alcuni parlamentari per il 25 luglio .

LASCIATECI ENTRARE!
APPELLO DEI GIORNALISTI
PER L'INGRESSO DELLA STAMPA NEI CIE

"Fora da i ball, giornalisti compresi. In Italia è di nuovo censura. Dal primo aprile una circolare del ministero dell'Interno (prot. n. 1305 del 01.04.2011) vieta alla stampa l'ingresso nei centri di identificazione e espulsione (Cie) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo politico (Cara). Il pretesto giuridico è la dichiarazione dello stato di emergenza per gli sbarchi. Un salto indietro di diversi anni, quando la direttiva Pisanu stabilì che nei centri di espulsione, che allora si chiamavano Cpt, nessun giornalista poteva entrare, se non al seguito di qualche delegazione parlamentare. Anzi pure peggio, perché oggi la stampa non può entrare nemmeno con i parlamentari. Chiediamo pertanto al governo di rispettare il diritto di cronaca e l'articolo 21 della Costituzione, che sancisce la libertà di stampa. La censura non può essere istituita con una circolare del Viminale. I cittadini hanno il diritto di essere informati. E la stampa di monitorare quello che succede nei centri dove in queste ore sono detenuti migliaia di cittadini tunisini in attesa del rimpatrio forzato".

Primi firmatari:
Gabriele Del Grande, freelance, curatore di Fortress Europe (si è visto negare l'accesso al cie di Trapani e Brindisi e al Cara di Mineo)
Raffaella Cosentino, freelance (si è vista rifiutare l'accesso al Cie di Roma, vedi articoli su Redattore Sociale e Repubblica)
Stefano Liberti, Il Manifesto (vedi copertina del 26 maggio 2011, ha chiesto l'accesso al Cie di Roma e al Cara di Mineo)
Alessandro Leogrande, autore fra l'altro di Uomini e caporali
Antonello Mangano, autore fra l'altro di Gli africani salveranno l'Italia
Marco Rovelli, autore fra l'altro di Lager Italiani
Giovanni Maria Bellu, L'Unità
Stefano Galieni, Liberazione
Cinzia Gubbini, Il Manifesto

Hanno aderito:
- Giuseppe Giulietti, Articolo 21
- Jean Leonard Touadì, giornalista e parlamentare
- Andrea Segre, documentarista, autore tra l'altro di Come un uomo sulla terra
- Andrea Billau, Radio Radicale, Radio Migrante 
- Stefania Ragusa, autrice fra l'altro di Le Rosarno d'Italia
- Flore Murard-Yovanovitch, Agenzia Radicale
- Vilma Mazza e Sarah Castelli, Global Projectha chiesto l'accesso al Cie e al Cara di Gradisca
- Nicola Grigion, Melting Pot Europa, Melting Potha chiesto l'accesso al Cie e al Cara di Gradisca
- Orsola Casagrande, Il Manifestoha chiesto l'accesso al Cie e al Cara di Gradisca
- Ilaria Sesana e tutta la redazione di Terre di Mezzo, hanno chiesto l'accesso al Cie di Milano
- la redazione di Volontari per lo Sviluppo

- Antonella Vicini, freelance
- Giulia Bondi, freelance autrice tra l'altro di Harraguantanamo
- Leone Venticinque, Qui Mineo e Calatino solidale per davvero
- Cristiano Tinazz, freelance 
- Stefano Collizzoli e Matteo Calore, freelance
- Paride Leporace, direttore Quotidiano della Basilicata
- Maurizio Mervar, Rai Friuli Venezia Giulia
- Luigi Murciano, Il Piccolo
- Sara Stenard, Primorski dnevnik
- Miloš Malinić, Tele4 e Il gazzettino
- Corinna Opara, free lance