03 May 2011

Il poeta di Tozeur e i harraga di Ventimiglia


A Ventimiglia ho incontrato un poeta. Si chiama Imad, e prima di partire era uno studente di ingegneria meccanica all'università di Sidi Bouzid, la città dove è scoppiata la rivoluzione in Tunisia lo scorso 17 dicembre. Eravamo davanti alla stazione di Ventimiglia il giorno della manifestazione della campagna Welcome, con tutti i treni per la Francia soppressi e gli striscioni in piazza contro le frontiere. Quando ho chiesto a Imad di raccontarmi del viaggio, e da quanto tempo stava pensando di bruciare la frontiera, mi ha risposto con una poesia in arabo classico. Gli altri harraga, tutti ragazzi dello stesso paesino, Bi'r Ali Ben Khalifa, annuivano con la testa e alcuni continuavano a recitare altri versi dello stesso poeta. Abu-l-Qacem Chebbi, il poeta contemporaneo più conosciuto della Tunisia. Un sognatore, come i harraga, morto ancora da ragazzo, a soli 25 anni nel 1934. Anche lui del sud, il sud ribelle e indomito del paese. Di Tozeur per l'esattezza. In questi giorni sono andato su internet a cercare il testo completo della poesia. L'ho trovata e l'ho tradotta in italiano.

Chebbi aiuta più di tante statistiche a capire meglio le cose. Un po' come la canzone rap algerina Partir Loin. Parla di sogni e di riscatto. E incoraggia i ragazzi ad andare verso la luce, al di là delle montagne, e di non avere paura di quello che incontreranno, perché è soltanto la primavera della vita. Perché un uomo deve ambire a una vita degna di essere vissuta. A una vita libera, come liberi siamo nati. Ragionare della frontiera con le parole di un poeta di settant'anni fa, serve più di altri argomenti. Primo perché le parole di Imad sono quelle, e non quelle dei nostri striscioni. Secondo perché ci aiuta a restare umani, come diceva Vittorio Arrigoni. E a capire che nel 2011 è un diritto di tutti poter viaggiare liberamente nel mondo per inseguire le proprie ambizioni. Esattamente come facciamo noi. Di seguito la traduzione, e un video storico dove la cantante libanese Majda El Roumi, classe 1956, interpreta la poesia di Chebbi.

Oh figlio di mia madre

di Abu-l-Qacem Chebbi, 1929

Sei nato libero come il sospiro della brezza
libero come la luce del mattino nel cielo,
per cinguettare come gli uccelli che volano
e cantano ispirati dagli dei,
per allietarti tra le rose del mattino
e gioire della sua luce ovunque la vedi,
per correre tra i prati
e raccogliere rose sulle colline

Così dio ti ha plasmato o figlio dell'esistenza
e così la vita ti ha gettato nell'universo.
E allora perché accetti l'umiliazione delle catene
e pieghi la fronte davanti a chi ti ha incatenato?

Perché fai tacere la voce potente della vita
quando risuona dentro di te la suo eco?
Perché chiudi le tue palpebre illuminate dalla luce dell'alba
quando la luce dell'alba è così dolce?
Perché ti accontenti di una vita tra le caverne?
Ma dove sono finiti il tuo canto e la tua fierezza?
Forse hai paura della bellezza del canto del cielo?
O hai timore della luce dell'aurora nell'aria?

E allora alzati e percorri il sentiero della vita
che la vita non aspetta chi dorme
E non avere paura di cosa ci sarà dietro le colline
c'è soltanto la luce del mattino
e la primavera di una nuova esistenza
che ricama con le rose il suo abito
e il profumo dei fiori del mattino
e la danza dei raggi tra le acque
e i colombi eleganti nei prati
che cinguettano il loro canto slanciati.

Alla luce! Che la luce è dolcezza e bellezza
Alla luce! Che la luce è l'ombra del divino
يا ابن أمي
ابو القاسم الشابي
(1929)


خلقت طليقا كطيف النسيم وحرا كنور الضحي في سماه
تغرد كالطير اين اندفعت وتشدوا بما شاء وحي الاله
و تـمـرح بين ورودالصباح و تـنـعـم بـالنور انى تراه
وتمشي كما شئت بين المروج وتـقطف ورد الربي في رباه

كذا صاغك الله يابن الوجود والقتك في الكون هذه الحياه
فمالك ترضي بذل القيود وتحني لمن كبلوك الجباه

وتسكت في النفس صوت الحياة الـقـوي اذا ما تغنّى صداه
وتـطـبـق أجـفانك النيرات عن الفجر والفجر عذبٌ ضياه
وتقنع بالعيش بين الكهوف فاين النشيد واين الاباه
أتخشي نشيد السماء الجميل أترهب نور الضحي في سماه

إلا انهض وسر في سبيل الحياه فمن نام لم تنتظره الحياه
ولاتخشي مما وراء القناع فما ثم إلا الضحي في صباه
والا ربـيـع الـوجود الغرير يـطـرز بـالورد ضافي رداه
وإلا أريـج الـزهور الصباح ورقـص الاشـعـة بين المياه
والا حمام المروج الانيق يغرد مندفعا في غناه

الي النور فالنور عذاب جميل
 الي النور فالنور ظل الال


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