ROMA, 8 novembre 2007 - L'Italia accoglie 40 dei 600 rifugiati politici eritrei arrestati sulle rotte per Lampedusa e detenuti da un anno e mezzo a Misratah, in Libia. È il primo resettlement di rifugiati in Italia dai tempi della crisi cilena del 1973. Sono 34 donne, 5 uomini e una bambina neonata. Sono atterrati ieri mattina alle 8:00 a Fiumicino e sono stati trasferiti in un centro d"accoglienza a Cantalice, a Rieti. Soddisfatti i soggetti che hanno contribuito all'operazione. Acnur, Cir, Oim e Ministero dell"Interno.
La storia delle rifugiate eritree e dei cinque mariti, comincia un anno e mezzo fa, quando sono state arrestate dalle autorità libiche. Alcune fermate in mare, mentre tentavano di raggiungere clandestinamente l'isola di Lampedusa; altre arrestate per strada, in diverse città libiche, in vere e proprie retate. Nel centro di detenzione per migranti di Misratah, una città costiera 250 km a est di Tripoli, da un anno a questa parte vengono concentrati i rifugiati eritrei arrestati in Libia. Ad oggi, secondo l"osservatorio Fortress Europe sono almeno 600 gli eritrei detenuti a Misratah. Il dato è confermato dall'Acnur, la cui sede di Tripoli ha svolto un ruolo fondamentale per il reinsediamento dei 40 rifugiati in Italia. A maggio 2007 i funzionari dell"Acnur avevano visitato il centro e censito 443 prigionieri eritrei. Il 29 luglio una seconda visita e finalmente, a fine agosto, le interviste di una sessantina di donne con bambini, ritenuti i casi più vulnerabili. Di queste, 49 sono state riconosciute rifugiate politiche e da allora è iniziata una corsa contro il tempo per organizzare il loro trasferimento in Europa, dato che in Libia rischiavano il rimpatrio in Eritrea, un paese in guerra dove i disertori dell'esercito, come nel caso di questi rifugiati, sono arrestati e talvolta fucilati, come successo nel 2005 a 161 persone, secondo un rapporto di Amnesty International.
L"Acnur ha coinvolto quattro Paesi nella trattativa. Dall'Italia la prima e più consistente risposta. Ieri il gruppo di rifugiati è atterrato a Fiumicino, con un visto turistico su un laissez passer rilasciato dalle autorità libiche, in un Paese dove non esiste lo status giuridico di rifugiato politico. Immediato il trasferimento a Rieti. Due persone sono state invece accolte in un progetto Sprar (Servizio protezione richiedenti asilo e rifugiati) a Latina. Sull"operazione, sia il Ministero dell’Interno che l’Acnur mantengono il massimo riserbo. Secondo indiscrezioni si teme la strumentalizzazione politica della vicenda dopo gli allarmismi xenofobi scaturiti dopo l’omicidio Reggiani. Intanto a Misratah continuano ad essere detenuti, da un anno e mezzo, altri 600 rifugiati politici. Stipati in camerate senza letti, ammassati fino a settanta persone in stanze di sei metri per otto, in condizioni degradanti, con molti casi di scabbia e dermatiti, malattie polmonari, attacchi asmatici, problemi intestinali, e gastriti.
Secondo un rapporto di Fortress Europe e Habeshia, che hanno intervistato alcuni dei rifugiati detenuti, durante le prime settimane di detenzione alcune donne sono state stuprate dagli agenti di polizia libici e gli uomini sono sottoposti a continui maltrattamenti e vessazioni. Almeno sette persone sono state ricoverate per esaurimento nervoso. Nelle stesse condizioni vivono i 60.000 migranti detenuti ogni anno in Libia, secondo il rapporto segreto di Frontex, recentemente pubblicato dal sito di Fortress Europe. Uomini e donne, migranti economici e rifugiati. Sì, perché arrivano da Lampedusa, sulle carrette del mare, il 60% dei 10.346 richiedenti asilo politico che hanno chiesto protezione all’Italia nel 2006. Le rifugiate accolte potrebbero rivelarsi anche le testimoni delle atrocità commesse contro i migranti nel Paese, la Libia, a cui l’Unione europea affida il controllo della frontiera sud.
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