ROMA, 8 novembre 2007 - Programmazione triennale delle quote di rifugiati da reinsediare in Italia, consultazione con l"Acnur, le ong e il mondo del lavoro per stabilire le quote e priorità ai casi più vulnerabili. Questi i capisaldi della via italiana al resettlement previsto nelle due proposte di legge sull’asilo depositate al Parlamento. Il disegno di legge Emanuela Baio n° 1390, recante "Norme in materia di protezione sussidiaria e di asilo”, è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali al Senato, il 10 maggio 2007, ma non è ancora iniziato l’esame. L’altro progetto di legge – pdl Zaccaria n° 2410, recante “Disciplina del diritto di asilo e della protezione sussidiaria” – è in fase di prima lettura alla Commissione Affari costituzionali della Camera, a cui è stata assegnata il 16 aprile 2007.
L’Italia non ha una legge organica sull’asilo. Tuttavia in passato ha accolto centinaia di rifugiati politici reinsediati nel nostro Paese. Dopo il golpe del 1973 in Cile, che portò al potere Augusto Pinochet, capo della risultante giunta militare, 35.000 rifugiati politici lasciarono il Paese. Anche l’Italia rispose all’appello dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, e accolse oltre 600 cileni che avevano trovato riparo nell’ambasciata italiana a Santiago. Altre 300 persone vennero accolte con ricongiungimenti familiari. Sei anni dopo, nel 1979, era la volta di 895 profughi vietnamiti soccorsi nel mare cinese dagli incrociatori della Marina italiana “Vittorio Veneto” e “Andrea Doria” e dalla nave d’appoggio “Stromboli”, nel corso dell’operazione “Boat people”, e quindi accolti in Italia, a Chioggia (Ve), Cesenatico (Fo), Treviso, Trieste e Jesolo. Nel 1986 invece furono 41 i rifugiati vietnamiti reinsediati in Italia dalle Filippine. Mentre nel 1987-88 un totale di 110 iracheni caldei veniva accolto in Italia dalla Turchia. Provvedimenti straordinari, seppure non veri e propri reinsediamenti, vennero presi nel 1994 nella ex Jugoslavia, accettando come visto d’ingresso alla frontiera una “protection lettre” che veniva rilasciata ai profughi in patria dall’Acnur. E ancora nel 1999, quando 4.500 rifugiati politici kosovari vennero evacuati dalla Macedonia sugli aerei dell’Aeronautica militare italiana e accolti nella ex base della Nato, a Comiso. Quello di ieri da Tripoli è il primo reinsediamento che l’Acnur fa dalla Libia, dove è presente dal 1991, salvo rari precedenti che però non avevano mai riguardato un gruppo di persone.