15 July 2011

Lettera aperta di cinque detenuti del Cie di Roma


"Vogliamo che tutti i cittadini italiani sentano la nostra voce, che vicino a Roma ci sono 250 persone che soffrono di brutto, tutti giovani, donne e uomini, gente che è venuta qua in Italia perchè sogna la libertà, la democrazia. Perchè non abbiamo vissuto la democrazia, abbiamo sentito quella parola ma non l’abbiamo mai vissuta. Noi chiediamo l’aiuto della gente fuori, aiutateci e dovete capire che qua c’è gente che non ha fatto male a nessuno e che sta soffrendo. Noi soffriamo già 6 mesi, figurati 18 mesi. Se passa la legge qui c’è gente che fa la corda perchè già così, con i sei mesi, c’è gente che si è tagliata le mani, figurati con diciotto mesi, la gente si ammazza, la gente esce fuori di testa. Chiediamo che la gente là fuori, tutti, anche i partiti politici, faccia di tutto per non far passare quella legge. Chiediamo che la gente fuori, ogni giovedì mattina, vada a vedere a Fiumicino le persone portate via con la forza, che vada a fermare il massacro".

Sono cinque detenuti del centro di identificazione e espulsione (Cie) di Roma, a Ponte Galeria. Hanno scritto una lettera aperta agli italiani, perché si conoscano le condizioni in cui sono detenuti. Rainews24 ha dedicato alla loro iniziativa il servizio televisivo che vedete qua sopra. Il testo integrale della lettera si può leggere sul sito di Radio Onda Rossa. Il prossimo 25 luglio, una delegazione di parlamentari visiterà il Cie romano, che come tutti gli altri Cie, dal primo aprile è vietato alla stampa.