Sono passate tre settimane dal quando lo scorso 14 giugno la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) e l'Ordine dei giornalisti inviarono al ministro dell'Interno Roberto Maroni una lettera in cui chiedevano di autorizzare di nuovo i giornalisti a visitare i centri di identificazione e espulsione e i centri di accoglienza per richiedenti asilo politico. Ed è passato più di un mese dal nostro appello Lasciateci entrare nei Cie! e dall'interrogazione scritta del primo giugno 2011 presentata dai senatori Marco Perduca e Daniela Poretti (Radicali), che chiedevano ragione a Maroni della ormai famosa circolare ministeriale 1305 che dal primo aprile vieta alla stampa l'accesso nei Cie e nei Cara.
A questo punto è chiaro che il Viminale non è interessato né a ritornare sui suoi passi, né tantomeno ad aprire un dialogo. E dal momento che in gioco c'è la libertà d'informazione in questo paese, come previsto dall'articolo 21 della Costituzione italiana, alcuni tra giornalisti e parlamentari hanno deciso di passare al contrattacco. In verità sono pochi, pochissimi. E dalle idee piuttosto confuse, visto che si va dall'Italia dei Valori al Pd e a Futuro e libertà... Ma da qui si parte. Una sorta di santa alleanza con il minimo comun denominatore della libertà di stampa.
La data per una mobilitazione nazionale c'è già: il prossimo 25 luglio. Quel giorno, parlamentari e giornalisti tenteranno di visitare diversi Cie di tutta Italia. Vi terremo aggiornati in modo che sul territorio ognuno possa poi attivarsi per partecipare alle iniziativa. Online potete scaricare il video della conferenza stampa di questa mattina a Roma, con le voci di giornalisti e parlamentari che vi hanno preso parte.