l'ingresso del Cie di Brindisi a Restinco
"Papà quando torni?". Vi ricordate la storia di T.? Cominciava così, con un bambino di sette anni che ogni giorno chiamava al telefono suo padre e gli chiedeva se gli voleva ancora bene. Perché la mamma non gli aveva detto che papà era finito in gabbia. Come gli animali allo zoo. E che ci sarebbe rimasto un anno e mezzo. E invece c’è un cambio programma. T. è stato liberato. Ed è subito corso a Padova a riabbracciare suo figlio. Tutto merito di quattro avvocati – Eliana Accetta, Antonio Coppola, Christian Valle e Francesca Viviani – che hanno presentato ricorso avverso il diniego della domanda di protezione internazionale per tutti i 98 reclusi del centro di identificazione e espulsione di Santa Maria Capua Vetere (Cs). Il cie, lo ricorderete, era stato chiuso e posto sotto sequestro dopo l’incendio dello scorso 8 giugno. Nei giorni successivi, 63 dei 98 reclusi erano riusciti a fuggire dai centri di accoglienza di Crotone e Foggia dove erano stati trasferiti nella notte tra l’8 e il 9 giugno. Gli altri 35 invece furono smistati nei Cie di Bologna, Bari, Brindisi e Lamezia Terme. Nel frattempo però, gli avvocati hanno proseguito con i ricorsi contro il diniego della domanda di protezione internazionale e hanno ottenuto dal Tribunale di Napoli la sospensione dell’ordine d’espulsione e il rilascio di tutti i ricorrenti ancora nei Cie. Tutti tranne otto, che la questura di Brindisi insiste illegalmente a mantenere in detenzione nel Cie di Restinco.
Eppure Bari, Bologna e Lamezia Terme, dove erano reclusi gli altri 27 tunisini non hanno fatto una piega, e considerato che la sospensiva dell’espulsione dà diritto a un permesso di soggiorno hanno disposto il rilascio dei reclusi. A Brindisi invece continua quello che a questo punto diventa l’ennesimo sequestro di persona. E non è un caso che proprio di sequestro parli la denuncia depositata dagli avvocati contro la Questura di Brindisi, che in attesa di vedere come andrà a finire, stanno già lavorando a un ricorso presso la Corte Europea per contestare l’ingiusta detenzione di tutti i loro assistiti.
Sulla richiesta di protezione internazionale invece, si pronuncerà nei prossimi mesi il Tribunale di Napoli, che vaglierà, singolarmente, i casi rigettati dalla commissione territoriale di Caserta, anche alla luce dei recenti allarmanti disordini che stanno scuotendo la Tunisia, con tanto di morti in piazza, alla vigilia delle elezioni di ottobre dell’assemblea costituente.
Aggiornamento: il primo agosto 2011 gli 8 sequestrati sono stati rilasciati dal Cie di Brindisi