Ricordate il cable dell'ambasciata americana a Tripoli sul pestaggio degli eritrei durante il respingimento in Libia e sull'ostruzionismo del nostro ambasciatore a Tripoli contro le Nazioni Unite? Bene, a distanza di 24 ore dalla pubblicazione in rete di quelle notizie, il deputato Matteo Mecacci ha presentato un'interrogazione a riposta orale alla III° Commissione Affari Esteri della Camera per sapere se è vero o no quello che racconta l'ambasciatore americano a Tripoli Gene Cretz. Ecco il testo completo dell'interrogazione.
Interrogazione a risposta orale in Commissione presentata dall’On. Mecacci:
La Camera;
Premesso che;
Il 3 febbraio scorso, è stato pubblicato su L’Unità un articolo dal titolo “Wikileaks, accuse all’Italia: Eritrei respinti e picchiati”;
Nell’articolo si riporta che in merito alla politica italiana dei respingimenti sono emersi nuovi e sconcertanti dettagli grazie ad alcune carte segrete svelate dal sito Wikileaks;
In particolare, un documento riservato datato 5 agosto 2009, riferisce il contenuto della riunione intercorsa tra l’ambasciatore americano in Libia Gene Cretz e l’Alto commissario dei rifugiati dell’ONU a Tripoli Mohamed Alwash;
Oggetto della menzionata riunione era la definizione di un piano di accoglienza negli Stati Uniti di un gruppo di rifugiati politici eritrei respinti dall’Italia e in quel momento detenuti a Misratah.
Durante la suddetta riunione, come riportato nell’articolo de L’Unità che cita quanto contenuto nel documento svelato dal sito Wikileaks, l’Alto commissario dei rifugiati a Tripoli Mohamed Alwash ha riferito quanto segue:
- un’imbarcazione partita dalla Libia e diretta verso l’Italia con 89 passeggeri a bordo, tra cui 75 eritrei comprese 9 donne di cui una incinta e con urgente bisogno di cure mediche e 3 bambini, è stata intercettata dalla Marina militare italiana il 1 luglio 2009, a 33 miglia a sud di Lampedusa.
- a seguito di tale intercettazione e del rifiuto da parte dei militari italiani di consentire ai migranti di chiedere protezione internazionale al comandante della nave, sono scoppiati violenti scontri fisici tra gli migranti e i militari della Marina italiana, tanto è che almeno 6 persone sono state ferite.
- causa degli scontri è stata, infatti, la volontà dei militari della Marina italiana, motivata da “ordini tassativi del Governo italiano”, di respingere tali migranti in Libia, nonostante alcuni di essi avessero un attestato di rifugiato rilasciato dagli uffici dell’Alto commissariato dei rifugiati delle Nazioni Unite;
- le autorità libiche, inoltre, si sarebbero rifiutate di inviare una propria motovedetta per il respingimento in Libia, e pertanto gli eritrei sono stati “consegnati a una piattaforma petrolifera dell’Eni al largo delle coste della Libia”, da dove poi sono stati portati a terra e messi in detenzione;
- solo dopo due giorni d’insistenti richieste, gli operatori delle Nazioni Unite hanno ottenuto l’autorizzazione a incontrare il gruppo dei respinti in carcere.
- Mohamed Alwash avrebbe, poi, esplicitamente dichiarato che: “ il Governo italiano fa intenzionalmente ostruzionismo alle Nazioni Unite. In particolare, l’ambasciatore italiano a Tripoli Francesco Trupiano si rifiuta di incontrarsi con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e nonostante quest’ultimo abbia più volte sollecitato il Governo italiano, senza ricevere alcuna risposta”.
Considerato che;
Il 2 luglio 2010, le autorità libiche hanno chiuso senza alcuna spiegazione né preavviso l’Ufficio dell’UNHCR a Tripoli, chiarendo definitivamente – per il momento – che non vogliono che sia garantita alcuna protezione internazionale a centinaia di migliaia di migranti che si trovano in Libia e che non hanno riconosciuto alcuno status giuridico;
Il 9 novembre 2010, la Camera dei Deputati ha approvato l'emendamento Mecacci 1-00484/1, riferito alla mozione Antonione n. 1-00484 concernente la mozione di revisione del Trattato Italia – Libia, poi approvata dalla Camera;
Con tale emendamento si impegna il Governo a “sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l'ufficio dell'UNHCR a Tripoli, quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia”;
Il 15 novembre 2010, la Libia ha pubblicamente respinto le raccomandazioni delle Nazioni Unite di ratificare la suddetta Convenzione e di sottoscrivere un Memorandum d’intesa con l’UNHCR per consentire l’assistenza ai rifugiati.
Chiede di sapere:
- se i nuovi e sconcertanti fatti menzionati in premessa corrispondano al vero e quale sia la politica del Governo italiano nei confronti dei migranti provenienti dalla Libia, anche alla luce dell’impegno parlamentare che è stato assunto con l’approvazione dell’emendamento Mecacci 1-00484/1.
Interrogazione a risposta orale in Commissione presentata dall’On. Mecacci:
La Camera;
Premesso che;
Il 3 febbraio scorso, è stato pubblicato su L’Unità un articolo dal titolo “Wikileaks, accuse all’Italia: Eritrei respinti e picchiati”;
Nell’articolo si riporta che in merito alla politica italiana dei respingimenti sono emersi nuovi e sconcertanti dettagli grazie ad alcune carte segrete svelate dal sito Wikileaks;
In particolare, un documento riservato datato 5 agosto 2009, riferisce il contenuto della riunione intercorsa tra l’ambasciatore americano in Libia Gene Cretz e l’Alto commissario dei rifugiati dell’ONU a Tripoli Mohamed Alwash;
Oggetto della menzionata riunione era la definizione di un piano di accoglienza negli Stati Uniti di un gruppo di rifugiati politici eritrei respinti dall’Italia e in quel momento detenuti a Misratah.
Durante la suddetta riunione, come riportato nell’articolo de L’Unità che cita quanto contenuto nel documento svelato dal sito Wikileaks, l’Alto commissario dei rifugiati a Tripoli Mohamed Alwash ha riferito quanto segue:
- un’imbarcazione partita dalla Libia e diretta verso l’Italia con 89 passeggeri a bordo, tra cui 75 eritrei comprese 9 donne di cui una incinta e con urgente bisogno di cure mediche e 3 bambini, è stata intercettata dalla Marina militare italiana il 1 luglio 2009, a 33 miglia a sud di Lampedusa.
- a seguito di tale intercettazione e del rifiuto da parte dei militari italiani di consentire ai migranti di chiedere protezione internazionale al comandante della nave, sono scoppiati violenti scontri fisici tra gli migranti e i militari della Marina italiana, tanto è che almeno 6 persone sono state ferite.
- causa degli scontri è stata, infatti, la volontà dei militari della Marina italiana, motivata da “ordini tassativi del Governo italiano”, di respingere tali migranti in Libia, nonostante alcuni di essi avessero un attestato di rifugiato rilasciato dagli uffici dell’Alto commissariato dei rifugiati delle Nazioni Unite;
- le autorità libiche, inoltre, si sarebbero rifiutate di inviare una propria motovedetta per il respingimento in Libia, e pertanto gli eritrei sono stati “consegnati a una piattaforma petrolifera dell’Eni al largo delle coste della Libia”, da dove poi sono stati portati a terra e messi in detenzione;
- solo dopo due giorni d’insistenti richieste, gli operatori delle Nazioni Unite hanno ottenuto l’autorizzazione a incontrare il gruppo dei respinti in carcere.
- Mohamed Alwash avrebbe, poi, esplicitamente dichiarato che: “ il Governo italiano fa intenzionalmente ostruzionismo alle Nazioni Unite. In particolare, l’ambasciatore italiano a Tripoli Francesco Trupiano si rifiuta di incontrarsi con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e nonostante quest’ultimo abbia più volte sollecitato il Governo italiano, senza ricevere alcuna risposta”.
Considerato che;
Il 2 luglio 2010, le autorità libiche hanno chiuso senza alcuna spiegazione né preavviso l’Ufficio dell’UNHCR a Tripoli, chiarendo definitivamente – per il momento – che non vogliono che sia garantita alcuna protezione internazionale a centinaia di migliaia di migranti che si trovano in Libia e che non hanno riconosciuto alcuno status giuridico;
Il 9 novembre 2010, la Camera dei Deputati ha approvato l'emendamento Mecacci 1-00484/1, riferito alla mozione Antonione n. 1-00484 concernente la mozione di revisione del Trattato Italia – Libia, poi approvata dalla Camera;
Con tale emendamento si impegna il Governo a “sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l'ufficio dell'UNHCR a Tripoli, quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia”;
Il 15 novembre 2010, la Libia ha pubblicamente respinto le raccomandazioni delle Nazioni Unite di ratificare la suddetta Convenzione e di sottoscrivere un Memorandum d’intesa con l’UNHCR per consentire l’assistenza ai rifugiati.
Chiede di sapere:
- se i nuovi e sconcertanti fatti menzionati in premessa corrispondano al vero e quale sia la politica del Governo italiano nei confronti dei migranti provenienti dalla Libia, anche alla luce dell’impegno parlamentare che è stato assunto con l’approvazione dell’emendamento Mecacci 1-00484/1.