Kasserine, funerale di un ragazzo ucciso dalla polizia
Annaba, Algeria, novembre 2009
«I politici accusano i giovani di essere traditori, di non essere nazionalisti perché bruciano le frontiere, quando è tutto il contrario. Ma lo vedi quanto amore per la propria terra, quanta energia! Sono loro i veri nazionalisti, e i politici i veri traditori.
Hai visto Hicham, il fratello di Ikram Hamza. La Guardia costiera gli ha ucciso il fratello e lui scende a festeggiare con la maglia della nazionale algerina. Sai perché? Perché ama davvero il suo Paese. Mentre altri che dicono di amarlo non lo amano per niente e stanno rubando il futuro ai nostri ragazzi. E allora mi rattristo perché vedo tutti questi giovani in piazza con una bandiera. Tutta questa energia per una partita di calcio. E so che domani, quando sarà passata l'euforia, tornerà tutto come prima. Non sarà cambiato niente.
Ma sono loro la maggioranza del Paese, i giovani. E se un giorno scenderanno in piazza con la stessa energia a chiedere dignità, lavoro, futuro, riprenderanno il Paese in mano. Perché questo Paese appartiene a loro. Non a quella banda di farabutti che mangia sulle nostre spalle. Mio figlio queste cose le ha capite prima di me. Per quello è partito. Un uomo non può rimanere a guardare. Qui siamo come imprigionati. È come a Gaza. Siamo circondati da un muro. Hai una bambina malata e devi rischiare la vita per attraversare un fottuto tunnel sotterraneo per andare a Rafah a comprarle le medicine che non trovi a Gaza. È la stessa situazione. La Francia che ha ucciso mio zio e mio cugino, la Francia che ha scopato mia nonna, oggi mi chiude la porta in faccia. La Francia che mi ha costretto a parlare la sua lingua e che ancora oggi mi parla di francofonia, mi impedisce di andare a vedere l’opera a Parigi»
Il giorno in cui i giovani scenderanno in piazza, sembra arrivato.