ROMA - Uno a uno. È una strana partita di ping pong quella che si gioca in questi mesi tra il Ghana e l'Italia. Perché a rimbalzare da un campo all'altro è un uomo. Un certo A. Edward, espulso prima dall'Italia verso il Ghana. E poi dal Ghana verso l'Italia, in attesa della prossima mossa. A. Edward, residente a Valle Martella, una frazione del Comune di Zagarolo, in provincia di Roma è stato fermato il 18 giugno scorso. La polizia è andata a prenderlo a casa sua, e trovandolo senza documenti l'ha portato al Cie di Ponte Galeria, a Roma. Sta dentro da 110 giorni. Lavorava in un caseificio a Monterotondo, che è stato chiuso dai Nas il 3 agosto per frode commerciale e carenze igienico sanitarie. Vive in Italia da 18 anni. Il permesso di soggiorno lo ha avuto con una sanatoria quando stava a Caserta. Dice di essere cittadino ghanese, anche se la polizia sostiene che in realtà abbia la doppia nazionalità, ghanese e nigeriano. Fatto sta che lo scorso 17 settembre, quando è salito sull’aereo di linea diretto a Accra, in Ghana, scortato da due poliziotti italiani, la polizia di frontiera all’aeroporto ghanese lo ha rispedito al mittente, in Italia, sull'aereo successivo. E questo sebbene fosse stato identificato come cittadino ghanese dall’ambasciata ghanese a Roma.
E adesso che succede? La polizia sta tentando la carta nigeriana, sperando di poterlo rimpatriare a Lagos. Ma il funzionario dell’ambasciata nigeriana che lo ha visto gli ha detto chiaramente: “Tu non sei nigeriano”. E difatti il charter diretto in Nigeria di due settimane fa è partito senza che lui salisse a bordo. La cosa più probabile è che si faccia gli altri due mesi di detenzione che gli mancano e che poi sia rimesso in libertà. Anzi rimesso in clandestinità. Succede anche questo in Italia: che non hai le carte in regola per rimanere nel nostro paese, ma nemmeno quelle per essere espulso.
ITALIANI NEI CIE Fuori hanno moglie e figli. L'Italia li rimpatria
E adesso che succede? La polizia sta tentando la carta nigeriana, sperando di poterlo rimpatriare a Lagos. Ma il funzionario dell’ambasciata nigeriana che lo ha visto gli ha detto chiaramente: “Tu non sei nigeriano”. E difatti il charter diretto in Nigeria di due settimane fa è partito senza che lui salisse a bordo. La cosa più probabile è che si faccia gli altri due mesi di detenzione che gli mancano e che poi sia rimesso in libertà. Anzi rimesso in clandestinità. Succede anche questo in Italia: che non hai le carte in regola per rimanere nel nostro paese, ma nemmeno quelle per essere espulso.
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