Adel è alto un metro e novanta. Ha 32 anni, è cresciuto a Hammamet e vive in Italia da quando aveva 20 anni. È arrivato qui nel 1997, sbarcato senza documenti sull'isola di Pantelleria. Abitava a Milano da cinque anni, dove lo hanno fermato durante un banale controllo dei documenti. Non ha precedenti penali. Lavorava come carpentiere per un connazionale, Ahmed Mansour, in nero. Mi mostra i calli sulle mani. Poi tira su i pantaloni per mostrarmi i lividi delle manganellate, ormai sono quasi scomparsi, ma ancora si intravedono, sulla coscia e sulla caviglia. Racconta che quella sera li misero con la faccia a terra e le manette ai polsi dietro la schiena. C'erano una decina tra militari e poliziotti. “Ci hanno picchiato come le bestie”. Chiedo agli altri detenuti. Confermano la versione. Hanno visto tutti, il pestaggio è avvenuto di fronte alla sezione blu. Ma a pagare non saranno i militari protagonisti delle violenze, bensì loro tre. Adil e gli altri infatti, dopo quattro giorni di carcere, sono stati denunciati per “resistenza a pubblico ufficiale”. Il processo per direttissima è già partito. L'udienza è fissata per il 20 novembre. Tuttavia i provvedimenti di espulsione non sono stati sospesi, e i tre potrebbero essere rimpatriati da un momento all'altro.
Il blog di Gabriele Del Grande. Sei anni di viaggi nel Mediterraneo lungo i confini dell'Europa. Alla ricerca delle storie che fanno la storia. La storia che studieranno i nostri figli, quando nei testi di scuola si leggerà che negli anni duemila morirono a migliaia nei mari d'Italia e a migliaia vennero arrestati e deportati dalle nostre città. Mentre tutti fingevano di non vedere.
24 October 2009
Cie Torino: parlano gli immigrati che tentarono la fuga il 28 settembre
Adel è alto un metro e novanta. Ha 32 anni, è cresciuto a Hammamet e vive in Italia da quando aveva 20 anni. È arrivato qui nel 1997, sbarcato senza documenti sull'isola di Pantelleria. Abitava a Milano da cinque anni, dove lo hanno fermato durante un banale controllo dei documenti. Non ha precedenti penali. Lavorava come carpentiere per un connazionale, Ahmed Mansour, in nero. Mi mostra i calli sulle mani. Poi tira su i pantaloni per mostrarmi i lividi delle manganellate, ormai sono quasi scomparsi, ma ancora si intravedono, sulla coscia e sulla caviglia. Racconta che quella sera li misero con la faccia a terra e le manette ai polsi dietro la schiena. C'erano una decina tra militari e poliziotti. “Ci hanno picchiato come le bestie”. Chiedo agli altri detenuti. Confermano la versione. Hanno visto tutti, il pestaggio è avvenuto di fronte alla sezione blu. Ma a pagare non saranno i militari protagonisti delle violenze, bensì loro tre. Adil e gli altri infatti, dopo quattro giorni di carcere, sono stati denunciati per “resistenza a pubblico ufficiale”. Il processo per direttissima è già partito. L'udienza è fissata per il 20 novembre. Tuttavia i provvedimenti di espulsione non sono stati sospesi, e i tre potrebbero essere rimpatriati da un momento all'altro.