Sin dalla sua apertura, la struttura è gestita dalla Croce rossa italiana (Cri), e in particolare dal corpo militare della Cri di Torino. A fine 2009 ci sarà una nuova gara d'appalto. Il direttore Antonio Baldacci, ha una formazione militare. È uscito dall'esercito col grado di maggiore. Ed è entrato nel corpo militare della Croce rossa, dove oggi ha il grado di colonnello. Ha partecipato a molte delle emergenze nazionali, dall'alluvione di Firenze al terremoto del Friuli. La Cri incassa dalla Prefettura 72 euro al giorno per ogni trattenuto. Nel centro operano anche Tampep e il Gruppo Abele con due progetti di rimpatrio forzato assistito.
Il prolungamento a sei mesi del trattenimento, entrato in vigore col pacchetto sicurezza l'8 agosto 2009, ha aumentato le tensioni. Una rivolta a agosto, una tentata evasione a settembre, e continui e ripetuti atti di autolesionismo e scioperi della fame. A sostenerlo è la stessa Raffaella Fassone, dirigente dell'ufficio immigrazione della Questura di Torino. “Con alcuni Stati c'è muro, e anche portando a sei mesi il trattenimento l'identificazione non si sblocca. E il rischio – ammette – è di occupare inutilmente i posti e di bloccare il turn-over nei Cie”.
I rimpatri effettuati nel 2009 sono leggermente in calo. Sono 290 in dieci mesi, contro i 650 dell'intero 2008. A pesare sul bilancio delle attività della polizia c'è stato sicuramente il trasferimento al Cie di Torino di 78 tunisini da Lampedusa nel mese di febbraio, dopo la rivolta nel Cie dell'isola. 78 presenze che hanno paralizzato il centro, visto che – come riferito dalle forze di polizia - la Tunisia non ammette più di 5 rimpatri al giorno da tutta l'Italia. Circa il 40% dei trattenuti arriva dal carcere a fine pena. Ogni mese 2 o 3 persone sono però espulse direttamente dal carcere di Torino. L'altro 60% arriva dal territorio. Una metà da altre regioni, in particolare Liguria, Toscana e Val d'Aosta, dove non esistono Cie. L'altra metà da Torino e Piemonte. I militari in turno sono Alpini, ce ne sono 70 al giorno, distribuiti in turni da 18, ma il responsabile della vigilanza è un ispettore di polizia. Rispetto agli episodi documentati di pestaggi, il direttore Baldacci smentisce categoricamente. La Questura invece conferma che c'è stata una denuncia contro due alpini e che ci sono delle indagini in corso.