STRASBURGO, 7 agosto 2009 - L'Italia ignora sistematicamente le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, e per questo va condannata. È la denuncia di due esponenti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, la socialdemocratica tedesca Herta Daeubler-Gmelin, presidente dell'Assemblea, e il popolare cipriota Christos Pourgourides, relatore per l'attuazione delle sentenze della Corte. Al centro è il rimpatrio forzato, lo scorso 2 agosto, del tunisino Ali Ben Sassi Toumi, immediatamente arrestato al suo arrivo a Tunisi. La Corte di Strasburgo aveva chiesto tre volte alle autorità italiane la sospensione dell'espulsione ritenendolo a rischio di tortura e maltrattamenti in Tunisia.«È totalmente inaccettabile - scrivono i due in un comunicato - ignorare misure temporanea ordinate dalla Corte europea dei diritti umani». In particolare, prosegue la nota, «è vergognoso che una democrazia matura come l'Italia abbia rimandato Ali Toumi in Tunisia la scorsa settimana, un caso in cui esiste un immediato rischio di danno irrimediabile al ricorrente». Secondo i parlamentari «tale azione è una plateale violazione della giurisprudenza chiaramente stabilita dalla Corte. È la quarta volta dal 2005 che le autorità italiane prendono misure ignorando in modo flagrante gli ordini della Corte». Questo, conclude la nota, «è un comportamento intollerabile e deve essere subito condannato dal Consiglio d'Europa».
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