CROTONE – Le senatrici Daniela Mazzucconi (Pd) e Dorina Bianchi (Pd) lavorano ad un'interrogazione parlamentare sulle condizioni del centro di accoglienza Sant'Anna di Crotone. Accompagnate da rappresentanti delle associazioni locali impegnate nella promozione dei diritti dei migranti – raccolte nel Coordinamento Baobab – le parlamentari hanno visitato il centro lo scorso 18 luglio. Il rapporto della visita, diffuso dal Coordinamento Baobab, giudica “preoccupanti” le condizioni di accoglienza nei container e nella tendopoli. Critiche sono state espresse anche sull'accoglienza delle donne e sull'assistenza sanitaria.
Nonché sugli eccessivi tempi di attesa per i casi Dublino II, ovvero quei richiedenti asilo politico – soprattutto afgani – che attendono il responso della Commissione Dublino che deve decidere quale Stato europeo sia competente della loro domanda di protezione, essendo già transitati in un altro Stato membro prima di raggiungere l'Italia. Durante la visita, le senatrici hanno riscontrato la presenza di 10 richiedenti asilo afgani in un unico container, mantenuto in “pessime condizioni”: “le lenzuola (monouso) sono sporche e lacerate. Alcuni materassi sono sul pavimento, senza rete e senza lenzuola. Dentro il caldo è soffocante a causa di un guasto al condizionatore”. Alcuni degli ospiti vivono in queste condizioni da marzo 2008. La permanenza media al centro - secondo il rapporto – è di quattro, cinque mesi.
Nessuno degli ospiti si è lamentato con la delegazione delle parlamentari per il cibo, sebbene non esista una mensa e i pasti vengano consumati all’aperto o nei container. È piuttosto sul fronte sanitario che lamentano gravi carenze. “Visite rifiutate, maltrattamenti e mancanza di cure” si legge nel rapporto. Alcuni ospiti sostengono che “per qualsiasi tipo di problema danno a tutti la stessa medicina”. Un ragazzo iracheno, disabile per una ferita da mina alla gamba destra, è stato visitato solo grazie all'intervento della senatrice Mazzucconi, dopo che aveva inutilmente chiesto più volte una visita. Il medico ha sostenuto che il ragazzo, per una “preoccupante devascolarizzazione” adesso rischia “l’amputazione dell’arto”. Gli ospiti hanno poi dichiarato alla delegazione “di aver ricevuto dal loro ingresso nel Centro un solo paio di lenzuola e che solo ogni dieci giorni ricevono un sapone e uno shampo monouso”, mentre la convenzione della Prefettura con l'ente gestore prevede due cambi a settimana delle lenzuola e una distribuzione quotidiana di shampoo e sapone.
Per quanto riguarda l'assistenza legale, gli ospiti hanno dichiarato alle parlamentari “di non ricevere nessun tipo di informazione in materia legale e di non essere informati circa i loro diritti”. Alcuni hanno riferito “di essersi rivolti agli operatori legali del centro, ma di non aver ottenuto consulenza, soprattutto per presentare i ricorsi”. Per questo molti si rivolgono ad avvocati esterni al Centro. Chi invece ha ottenuto una decisione positiva da parte della Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, deve attendere oltre un mese prima di poter ritirare il permesso di soggiorno e il titolo di viaggio e lasciare il campo.
Nonché sugli eccessivi tempi di attesa per i casi Dublino II, ovvero quei richiedenti asilo politico – soprattutto afgani – che attendono il responso della Commissione Dublino che deve decidere quale Stato europeo sia competente della loro domanda di protezione, essendo già transitati in un altro Stato membro prima di raggiungere l'Italia. Durante la visita, le senatrici hanno riscontrato la presenza di 10 richiedenti asilo afgani in un unico container, mantenuto in “pessime condizioni”: “le lenzuola (monouso) sono sporche e lacerate. Alcuni materassi sono sul pavimento, senza rete e senza lenzuola. Dentro il caldo è soffocante a causa di un guasto al condizionatore”. Alcuni degli ospiti vivono in queste condizioni da marzo 2008. La permanenza media al centro - secondo il rapporto – è di quattro, cinque mesi.
Nessuno degli ospiti si è lamentato con la delegazione delle parlamentari per il cibo, sebbene non esista una mensa e i pasti vengano consumati all’aperto o nei container. È piuttosto sul fronte sanitario che lamentano gravi carenze. “Visite rifiutate, maltrattamenti e mancanza di cure” si legge nel rapporto. Alcuni ospiti sostengono che “per qualsiasi tipo di problema danno a tutti la stessa medicina”. Un ragazzo iracheno, disabile per una ferita da mina alla gamba destra, è stato visitato solo grazie all'intervento della senatrice Mazzucconi, dopo che aveva inutilmente chiesto più volte una visita. Il medico ha sostenuto che il ragazzo, per una “preoccupante devascolarizzazione” adesso rischia “l’amputazione dell’arto”. Gli ospiti hanno poi dichiarato alla delegazione “di aver ricevuto dal loro ingresso nel Centro un solo paio di lenzuola e che solo ogni dieci giorni ricevono un sapone e uno shampo monouso”, mentre la convenzione della Prefettura con l'ente gestore prevede due cambi a settimana delle lenzuola e una distribuzione quotidiana di shampoo e sapone.
Per quanto riguarda l'assistenza legale, gli ospiti hanno dichiarato alle parlamentari “di non ricevere nessun tipo di informazione in materia legale e di non essere informati circa i loro diritti”. Alcuni hanno riferito “di essersi rivolti agli operatori legali del centro, ma di non aver ottenuto consulenza, soprattutto per presentare i ricorsi”. Per questo molti si rivolgono ad avvocati esterni al Centro. Chi invece ha ottenuto una decisione positiva da parte della Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, deve attendere oltre un mese prima di poter ritirare il permesso di soggiorno e il titolo di viaggio e lasciare il campo.
Gabriele Del Grande, pubblicato il 5/8/08 da Redattore Sociale