02 June 2011

Tunisia: 2 morti e 270 dispersi al largo di Kerkennah

Il peschereccio si è capovolto quando, dopo il guasto, molte persone impaurite hanno cercato di mettersi in salvo e di raggiungere i gommoni della guardia costiera e dell'esercito tunisino nel frattempo sopraggiunti per i soccorsi, al largo dell'isola Kerkennah. A complicare le cose ci si è messo il mare grosso e il panico a bordo. Così alla fine, dei 700 passeggeri partiti dalle coste libiche, si contano almeno 200 dispersi in mare, ma il bilancio è destinato a crescere e c'è chi parla addirittura di 270 dispersi. Mentre dalle acque sono già stati recuperati i corpi senza vita di due persone. I superstiti sono cittadini di Niger, Mali, Indonesia, Ciad, Ghana, Liberia, Marocco, Egitto e Pakistan. Secondo quanto hanno riferito, il peschereccio era partito dalla costa libica e aveva vagato in mare per cinque giorni dopo aver perso la rotta per Lampedusa. Si tratta dell'ennesima strage del Canale di Sicilia, dove dall'inizio dell'anno - compresa questo ultimo naufragio - sono già morte 1.685 persone. Un massacro senza precedenti. Lo ripetiamo da settimane. E che ci lascia con un tremendo interrogativo: anche i 700 passeggeri del naufragio erano stati costretti a partire dopo essere stati rastrellati nei quartieri africani di Tripoli? Esattamente come abbiamo documentato con gli sbarchi delle ultime settimane? Se così fosse, più che di un massacro sarebbe corretto parlare di strage. E iniziare a fare i nomi dei mandanti. A partire dagli uomini della marina militare libica, addestrati in Italia da Maroni ai tempi dei respingimenti in Libia, e oggi a capo dell'organizzazione delle deportazioni di massa in Italia degli africani rastrellati nei quartieri popolari delle città ancora sotto il controllo del regime. Di seguito, i dettagli della notizia sulla stampa italiana.


Barcone in avaria nel Mediterraneo. Due morti, tra i 200 e i 270 dispersi
tratto da Repubblica
Tunisi, 2 giu 2011 - Almeno due persone sono morte mentre tra le 200 e le 270 risultano disperse nel Mediterraneo, al largo della Tunisia, a causa di un'avaria al barcone con cui stavano tentando di raggiungere le coste italiane dalla Libia. Lo riferisce l'agenzia di stampa Tap, precisando che oltre 570 profughi sono stati tratti in salvo dalla guardia costiera e dall'esercito tunisini in un'operazione iniziata ieri mattina nella zona delle isole Kerkennah, a circa 20 miglia dalla costa tunisina.

Il barcone, secondo la ricostruzione fornita dalla Tap, si è capovolto quando, dopo il guasto, molte persone impaurite hanno cercato di mettersi in salvo e di raggiungere i gommoni della guardia costiera e dell'esercito. A complicare le operazioni di soccorso è stato il maltempo.

Nella notte, 193 persone tratte in salvo sono state trasferite nel campo profughi di Shusha, nei pressi del confine tra la Tunisia e la Libia. Altre 385 dovrebbero aver raggiunto Sfax, per poi essere trasferite nello stesso campo per rifugiati. Sette feriti, invece, sono stati ricoverati nell'ospedale Habib Bourguiba di Sfax, dove sono state portate anche due donne in gravidanza. Le squadre di soccorso hanno fatto sapere che l'imbarcazione, con a bordo i profughi fuggiti dal conflitto libico, era diretta a Lampedusa