I primi effetti della sentenza della Corte europea sul reato di inottemperanza si fanno vedere. Ed è una buona notizia. A Torino, secondo indiscrezioni, sono già stati scarcerati una trentina di detenuti finiti in manette perché non avevano rispettato l'ordine di allontanamento del questore. La richiesta di liberazione è arrivata direttamente dalla Procura di Torino, che ha immediatamente applicato l'abrogazione contenuta nella sentenza della Corte europea, che di fatto annulla il reato previsto dall'articolo 14 comma 5 ter della legge Bossi-Fini del 2002 (che non è il reato di clandestinità del pacchetto sicurezza, attenzione), che prevedeva da sei mesi a quattro anni di carcere per chi non rispettava l'ordine di espulsione del questore. Ovvero, in parole più semplici, per chi veniva fermato una prima volta senza documenti, riceveva un ordine di espulsione scritto e poi veniva fermato una seconda volta ancora sul territorio italiano. Restano in carcere invece un'altra trentina di condannati per lo stesso reato, perché su di loro pendono altre condanne inflitte per altri reati, che verranno normalmente scontate. Per quanto riguarda i molti procedimenti in corso invece, la Procura di Torino ha chiesto l'archiviazione di tutti i casi.
Si tratta di una bella boccata di ossigeno per tutti. Per chi è senza documenti, che adesso sa di non rischiare il carcere, anche se resta il rischio di finire sei mesi dentro un centro di identificazione e espulsione. Per le carceri sovraffollate, che si alleggeriranno un po'. E per la giustizia lumaca, che procedimenti come questi intasavano ancora di più. Pensate che soltanto a Torino, fino al 24 dicembre scorso, quando è entrata in vigore la direttiva europea sui rimpatri, in nome della quale la Corte europea ha abrogato il reato di inottemperanza, nella sola Torino c'era una media di cinque arresti al giorno, che nel 2010 avevano portato il totale dei procedimenti a circa 1.500 casi. Nei prossimi giorni cercheremo di incontrare alcuni dei detenuti tornati in libertà e di raccontarvi le loro storie. Intanto stiamo a vedere le altre Procure d'Italia se si muoveranno con la stessa tempestività. E prepariamoci al peggio perché il ministro Maroni ha annunciato che in Consiglio dei ministri porterà una proposta per reinserire il reato.
Si tratta di una bella boccata di ossigeno per tutti. Per chi è senza documenti, che adesso sa di non rischiare il carcere, anche se resta il rischio di finire sei mesi dentro un centro di identificazione e espulsione. Per le carceri sovraffollate, che si alleggeriranno un po'. E per la giustizia lumaca, che procedimenti come questi intasavano ancora di più. Pensate che soltanto a Torino, fino al 24 dicembre scorso, quando è entrata in vigore la direttiva europea sui rimpatri, in nome della quale la Corte europea ha abrogato il reato di inottemperanza, nella sola Torino c'era una media di cinque arresti al giorno, che nel 2010 avevano portato il totale dei procedimenti a circa 1.500 casi. Nei prossimi giorni cercheremo di incontrare alcuni dei detenuti tornati in libertà e di raccontarvi le loro storie. Intanto stiamo a vedere le altre Procure d'Italia se si muoveranno con la stessa tempestività. E prepariamoci al peggio perché il ministro Maroni ha annunciato che in Consiglio dei ministri porterà una proposta per reinserire il reato.