Come tutti sapete, dal primo aprile è vietato alla stampa l'accesso nei centri di identificazione e espulsione (Cie) e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo politico (Cara). Personalmente ho già ricevuto un diniego telefonico a una mia richiesta di accredito stampa presso il Cie di Trapani e di Brindisi. Mentre oggi 13 maggio 2011 mi è stato negato l'ingresso nel Cara di Mineo, a Catania, al seguito di due parlamentari (Marilena Samperi e Giovanni Burtone, Pd) che sono entrati per visitare il Cara dove sono attualmente ospitate circa 1.800 persone sbarcate a Lampedusa dalla Libia e che hanno chiesto asilo politico al nostro paese. Ricordo che per cancellare il diritto di cronaca in questo paese è bastata una circolare ministeriale di Maroni, che con un solo colpo di spugna ha cancellato la possibilità di raccontare quanto accade nei centri. Siano essi centri a cinque stelle come il Cara di Mineo, oppure malsani e angusti come il Cie di Trapani. Di tutto questo ovviamente i primi a non essersi accorti di niente sono proprio i giornalisti. Che tanto i cie non lo visitavano neanche prima, quando bastava mandare un fax in prefettura per chiedere l'accredito.