Altri 27 nomi strappati alla vita. Morti nel tratto di mare che divide la Tunisia da Lampedusa. I giornalisti continuano a riprodurre il paradigma dei disperati, dei barconi, della fuga e dell'invasione. Ma noi che siamo due generazioni più giovani dei vecchi fuori tempo massimo che scrivono sui giornali, riusciamo a capire la differenza. Che non sono ragazzi in fuga. Sono ragazzi in viaggio. E sono ragazzi ribelli. Perché le leggi ingiuste vanno violate. Ed è ingiusto oltre che assurdo, che nel 2011 sia ancora un crimine spostarsi da una parte all'altra di questo mare. I ventenni di Zarzis e di Sfax diretti a Parigi e Milano hanno diritto di viaggiare liberamente nel villaggio globale tanto quanto i loro coetanei di Roma e di Bologna diretti a Sharm El Shaykh. Il viaggio non è un'esclusiva della disperazione o della fuga. Ma una dimensione imprescindibile della vita comune di ogni ragazzo della nostra prima generazione globale. Un giorno, quando questi concetti saranno chiari, si griderà allo scandalo, alle stragi negate e ai martiri. Ma quanti morti dovremo ancora contare prima che si capisca che la soluzione non sono le tendopoli a Manduria ma la libertà di circolazione? Di seguito i dettagli del naufragio, in un lancio dell'Ansa.
Tunisia, 27 cadaveri su spiagge
(ANSA) - TUNISI, 1 APR - I cadaveri di ventisette tunisini, di eta' compresa tra i 19 e i 23 anni, morti in 2 naufragi di barche dirette in Italia, il 13 e il 27 marzo, sono stati scoperti nelle ultime ore sulle coste dell'isola di Kerkennah.
I corpi sono stati trasferiti,per completare le procedure di identificazione, nel policlinico universitario Bourghiba a Sfax. Dieci delle vittime erano originarie di Sfax, nove di Tunisi e otto di Kariouan. La Guardia costiera e l'Esercito stanno facendo ulteriori ricerche.
Tunisia, 27 cadaveri su spiagge
(ANSA) - TUNISI, 1 APR - I cadaveri di ventisette tunisini, di eta' compresa tra i 19 e i 23 anni, morti in 2 naufragi di barche dirette in Italia, il 13 e il 27 marzo, sono stati scoperti nelle ultime ore sulle coste dell'isola di Kerkennah.
I corpi sono stati trasferiti,per completare le procedure di identificazione, nel policlinico universitario Bourghiba a Sfax. Dieci delle vittime erano originarie di Sfax, nove di Tunisi e otto di Kariouan. La Guardia costiera e l'Esercito stanno facendo ulteriori ricerche.