Prendetevi dieci minuti del vostro tempo. E riguardatevi l'intervento del ministro dell'interno Roberto Maroni domenica scorsa a "Che tempo che fa" sulla questione Tunisia. Anche a voi si contorce lo stomaco? Inviamo tutti insieme questa mail al conduttore Fabio Fazio.
Questo è l'indirizzo mail della trasmissione: raitre.chetempochefa@rai.it
Di seguito il testo della lettera di protesta.
Oggetto: C.a. Fabio Fazio. Le bugie di Maroni
"Caro Fazio,
da cittadino italiano e dunque mediterraneo, sono rimasto senza parole per la menzogne diffuse in prima serata e senza contraddittorio nella sua ultima trasmissione per bocca del ministro dell'interno Maroni.
Fatto salvo lo straordinario lavoro di chi a Lampedusa sta gestendo la prima accoglienza dei nuovi arrivati, non abbiamo sentito una parola sui crimini della dittatura di Ben Ali, sostenuta fino all'ultimo minuto dai nostri ministri.
Non una parola sulle sentenze di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo per i rimpatri fatti negli scorsi anni dall'Italia nella Tunisia di Ben Ali.
Non una parola sui due processi in corso, a Roma e Strasburgo, contro i respingimenti in Libia.
Non una parola sui 30 morti in mare di questi giorni tra Zarzis e Lampedusa.
E soprattutto non una parola di solidarietà e di appoggio al nuovo corso di transizione democratica avviato in Tunisia dopo una rivoluzione costata la vita a più di cento martiri morti per la libertà.
E invece soltanto un uso strumentale del dramma di chi si ritrova a viaggiare in mare a rischio della vita, per alimentare ancora una volta nel pubblico la paura dell'invasione, delle orde dei barbari, dell'esodo biblico, e addirittura del rischio terrorismo.
Per non parlare di quell'affermazione sulla Tunisia senza governo, pronunciata da un ministro il cui collega agli esteri Frattini il giorno dopo ha un appuntamento a Tunisi con il premier tunisino! Roba da denuncia per falso ideologico, se non fosse che a pronunciare quelle parole è lo stesso ministro che pochi minuti dopo nella stessa intervista confessa di credere a Berlusconi quando dice che pensava sinceramente che una delle sue prostitute minorenni fosse la nipote di Mubarak.
Dispiace constatare sulla tv italiana, ancora una volta, il solito approccio razzista che vede nei popoli della riva sud del Mediterraneo nient'altro che masse amorfe di straccioni pronte a invadere il nostro quieto vivere.
Al contrario, il popolo tunisino prima e il popolo egiziano poi, avendo pagato col sangue la cacciata di due oppressive dittature da decenni sostenute anche dal nostro paese, ci hanno dimostrato la dignità e il coraggio di quella gente. Il cui valore non viene minimamente messo in discussione da qualche migliaio di ragazzi improvvisamente partiti per l'avventura verso le coste italiane.
Oltre ad ospitare ministri che purtroppo continuano a sfruttare i drammi altrui per guadagnarsi facili consensi elettorali in momenti di crisi di fiducia, la Rai dovrebbe invitare in studio i ragazzi di Tunisi e del Cairo, a ricordarci il valore della libertà.
Cordiali saluti, firmato Nome e Cognome"
Per chi non ha il tempo di guardare il video, ecco un estratto di alcune delle dichiarazioni di Maroni e Fazio che più ci hanno lasciato senza parole.
Maroni - "Come conseguenza del terremoto istituzionale che è avvenuto, è crollato lo Stato (in Tunisia, ndr). Non c’è un governo, non c’è un sistema di sicurezza. Stiamo cercando inutilmente, anche attraverso la nostra ambasciata, di prendere contatti con le forze di polizia tunisina per capire come aiutarli a controllare e a prevenire queste partenze e non riusciamo a prendere i contatti. E’ collassato il sistema di sicurezza e allora cosa succede, che migliaia e migliaia di cittadini tunisini vanno nelle città dei porti, salgono sui pescherecci, sulle barche e partono. Essendo a 70 km dall’Italia, come tra Milano e Bergamo, sono qui alle nostre porte in cerca di un futuro migliore. E’ un esodo biblico, non ha paragoni rispetto al passato.
Fazio - "Si parla di decine di migliaia di persone in fuga sulle spiagge della Tunisia. Dentro c’è di tutto, ci saranno rifugiati politici, profughi, clandestini, nel senso dispregiativo del termine, cioè legati al terrorismo o scappati dalle prigioni."
Maroni - "Anche di peggio, qualche infiltrato da organizzazioni terroristiche. Per questo noi adesso stiamo gestendo l’impatto dal punto di vista umanitario. Ma procediamo alla verifica per vedere se sono profughi, se sono persone che possono essere rimpatriate, sempre che in Tunisia ci sia qualcuno che risponde alle nostre sollecitazioni, e se ci sono persone scappate dal carcere, delinquenti. Di qualcuno abbiamo informazioni preventive,ma non di tutti.
...
Se in Tunisia non succede nulla, temo sarà difficile prevedere una fine, parliamo di decine di migliaia di persone. La Tunisia ha 10 milioni di abitanti, questo dà la dimensione del fenomeno. Sono molto preoccupato.
...
Temo presto si innescherà anche in altri paesi. L’Egitto ha 80 milioni, e soltanto un po’ più lontano, l’Algeria. Di fronte a questo scenario apocalittico, noi facciamo quello che possiamo.
...
Li stiamo identificando, prendiamo impronte digitali, foto. La maggior parte dichiarano: 'Per noi è diventato impossibile vivere là, ci sono violenze, rapimenti e non si capisce più chi comanda. Il paese è allo sbando'. Persone che scappano da un paese allo sbando ovviamente hanno diritto alla protezione internazionale. Non possiamo rimandarli indietro. Per capire però chi viene per questi motivi, chi scappa dalle patrie galere e chi viene per compiere danni in Europa, magari mandato da organizzazioni terroristiche, c’è bisogno di tempo e di fare le verifiche che stiamo facendo. E’ come se fosse stato un teremoto."
Questo è l'indirizzo mail della trasmissione: raitre.chetempochefa@rai.it
Di seguito il testo della lettera di protesta.
Oggetto: C.a. Fabio Fazio. Le bugie di Maroni
"Caro Fazio,
da cittadino italiano e dunque mediterraneo, sono rimasto senza parole per la menzogne diffuse in prima serata e senza contraddittorio nella sua ultima trasmissione per bocca del ministro dell'interno Maroni.
Fatto salvo lo straordinario lavoro di chi a Lampedusa sta gestendo la prima accoglienza dei nuovi arrivati, non abbiamo sentito una parola sui crimini della dittatura di Ben Ali, sostenuta fino all'ultimo minuto dai nostri ministri.
Non una parola sulle sentenze di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo per i rimpatri fatti negli scorsi anni dall'Italia nella Tunisia di Ben Ali.
Non una parola sui due processi in corso, a Roma e Strasburgo, contro i respingimenti in Libia.
Non una parola sui 30 morti in mare di questi giorni tra Zarzis e Lampedusa.
E soprattutto non una parola di solidarietà e di appoggio al nuovo corso di transizione democratica avviato in Tunisia dopo una rivoluzione costata la vita a più di cento martiri morti per la libertà.
E invece soltanto un uso strumentale del dramma di chi si ritrova a viaggiare in mare a rischio della vita, per alimentare ancora una volta nel pubblico la paura dell'invasione, delle orde dei barbari, dell'esodo biblico, e addirittura del rischio terrorismo.
Per non parlare di quell'affermazione sulla Tunisia senza governo, pronunciata da un ministro il cui collega agli esteri Frattini il giorno dopo ha un appuntamento a Tunisi con il premier tunisino! Roba da denuncia per falso ideologico, se non fosse che a pronunciare quelle parole è lo stesso ministro che pochi minuti dopo nella stessa intervista confessa di credere a Berlusconi quando dice che pensava sinceramente che una delle sue prostitute minorenni fosse la nipote di Mubarak.
Dispiace constatare sulla tv italiana, ancora una volta, il solito approccio razzista che vede nei popoli della riva sud del Mediterraneo nient'altro che masse amorfe di straccioni pronte a invadere il nostro quieto vivere.
Al contrario, il popolo tunisino prima e il popolo egiziano poi, avendo pagato col sangue la cacciata di due oppressive dittature da decenni sostenute anche dal nostro paese, ci hanno dimostrato la dignità e il coraggio di quella gente. Il cui valore non viene minimamente messo in discussione da qualche migliaio di ragazzi improvvisamente partiti per l'avventura verso le coste italiane.
Oltre ad ospitare ministri che purtroppo continuano a sfruttare i drammi altrui per guadagnarsi facili consensi elettorali in momenti di crisi di fiducia, la Rai dovrebbe invitare in studio i ragazzi di Tunisi e del Cairo, a ricordarci il valore della libertà.
Cordiali saluti, firmato Nome e Cognome"
Per chi non ha il tempo di guardare il video, ecco un estratto di alcune delle dichiarazioni di Maroni e Fazio che più ci hanno lasciato senza parole.
Maroni - "Come conseguenza del terremoto istituzionale che è avvenuto, è crollato lo Stato (in Tunisia, ndr). Non c’è un governo, non c’è un sistema di sicurezza. Stiamo cercando inutilmente, anche attraverso la nostra ambasciata, di prendere contatti con le forze di polizia tunisina per capire come aiutarli a controllare e a prevenire queste partenze e non riusciamo a prendere i contatti. E’ collassato il sistema di sicurezza e allora cosa succede, che migliaia e migliaia di cittadini tunisini vanno nelle città dei porti, salgono sui pescherecci, sulle barche e partono. Essendo a 70 km dall’Italia, come tra Milano e Bergamo, sono qui alle nostre porte in cerca di un futuro migliore. E’ un esodo biblico, non ha paragoni rispetto al passato.
Fazio - "Si parla di decine di migliaia di persone in fuga sulle spiagge della Tunisia. Dentro c’è di tutto, ci saranno rifugiati politici, profughi, clandestini, nel senso dispregiativo del termine, cioè legati al terrorismo o scappati dalle prigioni."
Maroni - "Anche di peggio, qualche infiltrato da organizzazioni terroristiche. Per questo noi adesso stiamo gestendo l’impatto dal punto di vista umanitario. Ma procediamo alla verifica per vedere se sono profughi, se sono persone che possono essere rimpatriate, sempre che in Tunisia ci sia qualcuno che risponde alle nostre sollecitazioni, e se ci sono persone scappate dal carcere, delinquenti. Di qualcuno abbiamo informazioni preventive,ma non di tutti.
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Se in Tunisia non succede nulla, temo sarà difficile prevedere una fine, parliamo di decine di migliaia di persone. La Tunisia ha 10 milioni di abitanti, questo dà la dimensione del fenomeno. Sono molto preoccupato.
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Temo presto si innescherà anche in altri paesi. L’Egitto ha 80 milioni, e soltanto un po’ più lontano, l’Algeria. Di fronte a questo scenario apocalittico, noi facciamo quello che possiamo.
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Li stiamo identificando, prendiamo impronte digitali, foto. La maggior parte dichiarano: 'Per noi è diventato impossibile vivere là, ci sono violenze, rapimenti e non si capisce più chi comanda. Il paese è allo sbando'. Persone che scappano da un paese allo sbando ovviamente hanno diritto alla protezione internazionale. Non possiamo rimandarli indietro. Per capire però chi viene per questi motivi, chi scappa dalle patrie galere e chi viene per compiere danni in Europa, magari mandato da organizzazioni terroristiche, c’è bisogno di tempo e di fare le verifiche che stiamo facendo. E’ come se fosse stato un teremoto."