Abbiamo tradotto il testo di Rais LeBled, l'inno delle ribellioni in Tunisia. La canzone del rapper El Général, che per queste parole è stato arrestato a Sfax giovedì scorso. Condividetela in rete! Massima solidarietà ai ragazzi della riva sud. Soprattutto in queste ore di fuoco. La polizia tunisina infatti ha iniziato a sparare sulle manifestazioni. Solo ieri almeno 20 morti tra Kasserine e Thala. Mentre ormai anche l'Algeria è messa a ferro e fuoco (3 morti, 800 feriti e 1.000 arresti in tre giorni) da una generazione che non ha più niente da perdere. La corruzione dei governi ha azzerato i loro sogni nel futuro. E la morsa del regime ha azzerato ogni forma di dissenso che non sia la rivolta. Ed è la stessa generazione che fino a pochi mesi fa sfidava la morte in mare per raggiungere i suoi sogni sulla riva nord del Mediterraneo. Ecco le parole della canzone. Potete esprimere solidarietà a Général sulla sua pagina facebook.
Prima scena: Ben Ali dice al bambino: “Perché non sei tranquillo? Mi vuoi dire qualcosa?”
Le parole della canzone :
“Presidente, oggi parlo con te
nel nome mio e nel nome di tutto il popolo,
un popolo che vive nel dolore ancora nel 2011!
C’è ancora gente che muore di fame!
Vogliono lavorare, vogliono sopravvivere,
ma nessuno ascolta la loro voce!
Scendi in strada e guarda!
La gente sta impazzendo e i poliziotti diventano mostri,
ormai sanno usare solo i manganelli,
tac tac,
non gliene importa,
tanto non c’è nessuno pronto a dire no!
La legge e la costituzione
sono solo sulla carta.
Ogni giorno sento di processi
contro la povera gente,
anche quando tutti sanno che quella è una brava persona!
E vedo serpenti ovunque pronti a mordere le nostre ragazze
Accetteresti che tua figlia fosse morsa?
Lo so, certe parole fanno piangere gli occhi...
Ma tu sei un padre e un padre non permetterebbe
che tutto questo accada ai suoi figli!
Il mio è il messaggio di uno dei tuoi figli,
uno che prova a parlare con te.
Parlo con dolore,
viviamo come cani!
Metà della popolazione vive nell’umiliazione
e beve l’oppressione.
Presidente, il tuo popolo sta morendo!
Guarda quello che sta accadendo!
La gente non ha più un posto dove abitare!
Parlo nel nome di tutto il popolo,
c’è gente che mangia dalla spazzatura!
Guarda quello che sta accadendo nel paese!
Presidente hai detto che era il tempo di parlare senza paura.
Ok, io ho parlato
anche se so che adesso mi aspettano guai!
Vedo l’ingiustizia ovunque,
ecco perché ho deciso di raccontare tutto!
Per quanti tempo ancora i tunisini
dovranno vivere sotto la paura?!
Dov’è la libertà di espressione?
Solo sulla carta!
Presidente guarda!
Presidente guarda!
Oggi il paese è diventato un deserto diviso in due.
Ci sono ladri dappertutto,
tutti li vedono ma nessuno può dire niente!
Rubano i soldi delle infrastrutture,
e tu sai bene di chi parlo!
Figli di un cane!
Si sono mangiati i soldi del povero popolo
e adesso non vogliono lasciare la poltrona!
Signor presidente,
se il nostro popolo vivesse in modo dignitoso,
non avrei ragioni per dire queste cose.
E invece sono sempre gli stessi problemi,
le stesse sofferenze.