Un colpo al cerchio e uno alla botte. Sembra che a Tunisi per un passo avanti se ne faccia uno indietro. Secondo le ultime notizie, i magistrati tunisini indagano sui conti all'estero di Ben Ali e la Svizzera ha già sequestrato i suoi beni, mentre il governo pro tempore annuncia il rilascio di tutti i prigionieri politici, e permette il rientro dall'esilio dei vecchi oppositori. Nelle stesse ore però si scopre che il nuovo premier Ghannouchi è in contatto telefonico col vecchio dittatore e cinque ministri dell'opposizione si dimettono per protestare contro le nuove nomine a ministro di uomini del vecchio establishment. Il tutto mentre viale Habib Bourghiba si riempie di nuovo di gente che protesta all'unisono: "Rdc degage!", invitando insomma a smammare il vecchio partito di Ben Ali e tutti i suoi uomini. Unica nota positiva, l'esercito sta dalla parte della gente, almeno questo è sicuro.
In una situazione così caotica, come era prevedibile, qualcuno ne approfitta per bruciare la frontiera! Anche se i numeri in realtà sono bassissimi, proprio forse per il desiderio di tutti di restare per vedere come va a finire la partita per la libertà. Ad ogni modo, dopo i quattro sbarchi dei giorni scorsi, e dopo il naufragio di Metline, oggi sono segnalati altri due arrivi a Pantelleria, per un totale di 10 ragazzi, e un grande mistero.
Uno yacht di proprietà della famiglia di Ben Ali, all'ancora da venerdì scorso a Lampedusa, con due soli uomini a bordo. Chi sono? Parenti del vecchio dittatore? O avventurieri? Loro hanno detto di essere stati incaricati dal nipote di Ben Ali di portare la barca in salvo, e intanto hanno chiesto asilo politico al nostro paese.
Qua sotto trovate due articoli su queste notizie, e un terzo pezzo su un altro gruppo di ragazzi, 22 afgani, arrivati al porto di Bari nascosti in un camion stivato su un traghetto turistico in arrivo da Patrasso. Ne approfitto per rilanciare in rete la drammatica notizia del naufragio della settimana scorsa, quando a Corfù hanno perso la vita 21 afgani.
Immigrazione: continuano sbarchi tunisini in SiciliaANSA
LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 19 GEN - Altre due piccole imbarcazioni in legno provenienti dalla Tunisia con dieci persone a bordo sono approdate ieri sera nel porto di Lampedusa.
Gli extracomunitari saranno trasferiti a Porto Empedocle.
All'alba di ieri cinque tunisini su una barca erano stati intercettati a 17 miglia dalla costa da una motovedetta della Guardia di Finanza, mentre altri due sbarchi con dieci immigrati si sono registrati a Pantelleria. I nuovi arrivi dal Nordafrica sarebbero legati alla rivolta in Tunisia che nei giorni scorsi ha portato alla deposizione del presidente Ben Ali.
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Lampedusa, giallo su yacht. Marinai: “E’ di nipote Ben Alì”
Agrigento flash
LAMPEDUSA, 18 gennaio 2011 - Un lussuoso yacht è approdato venerdì scorso a Lampedusa, dopo che i due marinai a bordo avevano chiesto soccorso lamentando di avere un’avaria ai motori. I due componenti dell’equipaggio hanno riferito che il cabinato è di proprietà del nipote dell’ex dittatore tunisino Ben Ali, aggiungendo di avere avuto l’incarico di portarlo in salvo. I marinai hanno chiesto asilo politico; la loro istanza è attualmente al vaglio della Questura di Agrigento. Non è escluso, tuttavia, che lo yacth prenda nuovamente il largo dopo la riparazione del guasto.
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Bari, assiepati nel rimorchio del camion
Corriere del Mezzogiorno
BARI, 18 gennaio 2011 - Ventisette immigrati clandestini afgani - cinque donne e 22 uomini - sono stati trovati nel porto di Bari sul rimorchio di un autoarticolato turco proveniente dalla Grecia. Il conducente del mezzo, il cittadino turco Ilyas Selimoglu (di 42 anni) è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione è stata compiuta dalla polizia di frontiera su segnalazione della Dia.
Le indagini hanno permesso di accertare che gli immigrati hanno versato 2mila dollari ciascuno ad una organizzazione criminale per raggiungere clandestinamente la Grecia dall’Afghanistan. Giunti ad Atene, sono stati contattati da un altro componente dell’organizzazione che ha organizzato il viaggio verso l’Italia previo pagamento di 3mila euro. L’uomo ha poi accompagnato il gruppo a Salonicco, dove gli immigrati sono stati nascosti sul tir guidato dal cittadino turco che ha condotto i clandestini a Bari.