MESSINA - Un errore nella manovra di abbordaggio da parte di una motonave della Guardia Costiera, complice il mare mosso, avrebbe causato la morte di una decina di persone durante un'operazione di salvataggio il 10 giugno 2008 nel Canale di Sicilia. La denuncia è contenuta in una lettera anonima, spedita alla Procura di Messina con tanto di foto scattate durante i soccorsi, probabilmente da uno dei marinai a bordo, e giunta alla redazione delle "Iene", che martedì 22 settembre mostreranno la loro inchiesta su Italia 1. Se confermato si tratterebbe di un fatto gravissimo. Anche perché a differenza delle stragi della Kater I Rades e della Minerva, in questo caso le morti sono state tenute nascoste per oltre un anno. Ma torniamo ai fatti. Cosa c'è scritto in quella lettera?
Nella lettera anonima si racconta del salvataggio di una piccola barca con 27 emigranti a bordo. Una volta abbordata, la motonave della Guardia costiera Fiorillo Cp904 avrebbe calato la scaletta di banda lungo la murata della nave, una scala che non si dovrebbe mai usare nelle operazioni di soccorso. La scala prima avrebbe picchiato sulle teste dei migranti poi sulla loro barca facendola capovolgere, complice anche un mare forza 4. I migranti caduti in mare, tutti africani, non sapevano nuotare e annegarono. L'autore della lettera spiega che il comandante Pignatale, preso dal panico si sarebbe chiuso in cabina e fu il suo vice a farlo uscire. Solo dopo le altre 17 persone sarebbero state soccorse e portate a Malta.
E infatti le autorità maltesi hanno confermato l'arrivo, quel giorno, di 17 persone soccorse dagli italiani. Sempre a Malta, le "Iene" hanno intervistato 4 delle 17 persone sopravvissute: una in particolare riconosce nelle foto al nave e le persone e ci dice che tutto è accaduto il 10 giugno 2008 raccontando le cose per filo e per segno sono scritte nella lettera. Il comandante Pignatale, nel frattempo trasferito a Taranto, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Il Comando generale delle Capitanerie di Porto lo difende. «Diciassette degli extra-comunitari che occupavano la piccola imbarcazione, con apparentemente 20 persone a bordo, rovesciatasi in prossimità della nostra unità - si legge in un comunicato diffuso dalla Guardia costiera - sono stati salvati da uomini dell'equipaggio i quali, a rischio della propria incolumità, si sono anche gettati in mare, e tre di loro sono stati proposti per riconoscimenti al valore». Il che è innegabile. Come è innegabile lo sforzo con cui gli uomini dela Guardia costiera italiana si sono prodigati salvando decine di migliaia di persone negli ultimi anni nel Canale di Sicilia. Ma tutto questo non cancella l'uccisione di quelle dieci persone.
E infatti è la stessa Guardia costiera a ammettere che sì, c'è "da tempo in corso un'indagine giudiziaria volta ad appurare la dinamica dei fatti e che tutti gli atti relativi sono stati posti a disposizione di tale Autorità". E adesso speriamo che sia fatta giustizia.
Per saperne di più:
Lampedusa, giallo su un'altra strage, Repubblica, 19 settembre 2009
Lampedusa tragica. 15 morti nascosti?, Liberazione, 20 settembre 2009