ANNABA, 9 agosto 2009 – Doveva raggiungere la sua fidanzata nel nord della Francia. È morto in mare, sulla rotta tra Annaba e la Sardegna, vittima di una collisione tra un'imbarcazione di harraga e una motovedetta della guardia costiera algerina. Il bilancio è drammatico: un morto, 11 dispersi in mare e 18 feriti, di cui uno grave. Ikram Hamza (nella foto, con la fidanzata) aveva 32 anni. Questa è la sua storia. Raccontata al quotidiano algerino El Watan, dal fratello Hicham e dall'amico Farid. È la vittima numero 14.695 che documentiamo. Non era un rifugiato, si dirà. Aveva un lavoro. Perchè non ha chiesto il visto? Lo aveva fatto e più volte, presso l'ambasciata francese a Algeri. Ma inutilmente. Viaggiare è un diritto di pochi. Quando finirà questa strage? Quando l'Europa aprirà le frontiere? E quando le repubbliche delle banane – come Farid definisce l'Algeria di Bouteflika – restituiranno un futuro ai loro figli?
"Raggiungere la sua amata Christelle, una ragazza francese di 20 anni que conosceva da quattro anni. Questo era il sogno di Ikram. Sfortunatamente il destino ha deciso diversamente. Un amore nato su una chat di un sito di incontri. Nel corso degli anni, i dialoghi si sono trasformati in un grande amore. Ikram voleva esaudire il suo sogno, costi quel che costi, quello di essere al fianco della donna che aveva scelto nella vita. I suoi tentativi di ottenere un visto sono stati vani. Ogni volta c'era un diniego. L'idea di bruciare la frontiera allora ha cominciato a germogliare nella testa di Ikram, che era un genio dell'informatica, un geometra dei più ricercati. « Era previsto che Christelle venisse a luglio per sposarsi con Ikram in Algeria. Ma non riuscì a ottenere il visto. Poi hanno rimandato tutto alla fine del Ramadhan, a settembre. Christelle contava di venire con la famiglia per concretizzare l'unione con moi fratello », ci racconta, in lacrime Hicham, suo fratello primogenito e suo confidente, guardiano di un parcheggio, padre della piccola Anfal (Fifi).
Ikram amava tanto questa bambina, la chiamava Sahbati (amica mia), e su internet aveva mostrato le sue foto a Christelle, prima che i due passassero alla webcam. « Alla vigilia della sua partenza, cioè mercoledì, verso le tre di notte, è venuto a dirmi che partiva. Dopo una lunga discussione è riuscito a convincermi, perché io non ero d'accordo. Poi è tornato a casa. L'indomani mattina, è andato a pagare il prezzo del suo posto sull'imbarcazione della morte: 45.000 dinar al passeur e 5.000 all'intermediario (ndr. circa 500 euro). Erano tutti i suoi risparmi, frutto di una decina d'anni di risparmi », continua Hicham. Intanto quest'ultimo doveva preparare il necessario per il viaggio di Ikram. « Avevo soltanto 700 dinar con me, gli ho comprato una bottiglia di shampoo, un deodorante, un rasoio e due saponette. Non aveva nemmeno i soldi per le sigarette. Mi sono fatto prestare 2.000 dinar da un amico per comprargliene due pacchetti. Ho messo tutto in uno zaino che poi ho attentamente nascosto affinché i nostri genitori non scoprissero niente » segue Hicham. Ikram, dice, era partito con 35 euro in tasca. Una somma che gli aveva procurato suo fratello impegnando in gioielleria l'anello di sua moglie. Verso le 21:00 del giorno della partenza Ikram ha dato una specie di addio ai suoi cari. Hicham lo aspettava, con due altri harraga dello stesso quartiere, in una libreria, per accompagnarlo alla spiaggia di Rizzi Ameur, il punto di imbarco. « Una volta arrivati, abbiamo trovato una trentina di persone tra harraga e curiosi. Sul posto, c'erano due imbarcazioni nascoste dal passeur. I motori erano su una barca da pesca. Il passeur era sul posto, coordinava le operazioni al cellulare. C'era tutta una squadra. Ognuno con la sua missione per 500 o 1.000 dinar », racconta Hicham.
Sette harraga hanno preso posto sull'imbarcazione, tra cui Ikram. Gli altri hanno tutti preso dei taxi per Ras El Hamra, dove si trovavano le altre due imbarcazioni, continua Hicham. « Una volta arrivati, abbiamo constatato con sorpresa che c'era anche una terza imbarcazione. Sul posto, abbiamo trovato un centinaio di persone, c'era una confusione totale. Poi il passeur « in capo » ha organizzato la distribuzione dei passeggeri sulle tre barche. Ikram mi ha dato un ultimo sguardo pregandomi di prendermi cura dei nostri genitori ». Singhiozzando, Hicham ricorda il fratello con le banconote dei 35 euro arrotolate a mo' di sigaretta, che gli mormorava a voce bassa « Perdonami fratello mio, perdonami ».
Hicham crede che la spedizione dei 74 harraga sia fallita a causa di una delle candidate all'emigrazione clandestina. « Sicuramente sarà stato suo fratello a dare la soffiata alla polizia a Cap de Garde. Era venuto a cercare sua sorella per impedirle di partire. Ma non è riuscito a dissuaderla. Altrimenti come si spiega l'arrivo della polizia a Ras el Hamra quando la terza imbarcazione era ancora visibile? Poco tempo dopo abbiamo ricevuto una chiamata di Mehdi, un amico di Ikram, che ci informava che la Guardia costiera li stava inseguendo, poi la comunicazione si è bruscamente interrotta », continua Hicham. Immaginando già cosa poteva accadere, il fratello di Ikram si diresse al porto con alcuni amici del quartiere. Era l'una del mattino, quando la guardia costiera ha iniziato a trasbordare gli harraga al cancello numero nove. « Era un casino. Le ambulanze della protezione civile, le macchine della guardia costiera, della polizia. Alla fine ho capito che era successa una tragedia agli sfortunati avventurieri, compreso mio fratello. Allora mi sono precipitato verso l'ospedale Ibn Rochd ».
Farid, il miglior amico di Ikram prende la parola. Le dimissioni dei feriti dall'ospedale sono continuate fino alle tre del mattino. In totale 18 harraga sono stati dimessi. Alcuni erano ustionati in vario grado. Solo alle quattro del mattino abbiamo visto arrivare l'ultima ambulanza, ma a differenza delle altre, era scortata dalla polizia. Portava il corpo senza vita di Ikram. « Ecco come finiscono i giovani della Repubblica delle banane di Bouteflika, Ahmed Ouyahia e parenti », si indigna Farid. Così, il sogno di Ikram Hamza, nato l'11 aprile 1977, di raggiungere la sua amata Christelle nel nord della Francia, attraverso la Sardegna, è finito al cimitero di Sidi Aïssa."
Tradotto da Gabriele Del Grande, leggi l'originale in francese
"Raggiungere la sua amata Christelle, una ragazza francese di 20 anni que conosceva da quattro anni. Questo era il sogno di Ikram. Sfortunatamente il destino ha deciso diversamente. Un amore nato su una chat di un sito di incontri. Nel corso degli anni, i dialoghi si sono trasformati in un grande amore. Ikram voleva esaudire il suo sogno, costi quel che costi, quello di essere al fianco della donna che aveva scelto nella vita. I suoi tentativi di ottenere un visto sono stati vani. Ogni volta c'era un diniego. L'idea di bruciare la frontiera allora ha cominciato a germogliare nella testa di Ikram, che era un genio dell'informatica, un geometra dei più ricercati. « Era previsto che Christelle venisse a luglio per sposarsi con Ikram in Algeria. Ma non riuscì a ottenere il visto. Poi hanno rimandato tutto alla fine del Ramadhan, a settembre. Christelle contava di venire con la famiglia per concretizzare l'unione con moi fratello », ci racconta, in lacrime Hicham, suo fratello primogenito e suo confidente, guardiano di un parcheggio, padre della piccola Anfal (Fifi).
Ikram amava tanto questa bambina, la chiamava Sahbati (amica mia), e su internet aveva mostrato le sue foto a Christelle, prima che i due passassero alla webcam. « Alla vigilia della sua partenza, cioè mercoledì, verso le tre di notte, è venuto a dirmi che partiva. Dopo una lunga discussione è riuscito a convincermi, perché io non ero d'accordo. Poi è tornato a casa. L'indomani mattina, è andato a pagare il prezzo del suo posto sull'imbarcazione della morte: 45.000 dinar al passeur e 5.000 all'intermediario (ndr. circa 500 euro). Erano tutti i suoi risparmi, frutto di una decina d'anni di risparmi », continua Hicham. Intanto quest'ultimo doveva preparare il necessario per il viaggio di Ikram. « Avevo soltanto 700 dinar con me, gli ho comprato una bottiglia di shampoo, un deodorante, un rasoio e due saponette. Non aveva nemmeno i soldi per le sigarette. Mi sono fatto prestare 2.000 dinar da un amico per comprargliene due pacchetti. Ho messo tutto in uno zaino che poi ho attentamente nascosto affinché i nostri genitori non scoprissero niente » segue Hicham. Ikram, dice, era partito con 35 euro in tasca. Una somma che gli aveva procurato suo fratello impegnando in gioielleria l'anello di sua moglie. Verso le 21:00 del giorno della partenza Ikram ha dato una specie di addio ai suoi cari. Hicham lo aspettava, con due altri harraga dello stesso quartiere, in una libreria, per accompagnarlo alla spiaggia di Rizzi Ameur, il punto di imbarco. « Una volta arrivati, abbiamo trovato una trentina di persone tra harraga e curiosi. Sul posto, c'erano due imbarcazioni nascoste dal passeur. I motori erano su una barca da pesca. Il passeur era sul posto, coordinava le operazioni al cellulare. C'era tutta una squadra. Ognuno con la sua missione per 500 o 1.000 dinar », racconta Hicham.
Sette harraga hanno preso posto sull'imbarcazione, tra cui Ikram. Gli altri hanno tutti preso dei taxi per Ras El Hamra, dove si trovavano le altre due imbarcazioni, continua Hicham. « Una volta arrivati, abbiamo constatato con sorpresa che c'era anche una terza imbarcazione. Sul posto, abbiamo trovato un centinaio di persone, c'era una confusione totale. Poi il passeur « in capo » ha organizzato la distribuzione dei passeggeri sulle tre barche. Ikram mi ha dato un ultimo sguardo pregandomi di prendermi cura dei nostri genitori ». Singhiozzando, Hicham ricorda il fratello con le banconote dei 35 euro arrotolate a mo' di sigaretta, che gli mormorava a voce bassa « Perdonami fratello mio, perdonami ».
Hicham crede che la spedizione dei 74 harraga sia fallita a causa di una delle candidate all'emigrazione clandestina. « Sicuramente sarà stato suo fratello a dare la soffiata alla polizia a Cap de Garde. Era venuto a cercare sua sorella per impedirle di partire. Ma non è riuscito a dissuaderla. Altrimenti come si spiega l'arrivo della polizia a Ras el Hamra quando la terza imbarcazione era ancora visibile? Poco tempo dopo abbiamo ricevuto una chiamata di Mehdi, un amico di Ikram, che ci informava che la Guardia costiera li stava inseguendo, poi la comunicazione si è bruscamente interrotta », continua Hicham. Immaginando già cosa poteva accadere, il fratello di Ikram si diresse al porto con alcuni amici del quartiere. Era l'una del mattino, quando la guardia costiera ha iniziato a trasbordare gli harraga al cancello numero nove. « Era un casino. Le ambulanze della protezione civile, le macchine della guardia costiera, della polizia. Alla fine ho capito che era successa una tragedia agli sfortunati avventurieri, compreso mio fratello. Allora mi sono precipitato verso l'ospedale Ibn Rochd ».
Farid, il miglior amico di Ikram prende la parola. Le dimissioni dei feriti dall'ospedale sono continuate fino alle tre del mattino. In totale 18 harraga sono stati dimessi. Alcuni erano ustionati in vario grado. Solo alle quattro del mattino abbiamo visto arrivare l'ultima ambulanza, ma a differenza delle altre, era scortata dalla polizia. Portava il corpo senza vita di Ikram. « Ecco come finiscono i giovani della Repubblica delle banane di Bouteflika, Ahmed Ouyahia e parenti », si indigna Farid. Così, il sogno di Ikram Hamza, nato l'11 aprile 1977, di raggiungere la sua amata Christelle nel nord della Francia, attraverso la Sardegna, è finito al cimitero di Sidi Aïssa."
Tradotto da Gabriele Del Grande, leggi l'originale in francese