
Al 4 agosto 2008 i presenti sono 1.677 su un totale di 1.698 posti disponibili. Circa 1.200 vengono ospitati nei 160 container gialli, verdi e blu delle quattro sezioni A, B, C e D del campo. Otto per container. Poi ci sono i 240 posti nelle 30 tende blu montate questa estate dal Ministero dell’Interno per fronteggiare l’aumento degli sbarchi in Sicilia. E quindi i 256 posti negli appartamenti del Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo), la nuova sezione, tutta in muratura, inaugurata a maggio 2008 e dedicata in particolare alle famiglie e alle donne, sole o con figli. Poco distante, un muro in cemento armato alto circa cinque metri, circonda l’ex centro di permanenza temporanea (Cpt), chiuso nel maggio del 2007. Dal 24 aprile del 2007, per decreto ministeriale, i cancelli del Sant’Anna sono aperti dalle 8 alle 22. Per uscire basta esibire il tesserino di riconoscimento.

Tuttavia non tutte le donne sono accolte negli spazi più protetti del Cara. E nemmeno i bambini. Addirittura 52 donne, 19 minori e 2 neonati sono ospitati dentro i container. L’ente gestore – Caritas e Misericordia – cerca di fare del suo meglio per la gestione di un centro che ha i numeri di un piccolo paese. Ogni mercoledì vengono fatti incontri con i rappresentanti delle varie comunità nazionali. C’è una scuola che, a gruppi di 20, insegna l’italiano a 400 persone al giorno. Vengono celebrate le varie feste religiose, le feste di indipendenza, il giorno della memoria per il Darfur. C’è una piccola cappella per la preghiera e una stanza adibita a moschea. Ci sono campi da gioco. Il centro è stato addirittura visitato da oltre 300 studenti delle scuole medie e superiori della provincia. E tuttavia non c’è nemmeno una mensa. Le persone ritirano la colazione e i pasti sotto il sole, nel cortile, mantenuti in fila dagli agenti della polizia che con i manganelli indicano loro l’ordine da tenere. Si mangia nel piazzale oppure dentro i container. Comprese donne e bambini. Nei container c’è almeno l’aria condizionata, ma molti dicono di non avere lenzuola pulite né sufficiente sapone per lavarsi.
Gabriele Del Grande, pubblicato il 5/8/08 da Redattore Sociale