Nel dettaglio, aumentano le donne (11% contro l’8% del 2007), il cui numero nei primi sei mesi dell’anno ha già eguagliato quello dell’intero 2007. Mentre si assiste a un drastico cambiamento nel panorama delle nazionalità. Crollano gli arrivi dai Paesi del Maghreb. Gli egiziani passano dai 5.131 dell’intero 2007 ai 557 del primo semestre 2008. E così i marocchini, dai 2.341 agli 849. Più stabile il numero dei tunisini (1.287), che dopo Somalia e Nigeria rappresentano la terza nazionalità. Il 75% di chi sbarca in Sicilia arriva - nell’ordine - da Somalia (2.556 persone), Nigeria (1.859), Tunisia (1.287), Ghana (853), Marocco (849), Egitto (557), Burkina Faso (290), Costa d’Avorio (277), Eritrea (240) e Togo (202).
Da notare l’aumento deciso del numero dei somali, passati dagli 892 di tutto il 2007 ai 2.556 del primo semestre di quest’anno. La situazione in Somalia è disperata. Senza un governo da 17 anni, il Paese è esasperato ogni giorno dalla guerra, dopo che alla fine del 2006 la forza militare guidata dall’Etiopia ha vinto sul campo le Corti islamiche. Una situazione che spinge ogni anno centinaia di migliaia di somali a lasciare il Paese, per lo più attraversando il Golfo di Aden verso lo Yemen, oppure tentando la rotta libica verso l’Italia o quella turca verso la Grecia.
Altro dato su cui riflettere è il crollo degli sbarchi degli eritrei. In tutto il 2007 ne erano arrivati 3.007. E dall’aprile 2005 se ne contavano almeno 6.000. Eppure nei primi sei mesi del 2008 ne sono arrivati soltanto 240. La situazione in patria non è migliorata. Un recente reportage della Reuters denuncia le dure condizioni imposte dalla coscrizione militare a tempo indeterminato, che costringe ormai 320.000 ragazzi e ragazze a servire l’esercito per 20 dollari al mese, in un paese che conta 4,7 milioni di abitanti. Ma sulle vie della diaspora eritrea la rotta libica sembra ormai essersi chiusa. Oltre 700 eritrei sono detenuti da più di due anni nel carcere libico di Misratah. E altri 1.500 sono stati arrestati in Egitto, lungo la nuova rotta che dal Sudan, via Assuan e Il Cairo, porta in Israele. Mille di loro sono già stati rimpatriati, nonostante le proteste delle associazioni di eritrei, da Roma a Addis Abeba. Della loro sorte non si ha notizia.
Contro chi grida all’invasione, i dati sugli sbarchi vanno contestualizzati. Nei primi quattro mesi del 2008 sono state presentate in Italia 4.237 richieste di asilo politico. In tutto il 2007 erano state 14.053. Il 10% delle domande sono state accolte, e il 47% ha avuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ma quanti sono i rifugiati nel mondo? Alla fine del 2007, secondo l’ultimo rapporto dell’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, i rifugiati politici e gli sfollati interni, fuggiti a guerre o persecuzioni, erano almeno 31,7 milioni. L’80% è ospitato da Paesi non industrializzati. Il maggior numero dei rifugiati nel 2007 era accolto in Pakistan, Siria, Iran, Germania e Giordania.
Un ultimo cenno infine va fatto al fallimento del meccanismo delle quote di ingressi per motivi di lavoro. Perché non si può dimenticare che i due terzi di chi rischia la vita nel Canale di Sicilia sono lavoratori in cerca di salari migliori. La legge concede ogni anno quote di ingressi per alcuni Paesi, previa dichiarazione di assunzione del datore di lavoro. Il visto di ingresso va ritirato presso l’Ambasciata italiana nel proprio Paese. Peccato che per trovare il datore di lavoro si debba prima venire in Italia e farsi conoscere. Il 90% lo fa con un visto turistico. Gli altri via mare. E una volta in Italia, dopo anni di lavoro nero, ottenuta la dichiarazione di assunzione, si tenta di tornare. Ma è una lotteria. E i dati lo confermano. Secondo un’inchiesta di Metropoli del 20 luglio 2008, dei 300.000 visti di ingresso rilasciati nel 2006, ben 89.000 non sono mai stati ritirati. Uno su quattro. Perché è tutta una farsa. I lavoratori sono già in Italia, e per molti di loro tornare significa rischiare un provvedimento di espulsione. Rimarranno qui. A lavorare nei nostri cantieri e nelle nostre case. Senza carte né diritti. E il gioco si ripete ogni anno. Nel 2007 il governo ha assegnato 170.000 ingressi. Sono state presentate 650.000 richieste. La maggior parte dei lavoratori vive già in Italia. La maggior parte non avrà il nulla osta. E tra chi lo avrà, uno su quattro non potrà tornare in patria per ritirare il visto di ingresso.
TREND DELLE DOMANDE ESAMINATE DALLA EXCOMMISSIONE CENTRALE PER LO STATUS DI RIFUGIATO E DAL 21/04/2005 DALLE COMMISSIONI TERRITORIALI | ||||||||||
ANNI | 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005** | 2006 | 2007 | TOTALE |
Domande presentate | 24.808 | 18.360 | 17.402 | 16.123 | 13.971 | 9.796 | 9.346 | 10.348 | 14.053 | 134.207 |
Domande esaminate di cui | 8.239 | 24.978 | 13.148 | 16.890 | 11.144 | 8.584 | 11.589 | 9.260 | 13.509 | 117.341 |
Riconosciuti | 785 | 1.615 | 2.052 | 1.235 | 720 | 771 | 961 | 878 | 1.408 | 10.425 |
Negativi senza protezione | 6.579 | 21.617 | 6.908 | 4.186 | 2.658 | 3.277 | 1.701 | 3.681 | 4.908 | 55.515 |
Negativi con protezione | 853 | 1.615 | 1.312 | 729 | 1.829 | 2.366 | 4.084 | 4.338 | 6.31 | 23.444 |
Irreperibili | - | 11 | 2.838 | 10.662 | 5.854 | 2.086 | 4.258 | 262 | 400 | 26.371 |
Sospesi | 1 | 11 | 19 | 12 | 15 | 1 | 202 | 101 | 275 | 637 |
Altro | 21 | 109 | 19 | 66 | 68 | 83 | 383 | 0 | 200 | 949 |
STATUS RIFUGIATO | 452 | ||
PROTEZIONE SUSSIDIARIA | 840 | ||
TOTALE PROTEZIONE INTERNAZIONALE | 1292 | ||
PROTEZIONE UMANITARIA | 927 | ||
NON RICONOSCIUTI | 1457 | ||
TOTALE NON RICONOSCIUTI | 2384 | ||
ALTRO ESITO: RINUNCIA - DUBLINO - IRREPERIBILI | 127 | ||
TOTALE | 3803 |