ROMA, 14 settembre 2008 – Il Marocco ha deportato in mezzo al deserto 37 migranti. Sono i sopravvissuti di una barca salpata dalla Mauritania verso le isole Canarie, in Spagna, e rimasta alla deriva per 15 giorni. A bordo c’erano 73 persone. 33 sono morte di stenti. I superstiti, dopo una decina di giorni di detenzione sono stati abbandonati a se stessi in una zona desertica al confine tra Sahara occidentale e Mauritania. La missione spagnola di Médecins du Monde, presente in Mauritania, ha potuto salvare 14 uomini e 2 donne, domenica 7 settembre 2008, nella provincia di Nouadhibou. Secondo quanto dichiarato dai migranti, due uomini sarebbero morti nel deserto. I migranti soccorsi presentano gravi ferite sotto i piedi e ustioni sulla pelle. Hanno dichiarato di essere sudanesi, ghanesi e burkinabé. Mdm non è in grado di sapere se i 22 migranti che mancano all’appello siano persi – e probabilmente morti – nel deserto o se invece siano stati espulsi in un’altra zona. Magari a Oujda, verso la frontiera algerina. 15 delle 16 persone soccorse sono state trasferite nel campo di detenzione per migranti Ecole six, a Nouadhibou. Un’altra invece è stata ricoverata in condizioni critiche.
Non è la prima volta che il Marocco si distingue come nuovo gendarme delle frontiere europee. Ricordiamo i 17 morti ammazzati a Ceuta e Melilla sotto gli spari delle Forze ausiliarie marocchine nel 2005, e le migliaia di deportati nel deserto algerina, a 'Ain Chouatar, nello stesso anno. E più recentemente i due morti ammazzati sotto gli spari a El 'Ayun, le continue deportazioni a Oujda, e i 28 annegati dopo l'affondamento di un gommone da parte della Marina reale marocchina a Hoceima. Fino a quando l'Unione europea continuerà a chiudere gli occhi?
Per approfondimenti:
Mdm - Repéré 16 migrants subsahariens dans le désert entre le Sahara occidental et la Mauritanie
El Pais - "Están perdidos en medio del desierto, en una zona minada"