10 December 2007

Frontex: conclusa operazione Indalo in Spagna, 305 migranti fermati

ROMA, 10 dicembre 2007 – Nuovi pattugliamenti Frontex in Spagna di fronte alla riapertura della rotta andalusa. L’ultima missione dell’agenzia per il controllo delle frontiere esterne europee, appena conclusa, si chiama Indalo: 305 i migranti fermati e 28 le imbarcazioni sequestrate dal 30 ottobre al 20 novembre 2007 nelle acque della Spagna meridionale. È la risposta dell’Unione europea alla riapertura di quella che gli spagnoli chiamano la via mediterranea. Quella che porta dritto dal Marocco e dall’Algeria verso l’Andalusia orientale e Murcia. Una via tornata ad essere battuta negli ultimi mesi, dopo un paio d’anni di relativa calma. Anche l’Italia ha partecipato alla missione di pattugliamento, insieme a Portogallo, Francia, Malta, Germania, Cipro, Romania e, naturalmente, Spagna. Il pattugliatore “Corsi” della Guardia Costiera è rientrato a Civitavecchia il 29 novembre. Intanto per il 2008 anche la Guinea Conakry ha chiesto aiuti a Frontex. Servono pattugliamenti europei – assicurano fonti governative – soprattutto per bloccare le nuove rotte dei migranti asiatici, almeno 2.000 persone, che da Conakry puntano dritto alle Canarie su grandi vecchie navi da pesca.

Una riflessione a parte andrebbe fatta sui nomi delle operazioni Frontex. Anche per l’ultima missione del 2007 l’agenzia ha scelto l’ennesima figura mitologica, dopo Nautilus, Poseidon, Amazon e Hera. Indalo richiama un guerriero dipinto in una grotta andalusa, all’interno di un sito archeologico del 4.500 avanti Cristo. Un dipinto diventato il simbolo della protezione di un dio preistorico contro le calamità naturali. La stessa protezione che l’Unione europea sembra invocare contro gli sbarchi dal Nord Africa. Sbarchi troppo spesso assunti come un esodo dalle cause quasi naturaliste, e sempre più raramente letti come una diretta conseguenza da un lato di sempre più restrittive leggi sull’immigrazione e sull’asilo, e dall’altro di processi storici di impoverimento e dominazione dell’intero continente africano, iniziati con il colonialismo e perpretati sino ad oggi grazie alla complicità delle dittature e delle false democrazie africane. Ma l’Unione europea finge di non vedere. Con una mano dà e con l’altra toglie.