AGRIGENTO, 9 ottobre 2007 – Continua il processo ai sette pescatori tunisini accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver sbarcato a Lampedusa 44 migranti naufragati a una trentina di miglia dall’isola lo scorso 8 agosto. La Corte del Tribunale di Agrigento, oggi ha rigettato le richieste del pm Santo Fornasier, che voleva contestare agli imputati due nuovi capi d’accusa: “resistenza a nave militare da guerra” (articolo 1.100 del codice di navigazione) e “resistenza a pubblico ufficiale” (articolo 337 del codice penale), sulla base delle testimonianze di ufficiali della Guardia costiera su tentativi di speronamento subiti per sconfinare in acque territoriali. Positiva la reazione della difesa, considerato che la resistenza a nave da guerra è punita da 3 a 10 anni di carcere.
La prossima udienza è fissata al 30 ottobre, quando saranno sentiti i periti per le traduzioni dall’arabo dei documenti di bordo delle due navi – Hedi e Morthada – che nel frattempo restano sotto sequestro, avendo il Riesame bocciato la richiesta di dissequestro della difesa. Attesa anche la perizia sui tabulati del telefono satellitare Thuraya sequestrato a bordo delle imbarcazioni.
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