Questo post lo dovremmo spedire a tutti i diciottenni d'Italia. E magari chiedere ai loro insegnati di dedicare un'aula delle loro scuole a Sirwan Zahiri. Un diciottenne di quelli come ce ne sono pochi. Disposto a mettere tutto in gioco per realizzare il proprio sogno. A rischiare tutto, anche la vita, per raggiungere il suo obiettivo: cambiare il proprio destino, trovare la felicità, sentirsi finalmente libero. Sirwan non lo conosceva nessuno fino a lunedì scorso. Quando qualcuno ha segnalato alla polizia che quello era il nome del ragazzino trovato senza vita nel pescheto di fianco al casello di Imola lungo l'autostrada A14. Sirwan ci è arrivato così in Europa. Da morto. Dicono che fosse partito dall'Iran e sia stato asfissiato dai gas di scarico del camion nel quale si era nascosto, probabilmente nel porto greco di Patrasso, con l'idea di raggiungere l'Italia a bordo dei traghetti di linea dell'Adriatico, per poi continuare il suo viaggio. Ma qualcosa è andato storto e il viaggio del giovane curdo iraniano è finito così. Sirwan è l'ennesima vittima della fortezza Europa. Dal 1988 sono almeno 18.000. Eppure Sirwan prima di essere vittima è eroe, è un giovane martire della libertà di circolazione. Lui come tutti gli altri che accettano di rischiare la vita per disobbedire a una legge ingiusta. Che è quella della frontiera. Insegnatelo ai nostri adolescenti. Che non esiste ragione per cui viaggiare possa essere considerato un crimine. Che non esiste ragione per cui un ragazzo italiano possa andare in vacanza a Sharm el Sheikh in Egitto con la famiglia, e un suo coetaneo debba morire nascosto sotto un camion per fare lo stesso viaggio. Ed essere ritrovato il giorno dopo abbandonato tra l'erba alta di un campo, come il peggiore dei criminali: un viaggiatore senza carte. Di seguito i dettagli della notizia in un articolo del Corriere.
A14, ragazzo trovato morto in un fosso. Aveva i polmoni pieni di monossido
tratto da Corriere della Sera
BOLOGNA - È di un ragazzo di circa 18 anni il cadavere trovato domenica in una scarpata lungo la carreggiata sud dell'A14, a circa tre chilometri dal casello di Imola (Bologna). C'è ancora incertezza sull'identità del giovane: potrebbe essere iraniano oppure afghano. Quello che si sa, per ora, è che aveva una grossa quantità di monossido di carbonio nei polmoni: questo il risultato dell''emogas analisi eseguita sul suo corpo.
GAS NEI POLMONI - Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, la vittima potrebbe aver inalato il gas viaggiando all'interno di un camion in condizioni estreme, o peggio agganciato sotto, e la morte potrebbe risalire a due giorni prima. Successivamente sarebbe stato scaricato lungo l'autostrada anche perché sul corpo non ci sono lesioni, a parte alcuni segni di trascinamento.
IN PROCURA - Il pm Gabriella Tavano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di morte derivata da altro reato e ha disposto l'autopsia per la quale ha autorizzato il medico legale Donatella Fedeli. Si spera di trovare qualche dettaglio utile dalle immagini registrate da Autostrade su quel tratto di A14. Il cadavere aveva con sè documenti e un passaporto ma entrambi sono scritti in caratteri stranieri (arabi o in persiano) che saranno tradotti per accertarne l'origine.
LA SEGNALAZIONE DAL VENETO - Nel frattempo alla Procura bolognese è arrivata una segnalazione delle forze dell'ordine di Bassano del Grappa (Vicenza) a cui si è rivolto un giovane raccontando di un iraniano di 16 anni che da giorni non risponde alla famiglia, e che potrebbe essere lo stesso trovato nell'Imolese. Per gli inquirenti potrebbe essere un pretesto per far ritrovare il ragazzo o far sapere che è morto.
IL RITROVAMENTO DEL CORPO - Il corpo è stato ritrovato ieri dopo le 10 dall'agricoltore proprietario del pescheto che costeggia una piazzola di sosta. Aveva una cannottiera, jeans e sotto altri pantaloni probabilmente per ripararsi dal freddo. Aveva inoltre due anelli d'argento e denaro: in tutto 200 dollari americani, alcune banconote dell'Iran e qualche euro in moneta.
A14, ragazzo trovato morto in un fosso. Aveva i polmoni pieni di monossido
tratto da Corriere della Sera
BOLOGNA - È di un ragazzo di circa 18 anni il cadavere trovato domenica in una scarpata lungo la carreggiata sud dell'A14, a circa tre chilometri dal casello di Imola (Bologna). C'è ancora incertezza sull'identità del giovane: potrebbe essere iraniano oppure afghano. Quello che si sa, per ora, è che aveva una grossa quantità di monossido di carbonio nei polmoni: questo il risultato dell''emogas analisi eseguita sul suo corpo.
GAS NEI POLMONI - Secondo le prime ipotesi degli inquirenti, la vittima potrebbe aver inalato il gas viaggiando all'interno di un camion in condizioni estreme, o peggio agganciato sotto, e la morte potrebbe risalire a due giorni prima. Successivamente sarebbe stato scaricato lungo l'autostrada anche perché sul corpo non ci sono lesioni, a parte alcuni segni di trascinamento.
IN PROCURA - Il pm Gabriella Tavano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di morte derivata da altro reato e ha disposto l'autopsia per la quale ha autorizzato il medico legale Donatella Fedeli. Si spera di trovare qualche dettaglio utile dalle immagini registrate da Autostrade su quel tratto di A14. Il cadavere aveva con sè documenti e un passaporto ma entrambi sono scritti in caratteri stranieri (arabi o in persiano) che saranno tradotti per accertarne l'origine.
LA SEGNALAZIONE DAL VENETO - Nel frattempo alla Procura bolognese è arrivata una segnalazione delle forze dell'ordine di Bassano del Grappa (Vicenza) a cui si è rivolto un giovane raccontando di un iraniano di 16 anni che da giorni non risponde alla famiglia, e che potrebbe essere lo stesso trovato nell'Imolese. Per gli inquirenti potrebbe essere un pretesto per far ritrovare il ragazzo o far sapere che è morto.
IL RITROVAMENTO DEL CORPO - Il corpo è stato ritrovato ieri dopo le 10 dall'agricoltore proprietario del pescheto che costeggia una piazzola di sosta. Aveva una cannottiera, jeans e sotto altri pantaloni probabilmente per ripararsi dal freddo. Aveva inoltre due anelli d'argento e denaro: in tutto 200 dollari americani, alcune banconote dell'Iran e qualche euro in moneta.